Con grande soddisfazione parlano di noi su Retro Computer n°5. Siamo la prima “non associazione” a comparire tra le pagine di questa illustre rivista, riferimento editoriale per il retrocomputing a tutto tondo nel panorama italiano.
Credo che la genuina passione per quello che facciamo, l’impegno che mettiamo nell’esporre i nostri pezzi, indipendentemente dal fatto che siamo a Brusaporto Retro o alla Festa del PD di Mandrio, abbia pagato.
Comparire su retro Computer è per noi un riconoscimento per quello che facciamo, che ci spinge ad andare a avanti e ci pone degli interrogativi per il futuro .
Ringraziamo il nostro caro amico Fabrizio Lodi e la redazione che hanno voluto scrivere di “quei matti dei nerdoni” e della loro storia, Monia e Piergiorgio e i CCR2 per averci “fatti su”, Nicola Avanzi che ha acceso la miccia.
Raccontare Brusaporto Retrocomputing 2024 in modo esauriente vorrebbe dire farci una serie composta da millemila puntate su DMAX, infatti ogni singola macchina esposta è pervasa da un’aura di importanza che non lascia indifferenti. Alla base di ogni pezzo esposto c’è sempre l’obiettivo di stupire e interessare, perché si sa, il pubblico di Brusaretro è un “cicinino” esigente.
Se si considera Brusaretro la cartina tornasole della scena dei retrocomputeristi in Italia, beh… devo dire che il livello è alto. In generale, ogni settimana ormai, si registrano in giro per l’Italia eventi legati alle tematiche del retrocomputing, il movimento sta crescendo, ha voglia di fare, si organizza, si aggiungono nuovi appassionati, purtroppo qualcuno magari molla o si prende un periodo sabbatico, ma è fisiologico. Ne consegue che la crescita porta il bello e il brutto al retrocomputing: nascono riviste tematiche (Retrocomputer, Passione Amiga, RetroMagazine e tanti altri), escono tante pubblicazioni e dispositivi nuovi, una rete di youtuber/streamer fa divulgazione su questo tema, sui social i gruppi nascono come funghi e le associazioni tengono conferenze nelle scuole e nei musei, stand a manifestazioni non solo del settore. Di contro purtroppo nascono invidie, incomprensioni di difficile conciliazione, la maggiore richiesta e la sempre più bassa disponibilità fa salire i prezzi, le aziende cercano di fare soldi da questo mercato.
Serve fare una considerazione anche sui visitatori, c’erano tutti i volti e i nomi “noti”, quindi la sensazione che ho avuto è stata proprio quella di essere ad una riunione di famiglia, dove tutti hanno dato il loro meglio, con la massima passione e disponibilità.
D’altro canto questa percezione del “volerci essere tutti” si aveva anche semplicemente guardando la lista degli espositori e leggendo le comunicazioni del webmaster Daniele Lena che chiedeva di adottare un espositore, come Nerdoni abbiamo felicemente adottato Enrico Sartori che si è trovato dopo pochissimi giorni già in lista d’attesa tra gli esclusi.
Un grossissimo plauso all’organizzazione che ha aggiunto un posto a tavola, anzi ha aggiunto addirittura più tavoli per farci stare tutti.
Ognuno che abbia partecipato come espositore e visitatore si è portato a casa qualcosa, magari anche dal tavolo dei regali. Come gruppo dei Nerdoni vogliamo contribuire con il nostro punto di vista e le nostre esperienze che potrebbero coincidere con quelle di altri “colleghi” o invece risultare come delle novità.
Partiamo dai nostri computer esposti, per quanto ogni anno si cerchi di portare pezzi diversi dagli altri, poi succede che le carte in tavola cambino all’ultimo momento sparigliando il mazzo.
Cloni di Apple II e dove trovarli
Il Lemon Il é un clone italiano del computer Apple Il Europlus, noto per la sua compatibilità al 100% con il sistema originale e disponibile in varie edizioni, con differenti case, ROM e anche in versione portatile da varie aziende italiane, la Selcom, Jen, Belton e Lemon Italia, sulla base della scheda madre prodotta da Selcom a partire dal 1981. La piena compatibilità e il costo ridotto, meno della metà di un Apple II originale, determinarono il suo successo commerciale. Sul mercato italiano divenne uno dei doni più diffusi a livello casalingo; inizialmente era venduto solo corna scheda elettronica, tastiera e alimentatore, senza neppure un case. Nel 1983 il Lemon II fu leggermente modificato con l’adozione di una nuova tastiera con tastierino numerico esadecimale. La gamma fu ampliata affiancando al Lemon II con 48 kB di ram (JEN PC 1) una versione con 64 kB di ram (JEN PC 2) ed una con processore aggiuntivo Z80 (JEN PC 3). Quest’ultima versione, denominata “Biprocessor 64”, consentiva l’utilizzo del sistema operativo CP/M, particolarmente apprezzato dall’utenza commerciale. Nel 1984 il Biprocessor 64 fu dotato di un lettore floppy integrato nel case, e prese il nome di Biprocessor 64 C, dove la C sta ad indicare “compatto”. (Credits by Luigi Serrantoni)
L’ITT 2020 é stato il primo clone dell’Apple II, prodotto da ITT nel Regno Unito su licenza di Apple Computer, specificatamente per il mercato europeo. Nel Regno Unito, è stato distribuito da Microsense Computer Limited. Nel Benelux, è stato distribuito da Bell Telephone mfg. company. L’ITT 2020 é stato rilasciato nel 1979, ma é stato prodotto solo per pochi anni. La differenza principale, e il motivo per cui ITT credeva che questo personal computer avrebbe avuto successo, era che il segnale video a colori era conforme allo standard europeo PAL, piuttosto che allo standard americano NTSC. Ciò significava che la grafica a colori poteva essere visualizzata utilizzando un monitor o un televisore europeo standard, anziché dover importare un monitor NTSC dall’America o dal Giappone come nel caso dell’Apple II. L’altro cambiamento più significativo è stata la risoluzione grafica ad alta risoluzione. ITT ha aumentato la risoluzione orizzontale dai 280 pixel utilizzati dall’Apple II Plus a 360 pixel. La risoluzione verticale, tuttavia, è rimasta la stessa. Ciò ha reso molti programmi Apple II incompatibili con questo computer. La risoluzione più alta era una conseguenza necessaria della frequenza più alta delle sottoportante colore PAL. Per fornire abbastanza bit al registro di spostamento video per generare la frequenza più alta della sottoportante PAL, erano necessari 9 bit per posizione di memoria, anziché i 7 bit utilizzati dell’Apple II+. Per ottenere ciò, è stato aggiunto un chip di memoria Hires da 16Kx1 alla scheda madre, che ha aggiunto un 9° bit alle pagine di memoria Hires (da 0x2000 a 0x5FFF). Ciò ha reso necessario modificare le routine grafiche nell’interprete Applesoft Basic di Apple nella ROM. Per sottolineare questa differenza, ITT lo ha chiamato “PALSOFT”. Per fare spazio alle routine grafiche più lunghe (la manipolazione del 9° bit richiedeva codice extra), l’istruzione HPLOT è stata limitata a un singolo parametro, anziché a una stringa di parametri. ITT ha anche fornito un’unità floppy disk identica all’unita disco dell’Apple ll con 13 settori e DOS 3.2. Non hanno mai fornito l’aggiornamento a 16 settori e DOS.
Fondata nei primi anni del 1900, Bell & Howell è sempre stata associata ad apparecchiature audio-video, come telecamere, proiettori e simili. Nel 1979, fornirono un sistema informatico che vendevano principalmente a istituti scolastici: non era possibile acquistarne uno, non era disponibile nel canale di retail computer . Il “computer Bell & Howell” è in realtà un computer Apple II Plus . Il case normalmente beige è ora nero e vi è stata attaccata un’etichetta Bell & Howell. I sistemi Bell and Howell avevano la stessa tastiera dell’Apple II originale, sebbene fosse nera anziché marrone. I sistemi successivi avevano un indicatore di alimentazione incassato anziché lo stile rialzato come si vede su questo sistema. Aprendo il case ed analizzando ed analizzando la parte hardware notiamo che non c’è differenza: la scheda madre, l’alimentatore e l’elettronica della tastiera sono tutti Apple. Venne tuttavia modificato con l’introduzione di alcuni accorgimenti poiché era previsto che il computer fosse posizionato nelle aule con bambini e potenziali neofiti del computer, per renderlo più facile e sicuro da usare. L’utilizzatore non poteva più accedere all’interno del computer quando era acceso, una vite che teneva chiuso il coperchio attivava anche un interblocco elettrico che bloccava l’alimentazione se la vite veniva rimossa. Tutti i connettori dell’interfaccia del computer vennero semplificati – niente più fili pendenti dai fori come sull’Apple II originale. Per ottenere ciò, Bell & Howell ha aggiunto un grande modulo di interfaccia sul retro del sistema che i computer Apple non avevano. Questo modulo includeva : Una maniglia di trasporto integrata. Il cavo elettrico si avvolge anche per lo stoccaggio. Connettori per registratore di cassette audio per l’archiviazione dei dati. Uscita audio e video, nonché ingressi audio aggiuntivi con controlli del mixer. Uscite per cuffie e altoparlanti. Tre jack di alimentazione da 110 V CA con un interruttore ON/OFF separato per collegare apparecchiature aggiuntive. Anche le unità floppy Bell & Howell erano nere, ma erano comunque solo unità floppy Apple II “ribrandizzate”.
Apple IIe Platinum Nel 1987, l’Apple II esisteva da dieci anni. Aveva abilmente portato Apple attraverso la drammatica ascesa della rivoluzione del personal computer . A metà degli anni ’80, Apple sospettava che la fine fosse vicina, ma i fedeli dell’Apple II, con montagne di software, non erano pronti a lasciar andare. In risposta, Apple lanciò l’Apple IIe Platinum, fornendo un IIe “migliorato” con una tastiera espansa e un nuovo case di colore grigiastro. L’Apple IIe Platinum era un seguito dell’Apple IIe macchina di grande successo. Originariamente rilasciato nel 1983, l’IIe gareggiava con computer come IBM PC e PCjr e impressionanti sistemi a basso costo come Commodore 64, Tandy Color Computer e Atari XL. L’IIe migliorò l’II e l’II Plus originali semplificando la scheda logica e rivedendo leggermente il case e la tastiera. Il suo miglioramento più grande fu la fornitura di testo incorporato a 80 colonne e caratteri minuscoli. Nel 1985, Apple “migliorò” ulteriormente l’IIe aumentando la RAM da 64k a 128k, aggiungendo una ROM da 32k e sostituendo il processore 6502 con il 65C02 utilizzato nell’Apple IIc. Nell’87, il modello Platinum mantenne tutti quei miglioramenti ma semplificò ulteriormente la scheda logica e adottò il layout della tastiera utilizzato nell’Apple IIGS, incluso un tastierino numerico separato. Questa configurazione fu venduta per oltre sei anni, essendo l’ultima della linea Apple II interrotta alla fine del 1993.
La famiglia Olivetti Prodest al pranzo della domenica
Con il marchio “Olivetti Prodest” la famosa azienda italiana voleva guadagnare la sua fetta di mercato nel settore degli home computer. Correva l’anno 1986 e il mercato dei computer domestici, quelli nella cameretta con la TV dismessa dalla cucina, o attaccati alla TV del salotto, era un mercato affermato in velocissima evoluzione. Negli uffici esistevano già i personal computer facilmente distinguibili per l’elevato costo, la scarsa grafica e l’hardware modulare ed espandibile. Gli home invece erano prodotti “out of the box”, ed il software venduto aveva copertine colorate ed evocative. Il PC128 è il primo della gamma Prodest. Olivetti creò un clone del MO6 della francese Thomson, “ribrandizzando” la scocca e le ROM. La famiglia dei Thomson MO* e TO* avevano l’obiettivo di alfabetizzare informaticamente la gioventù francese, con un progetto organizzato a livello statale nelle scuole ed in TV come era stato per gli Acorn BBC in UK. Per questo in Francia ci fu una base solida e consolidata di HW e SW, che in Italia Olivetti diffuse praticamente “cambiando solo l’etichetta”. Ne consegue che il parco software molto spesso è in francese o ha riferimenti alla cultura francese. A mio parere il segnale RGB portato via SCART è un pregio enorme in questo computer. La grafica ha varie modalità da 640×200 a 2 colori fino a 160×200 a 16 colori, con purtroppo un suono carente ad un canale a 5 ottave (Wikipedia su questo dà i numeri, diffidate). Il pubblico ha apprezzato l’uso della penna ottica con ColorPaint utilizzabili durante la giornata.
Gioco in foto: Creepy Carrots by Paolo Cattaneo / March 2024 / Developed with ugBasic In questo esemplare si può apprezzare la BIGROM di Dino Florenzi. Per maggiori info e per altri progetti interessanti guardate il progetto su GitHub
Il PC128S è il secondo della gamma Prodest Olivetti, e, per mio gusto personale, il più interessante della famiglia. L’azienda italiana avendo quote societarie di ACORN, prese il progetto BBC Master 128 e scelse la versione “compact“ con unità computer separata da unità disco (e power supply). A parte l’espandibilità che veniva “persa”, la versione italiana prendeva il meglio degli inglesi, ad esempio ADFS, un file system piuttosto sofisticato per un 8 bit, e sicuramente un design più raffinato. Inoltre il computer per essere un 8 bit aveva tutte le caratteristiche più avanzate di quella generazione: floppy disk da 3,5 ad alta capienza (640K), 128Kb di RAM, grafica avanzata, chip sonoro a più canali, una CPU a 2MHz, segnale RGB ed una tastiera di qualità professionale. La grafica varia da 640×256 a 2 colori fino a 160×256 a 8 colori, con un suono molto interessante a 4 canali a 7 ottave. In questo esemplare si può apprezzare la modifica con firmware FLASH FLOPPY basato su hardware GOTEK, display OLED ambra. Espanso per supportare anche le immagini DFS del BBC Micro e Master. UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A PROTEUS075@gmail.com Grazie al suo prezioso aiuto abbiamo potuto apprezzare le demo del team bitshifters e lo slideshow pensato ad hoc per Brusaporto retrocomputing 2024
Principalmente pensato come home computer ma con uno sguardo al professionale, puntava a rilanciare il marchio Prodest, da sempre home computer in versione compatta (tastiera + motherboard + floppy + power supply) già uscito nelle versioni PC128 (rebrand del Thomson MO6) e PC128S (rebrand dell’Acorn BBC Master compact), con un progetto ORIGINALE su piattaforma IBM compatibile. Purtroppo, essendo nell’88 la coppia CPU+GRAFICA, risultava carente rispetto a capolavori come AMIGA o ATARI ST (e ACORN ARCHIMEDES…) e nemmeno il prezzo riusciva ad essere competitivo. Si noti però la cura di Olivetti per il design, sia in termini estetici, sia da un punto di vista ergonomico. Ad esempio i floppy da 3,5” da 720Kb sono frontali e facilmente accessibili, rispetto ad altri compatti dove bisogna andare a “centrare il buco” nascosto sul fianco 😉
Altre caratteristiche:
· Ram 640 KByte
· Grafica CGA 320×200 4 colori, ma come?! Nel gioco in foto ce ne sono 16!
· Suono: PC buzzer
· Storage: 1 o 2 Floppy 3,5” a 720KB / Floppy esterno da 5,25” a 360Kb
· Supporto di massa: HDD Conner 2034 (30Mb)
L’esemplare esposto è stato modificato per utilizzare memorie Compact Flash, in base all’ottima guida scritta da Simone Riminucci per TheOnePage (TI99iuc.it). Degni di nota sono anche il floppy esterno da 5,25”, ed il monitor a colori con apposito supporto, entrambi inusuali da vedere. Per poter utilizzare tutti i 512Mb della compact flash in una sola partizione è stato installato Compaq DOS. In foto si vede la demo di “Monte Preyer” (spero di ricordare il nome), gioco pensato e sviluppato da Davide Ottonelli e Massimiliano Pascuzzi sfruttando la “misteriosa” modalità con palette a 16 colori del chip video del PC1
L’Amiga A500 per il CAD 3D di Andrea
Se durante la manifestazione avete visto un personaggio perso nei suoi pensieri mentre spippolava con Imagine 2.0 attorno ad un modello 3d, beh quello era Andrea, il nostro nerdone amighista, mentre usava la sua Amiga 500 della sua adolescenza potenziata con HARDITAL BigBang 030 che faceva viaggiare l’amiga con un CPU 68030 + FPU 68882. I tempi di rendering più complessi richiedevano comunque diverse ore… altroché quel fulmine di caricamento da datassette!!
Enrico, sei stato adottato… 😉
Come Nerdoni abbiamo a cuore anche le cause umanitarie, per cui rispondiamo all’appello di Daniele di adottare un espositore in lista d’attesa. Per il secondo anno accogliamo nei nostri tavoli Enrico Sartori che con il suo prezioso contributo ci aiuta ad arricchire l’esposizione.
Quest’anno ci ha portato un MSX2 (NMS 8280) brandizzato Phonola, acquistato da poco al mercatino di Marzaglia e subito valorizzato in mostra.
I puritani dell’arcade perfect invece si sono potuti cimentare con la vera ed ineguagliabile console SNK NEO-GEO (AES), unico esemplare esposto in tutta la mostra, collegata ad un CRT dalle dimensioni generose.
I nostri amici
Postiamo un po’ di foto ed un po’ di ricordi a mo’ di roba buttata sul tavolo regali: GiuSimo che senza dire niente, parte con la ripresa del suo video con un inconsapevole Luca e la sera stessa lo mette online: https://youtu.be/UL9KDxctfZM?t=1346 Il “Dottore dei Mac” Alessandro che, la sera dopo Brusa, si rimette subito in sella e ripara un Mac Plus, dato per irrecuperabile, a Davis Quirico e lui incredulo gli lascia uno sticker con Alle che spiega a Steve Jobs come si aggiusta un Mac:
Mirco “Retrofixer” che viene da “in culo ai lupi” ma comunque è carico a molla e solare come non pochi, con a seguito moglie (santa donna), figli e anche i cani! Vestito da Kraftwerk, e in più porta anche un casino di roba bella. Nico Avanzi su di giri che sprizza simpatia e arringa le folle con la sua sapienza, e poi ride meno quando gli tocca sparecchiare lo stand di RetroCampus col solito Gianluca Palladini, compagno di mille “sparecchiate”. Andrea Matteucci, genio indiscusso delle riparazioni impossibili, che nell’uso della penna ottica, prende paga dalla bimba. Stampante C= appoggiata sul tavolo regali e durata 5 secondi, tipo anziani ai buffet delle inaugurazioni. Tutti spaesati perchè Luca non ha portato il suo Amiga 2000 con case trasparente. Dario/Pellicus un coder / demoscene da paura tuttora attivo simpaticissimo che ci racconta aneddoti spaziali! https://www.pouet.net/prod.php?which=96598 https://www.pouet.net/prod.php?which=98132 Il Cusani che intervista il Righi a tradimento: https://youtu.be/g6w4js7TE0s?t=536 I nerdoni che come dei bimbi timidi vogliono farsi la foto con la loro eroina Eleonora Sayaka Matteo che si sacrifica e al ristorante ripete l’aneddoto della pizza (Enrico ci sei mancato) beccandosi due diti medi ed espulsione diretta!
Il pranzo con gli amici di ogni Brusaporto: Lo “zio” Tiziano, Camillo e Carlo Piacentini.
E infine la soddisfazione di incontrare persone dal vivo, che di solito sono solo nomi o volti nei social e nei forum, con molti purtroppo non si è nemmeno fatto in tempo a scambiare due battute, perché sembra che la giornata non finisca mai, ma arrivati a sera, ci si rende conto di aver fatto a malapena un giro!
Cogliamo volentieri l’invito di RetroCampus, complice la vicinanza geografica, per partecipare a Modena Nerd tenutasi il 7 e l’8 settembre ’24 nei padiglioni di Modena Fiere . Infatti insieme a Marzaglia, possiamo definire Modena Nerd l’evento nel quale giochiamo più in casa.
L’obiettivo di RetroCampus, e di Archeologia Informatica in particolare, è quello di far conoscere cos’era l’informatica ai suoi albori, quando poi è entrata nelle case con gli home computer e come si è poi evoluta negli anni ’80 e ’90. L’idea quindi è stata quella di contribuire in questa missione, con qualche esempio di CPU 8 bit, quelle più popolari dell’epoca, tramite una scelta di home computer che sotto al cofano montavano i suddetti microprocessori.
Ecco qualche foto dei nostri computer
MOS 6502
MOS 8502 tanta robaIl 6502 che barava…
Zilog Z80
Per scrivanie 16:9
Motorola 6809
Il brutto anatroccolo di casa OlivettiGrazio a Dino Florenzi per la BIG ROM
Intel 8088
NEC V40 @ 8MHz
Infine gli “Off Topic”
Non poteva mancare l’A2000 con effetto vedo non vedo di Luca che come sempre suscita interesse e stupore e più l’Amiga A600 di Enrico, che ci ha raggiunti Domenica, trasformata in una vera e propria postazione da retrogaming
Bubble Bobble piace a grandi e picciniLa gen Z e come tengono i joystick
Siamo ai saluti
Alle ocio al dito, guarda dove tagliBello prendere il caffè coi propri beniamini del web
Inutile dire che associare la resa dei computer esposti solamente alle CPU che montano è limitante, perché agli occhi degli utenti un C128 con un derivato del MOS 6502 (0.95 MHz) appare molto “più bello” di un derivato (NEC V40) dell’8088 a 8MHz. Questo perché la qualità finale del computer (velocità, grafica, suoni, ergonomia) era dettata dall’insieme delle componenti hardware e software che componevano i computer, e non solo dalla CPU.
A parte queste considerazioni, che ci saremmo aspettati da qualcuno avvezzo a tematiche di retrocomputing, l’importante è che il “grande pubblico” abbia apprezzato l’esposizione e abbia trascorso un po’ di tempo provando su “real hardware” come era l’esperienza di utilizzo dei nostri amati retrocomputer.
Ci siamo certamente divertiti con gli altri compagni di stand, RetroCampus e tutti gli altri ospiti, e anche a sentire i racconti tutti uguali, ma allo stesso tempo tutti originali, delle persone che passando hanno scambiato qualche parola o intere ore con noi.
Vi lasciamo con altre foto dell’evento
I nostri computer in grande spolveroLuca arringa le folleAlle “sfettlatore” ufficialeAbbiamo creato un precedente pericoloso (cit. Bonanno)sorriso da “Hello world”Gabriele (spero di ricordare bene) detto anche “volpino” ne sa a pacchiEl0n Mu5k ti fa na pippaI vicini di VR ItaliaNico alfiere della BBSGianluca e le sue raritàDavide Survival Hacking e le sue creazioniPienone!Retroedicola Ludica e le loro pubblicazioni!Giovani leve cresconoThe presidentLa gen Alfa e gli strani modi di tenere i joystickDietro fanno a schiaffi e Alle se la giocaIl “Lodrighi”, mostro mitologico di fine livello di Altered BeastImpianto audio rubato ieri all’autoscontro F.lli InnocentiDavide Survival Hacking e le sue mini-creazioni
Questo post “fiume in piena”, vuole raccogliere un po’ di foto dei Nerdoni e delle loro gesta nel periodo Primavera Estate 2024, per ricordare quanto eravamo grassottelli e bianchicci prima (ma anche dopo) della prova costume.
Bologna Nerd Show 2024
Come ormai tradizione, ospitati da Retro Campus nel loro “red square” abbiamo scherzosamente portato le nostre macchine giallo limone, in barba a tutti i praticanti del retrobright, ovvero la discussa pratica che consiste nello sbiancare le plastiche ingiallite con dei discutibili miscugli di sostanze chimiche.
Abbiamo trascorso un magnifico week-end con vecchi e nuovi amici, abbiamo riacceso i ricordi nella Gen X ed abbiamo mostrato come si faceva l’informatica e i videogiochi ai Millenial e alla Gen Z.
Le nostre macchine
Pantone di riferimentoio scelgo RighiNon disturbatelo che è impegnato
Gli amici di Retro Campus
Abbiamo condiviso il nostro angolo con Mirco e Andrea di Retrofixer, e poi anche con tutti gli altri. Un po’ di foto:
La solita A2000 ma ne ha sempre da raccontareGli amici di retrofixerRetroedicola Videoludica“Abbiamo creato un precedente pericoloso”Pier Aisa, uno dei nostri beniaminiBambino Claudio, gigante FabrizioRiabbracciare i vecchi amiciCome giallo Antonio ci batteNon di sola BBS vive SblendorioGianluca il guru dell’Inty…Per chi ama le scanlines, Retrobigini (Marco)Youtuberz a simposioCase replica C64GS autografato dal suo autore. RAROH!
And so on…
Un po’ di “facce da Bologna Nerd Show”, (in realtà per privacy più che altro i soggetti sono di spalle…)
Aspè che tifaccio vedere come si fa, e poi gioca il papà…Anche Anonymous si rilassaAshoka usa lo sforzoOnde energetiche vietate!Luca arringa schiere di Gen ZPinocchio versione Anime, ovunque tu sia, contattaci… 😉
Alla prossima!
10° mostra esposizione Canolo EXPO
Si è tenuta il 21 aprile 2024 in una tipica giornata primaverile alternata da pioggia e sole, la 10° mostra esposizione presso la polisportiva Canolese organizzata dal collettivo CCR2, attivissimo nelle zone di Reggio Emilia e dintorni con partecipazioni alle fiere e mercatini locali.
CCR2 esiste da più di 10 anni, unendo le reti di contatti ed amicizie di Piergiorgio e Monia, fondendo gli interessi per il vintage, il riuso ed il “retro”, che sia esso relativo all’ audio console o computer.
Oltre ad incontrarsi nelle varie occasioni locali, come Marzaglia o la fiera di Gonzaga, le esposizioni di Canolo presso la polisportiva “la Canolese” sono ormai ritenuti gli happening ufficiali dei militanti e dei simpatizzanti CCR2. Un ritrovo, di solito autunnale, è dedicato alla parte audio, branca importante e primordiale della sfera CCR2, mentre l’appuntamento primaverile è più generico e comprende anche console vintage e retrocomputer. Quest’anno si festeggiava la 10ma edizione della mostra esposizione di Canolo, mostra che è passata come tipologia, da mostra scambio, a mostra espositiva.
Proprio con lo stile di un happening o di un festival quest’anno si è deciso di dare carta bianca agli espositori, o meglio, agli amici che avevano voglia di portare qualcosa da mostrare.
Si è visto di tutto, c’era storia, design, originalità, creatività, pazzia, divertimento, ma soprattutto schietta autenticità, nel senso che ogni pezzo esposto trasudava sincera passione.
Ogni pezzo solleticava una parte di cervello riattivando i neuroni e rilasciando endorfine: in parole semplici pupille dilatate e sorriso perenne, e tutto questo restando nel legale!
Lasciamo che a parlare siano le immagini:
Se magna!Separati alla nascitaTubi Nixie e siamo tutti in brodo di giuggioleCanola a Canolo, coincidenze? Non credo!Per ipovedenti… regge i 15KHZ? è un 22? è un 22? è un 22?Iniez mostra alla Presidentessa la sua creazione per Canolo 2024Se non sapete cos’è Tennis for two, andate a studiareLa fotocamera è obsoleta? Hackeriamola con un tetrisse muovi i pirulini fai i suonic’era uno zombie e l’ho fatto sparareper iscritto quello che tutti pensano, ma…Old classics, never go wrongMonia: bambini se toccate vi taglio le ditineDomm ci gira, e Crysis?Quando alla Commodore vivevano nelle capanne, alla Sharp avevano già costruito il Colosseomai vistocomputer brutti e dove trovarlila storia dei fratelli Mario a 8, 16, 32 e 64 biteeeeeh che chicca! PikachuuuuuChe allestimento invidiabile!funsiouna al zavai?eeeeeeeee la MaddonaaaaaPiccolo ma potente, il MisterFPS su un 800XL con map key customalzi la mano che non è stato tentato di staccare un cavetto a a caso…
La giornata è trascorsa vorticosamente e credo che queste foto possano aiutare a fissare il ricordo della splendida giornata che è stata!
A Mandrio (RE) i FLEXUS + CCR2
Era un torrido luglio del 2024, ogni nuovo giorno batteva il record di caldo del giorno precedente. Con queste condizioni l’unica era rimanere in casa con una gradevole temperatura gestita dal condizionatore… e invece no! Eeeeeeeeeh VOLLEEVIII! Ti ho visto che vollllevi, guarda che faccia che c’hai, c’è da andare a Mandrio che suonano i Flexus e gli vogliamo fare compagnia!
Dovete sapere che il nostro amico Enrico oltre a nerdeggiare a livelli piuttosto alti, sa anche come si usano le bacchette, non quelle da sushi, ma quelle per suonare la batteria.
E’ così che durante il checksound, mentre i Nerdoni e i CCR2 montavano lo stand delle console, peraltro sudando sette camicie, dal palco arrivavano suoni midi di Super Mario sparati da vari KW misti a colpi di batteria!
Cala la sera, il tramonto colora di rosso il cielo, si accendono le luminarie del gnocco fritto e del pub, tra la folla qualcuno si agita vedendo passare Bonaccini, giunto per un comizio, non capendo veramente dov’erano le vere autorità (si scherza). Ciò che non cala è il caldo e le zanzare che solo birre ghiacciate e bagni di repellente possono placare.
Per cui non resta che darsi alle console e ai retrocomputer, cercando di strappare i joystick alle manine sudaticce dei bambini…
Come si deduce dal titolo, il nostro obiettivo per questo blog non è tanto di pubblicare contenuti di attualità, piuttosto di fare memoria dei bei momenti trascorsi tra di noi, nei nostri laboratori e specialmente degli eventi ai quali decidiamo di partecipare.
Questo post può servire anche da trait d’union tra la nostra ultima presenza a Brusaporto Retrocomputing 2023 e il prossimo Bologna Nerd Show 2024 che si terrà il 17 e 18 Febbraio 2024.
In questo modo rivivremo e condivideremo l’aria, anzi l’humus primordiale, che si respira a questo tipo di eventi “mainstream”, senza per forza dover dare a questo aggettivo inglese una connotazione negativa. Mainstream significa “di massa”, e l’universo Nerd è rappresentato in tutte le sue sfaccettature dagli eventi “Nerd Show”, “…Con” eccetera, diffusi in tutta Italia. D’altro canto servono strutture e organizzazioni che necessariamente devono oltrepassare l’organizzazione amatoriale di appassionati, come possono essere eventi più di nicchia, per poter accogliere appassionati di ogni genere “Nerdoso”, dai comics, al cosplay, ai lego, al modellismo e ai gadget, ai giochi da tavolo/GdR, fino ad arrivare al gaming ed infine al retro computing.
Non erano forse gli home computer e le console da TV pensati “for the masses, not for the classes”? Non c’è nulla di più “mainstream” di un Commodore 64, o non è così?!
Come gruppo ci piace pensare ad un tema diverso da portare ad ogni esposizione, una sorta di filo rosso che collega tra di loro i calcolatori esposti.
Allo scorso Nerd Show portammo una serie di pezzi, tutti monomarca Commodore, per ogni computer avevamo deciso di mostrare in parallelo l’evoluzione dello stesso gioco, che ora passiamo a mostrare tramite gallery fotografica.
Noterete un notevole passaggio dagli 8 bit ai 16. Il passaggio da C64 ad Amiga non fu solo legato ai bit indirizzabili, ma piuttosto ad un salto avanti epocale, un quantum leap 😉 dell’intero chipset. La famiglia 264 invece rispetto al C64 ha i colori superiori grazie al TED ed un audio scarsino a causa… del TED!
Ed ora passiamo ai giochi, giudicate voi!
ARKANOID
TETRIS
CHOPLIFTER
IMPOSSIBLE MISSION
BARBARIAN
BOMB JACK
COMMANDO
ED INFINE…
Tutto a tema, che eleganza!I Bomb Jack al completoCosplayer di Muciaccia… e c’è anche la colla vinilica e le forbici con punte arrotondateQuesta bimba è stata li, finchè non ha finito il giocoChe onore conoscere e parlare con Francesco DardariNotare la presa in stile Gen Z, mai visto un Albatros tenuto cosìClaudio, che burlone!Stanchi ma felici!
Le due giornate di esposizione sono trascorse rapide, in due giornate mi sono permesso mezzo giro per andare a pranzare e nient’altro! Peccato! Perché passando tra i padiglioni mi sono reso conto di quanto ci sia da vedere, e capisco perché sia un evento così frequentato! Vi salutiamo con un po’ di foto assortite dei nostri computer, dei visitatori che ci sono venuti a trovare.
Ringraziamo RetroCampus per averci accolti nel loro stand, a Carlo Santagostino per aver pensato a noi, ci siamo divertiti a scambiarci storie e aneddoti sui nostri beneamati computer marci, anche con Claudio (burlone), Antonio, Fabrizio, Davide e Roberto (e sicuramente dimentico qualcuno).
Ad ogni bambino che ha dedicato un po’ di tempo a giocare con una vecchia cariatide informatica, ad ogni papà che ha versato una lacrimuccia nostalgica spiegando al proprio pargolo che ai sui tempi…, ad ogni appassionato al quale abbiamo riacceso la fiamma del retrocomputing, a questi lasciamo un messaggio: arrivederci a Bologna Nerd Show 2024, quale sarà il tema quest’anno?
Vogliamo pubblicare una intervista al nostro amico Enrico Sartori, anche lui appassionato di retrogaming e retrocomputing, che quest’anno ha partecipato ed esposto al suo primo Brusaporto Retrocomputing in qualità di “Nerdone per un giorno”.
Matteo (nerdone.it): Un saluto e grazie di essere qui a rispondere alle nostre domande, siamo curiosi di sentire la tua “prima volta” a BrusaRetro.
Enrico: grazie a voi per la disponibilità, essere “Nerdone per un giorno” per me è un onore, vista la mia ignoranza in materia elettronica ed informatica. La passione per queste fantastiche macchine però è la stessa.
Matteo: Volendo descrivere questa giornata con uno slogan come la intitoleresti?
Enrico: Brusaporto 2023 – Just a perfect day
Matteo: ah ok, tradisci la tua altra grande passione, ovvero la musica rock che diffondi con progetti molto interessanti nelle scuole con la tua band Flexus!
Enrico: in realtà il mio primo approccio alla musica è stato con il Soundtracker su Amiga, quindi il computer è stata per me la chiave d’accesso per quella che poi è diventata la mia professione.
Matteo: Ma torniamo a noi, fammi un po’ di cronaca…
Enrico: Sveglia alle 5:00, ritrovo alle 5:40 al casello di Carpi, il primo insospettabile si dimentica a letto (nota di Matteo: avevo messo la sveglia ma non l’avevo attivata) ma partiamo ed arriviamo puntuali alle 8:00.
Lo staff è già operativo e ci accoglie da grandi amici, sorprendendoci con l’assegnazione di ben 6 tavoli (!!!) per le nostre esposizioni.
La passione degli standisti è palpabile: riproduzioni fedelissime, rarità, hackings estremi e progetti vecchi e nuovi per mantenere in vita le nostre amate retromacchine…
Matteo: Ok, per essere la prima volta stai andando molto bene…
Enrico: Poter parlare “face to face” con i massimi esperti a livello nazionale per me è stato impagabile, così come raccogliere testimonianze delle “vecchie guardie” che hanno visto nascere l’era dei computers ed hanno vissuto a pieno la golden age anni ’80 e ’90. Lo è stato altrettanto vedere gente emozionarsi davanti ad un Vectrex e sorprendersi perché ci puoi giocare anche col guitar hero … ed i più piccoli divertirsi come matti tra console e computer con quel brillo negli occhi per quei giochi che ci avevano fatto battere il cuore alla stessa età. Certo, ogni tanto passa anche qualche logorroico che ti racconta tutta la sua vita informatica … ma lo perdoniamo perchè mosso dalla stessa passione … e perchè probabilmente finalmente si trova in mezzo a tanti amici che sanno condividerla.
Matteo: cosa ti ha impressionato maggiormente delle cose esposte?
Enrico: La macchina che personalmente mi ha emozionato di più è stata lo Sharp X68000, sogno di tutti noi teenagers anni ’90 in cerca dell’arcade perfect ma irrealizzabile perchè mai commercializzato in Europa. Anche l’Amiga più performante restava comunque un passo indietro e poterci mettere mano nella configurazione più completa (monitor, impianto audio ed adattatori joy 6 pulsanti) è stato un sogno. Se vinco 2.000 euro al gratta e vinci ci faccio un pensiero … 😀 Anche connettersi in BBS da terminale ADM-3A del ‘79 e giocare a Pong con una riproduzione fedele della brown box del 1968 è stato notevole.
Matteo: Concordo! L’X68000 era un pezzo di spicco tra quelli esposti, tu invece che feedback hai avuto dei pezzi che esponevi?
Enrico: Delle mie due macchine esposte, ovvero Macintosh SE/30 ed MB Vectrex, quella più gettonata è stata quest’ultima, soprattutto nella configurazione con Asteroids ed il joy imitazione arcade originale. Il fascino primordiale del vettoriale puro è ancora magnetico a 40 anni di distanza.
Matteo: Hai aneddoti divertenti della giornata, da raccontarci?
Enrico: Ne avrei tanti, ad esempio un tizio sui cinquanta è letteralmente impazzito di fronte al Vectrex con Asteroids: “quante 100 lire ci ho messo al bar da monello … adesso non te lo mollo più ! “. Ed in effetti ha monopolizzato la postazione per almeno mezz’ora con gli occhi spiritati!!! Simpatici anche i diversi episodi in cui il babbo fa sedere il figlio e poi con la scusa di insegnargli i comandi si fa prendere dalla scimmia e continua a giocare in piedi col pargolo fra le braccia che lo guarda stupito in attesa che gli smolli il joystick … da sit com americana! Ho sudato freddo quando l’ SE/30 ha ridotto la schermata ad una striscia verticale… ma fortunatamente lasciato qualche minuto spento si è ripreso. Era solo un acciacco … erano decenni che non restava acceso tante ore consecutive.
Matteo: Che ricordi ti ha lasciato Brusaporto Retrocomputing 2023?
Enrico: é stata una giornata tutta d’un fiato che vorresti non finisse mai, soprattutto per i tanti amici che abitano lontano e che per una volta riesci ad abbracciare di persona. Ma giunge al termine e tu peschi dal banco dei regali (tutte donazioni spontanee dei partecipanti) un souvenir per chi non é potuto esserci. Come prima volta è stata una bellissima esperienza, spero di riuscire a partecipare anche alle prossime edizioni.
Matteo: Grazie Enrico per la tua testimonianza e grazie per la tua presenza a BrusaRetro!
Enrico: Grazie di cuore ai Nerdoni che mi hanno accettato come aggregato nella loro prestigiosa confraternita … spero di poter essere “Nerdone per un giorno” anche a Brusa 2024 😀
Le macchine esposte da Enrico:
Macintosh SE/30 con Bluescsi
MB Vectrex con controllers originali, controller custom e controller Asteroids Arcade Replica.
Vecmulti multicart, Vecvox sintetizzatore vocale audio, tutti i 23 overlays originali e Debris Revisited boxato, rarissimo gioco con grafica raster su questa macchina vettoriale.
Anche quest’anno il collettivo nerdone era presente a Brusaporto Retrocomputing 2023 come espositore con addirittura sei tavoli e 20 macchine! Essendo l’espositore con più tavoli della manifestazione, abbiamo esagerato? Forse si, ma anche no… quando Daniele mi ha comunicato che poteva soddisfare tutte le nostre richieste di spazio mi sono domandato se saremmo riusciti ad essere all’altezza di così tanta fiducia. Arrivati al momento della disposizione, abbiamo capito che lo spazio era appena sufficiente, e che tutte quelle macchine accese, reggevano la scena più che dignitosamente! Mettetevi comodi, ecco cosa abbiamo mostrato agli appassionati giunti da ogni dove a BrusaRetro 2023!
AMIGA 2000 con BlueSCSI V2
Ormai l’Amiga 2000 di Luca è una superstar: seppur già esposta in più occasioni, suscita sempre molto interesse. Stavolta è stata apprezzata da Luigi “The Lost C” su youtube (https://youtu.be/bupGWqg-KYY) ed è presente in diverse gallery di chi ha partecipato. Quest’anno era equipaggiata con una BlueSCSI V2 appena sfornata dal nostro Alessandro. La novità del progetto BlueSCSI in questa seconda incarnazione, oltre alla sorprendente velocità, sta nella sua ottima compatibilità con architetture AMIGA e non solo: basti pensare alle SUN, alle SGI e a tutti i computer di fascia alta che usavano dischi meccanici SCSI 50 pin che oggi, più che mai, tendono a “morire” come mosche. Questa interessante scheda era in bella mostra sotto ad un guscio in plexiglass che permetteva ai curiosi di vedere al suo interno l’A2000 pompata e di ammirare il transfer rate a quota 3.6 MB al secondo… mica bruscolini. Nel frattempo, scorrevano vecchie pubblicità della Commodore anni 80, foto delle locandine di Brusaporto Retrocomputing, divertenti video di MVVblog / Luk74 Channel ed altri video musicali e non, alcuni dei quali addirittura a 30 fps in HAM, della serie: facciamo vedere di che pasta è fatta questa macchina! Come già scritto, l’Amiga 2000 trova la sua massima bellezza nella scheda madre farcita di schede d’espansione che, ahinoi, sono normalmente imprigionate in un anonimo “cassone” metallico. Il lucente plexiglass ha finalmente dato la possibilità di svelare l’interno ai visitatori, che hanno apprezzato e fotografato: ad esempio, Davide Gatti “Survival Hacking” si è soffermato con Luca e, come ben sappiamo dai suoi video, adora sempre indagare com’è fatto e funziona tutto ciò che fa rima con elettronica.
Amiga 500 PiStorm con digitalizzatore Videon III
Per il nostro Andrea, poter utilizzare Lightwave, Sculpt Animate 4D, Imagine 2.0 con tempi di rendering decenti, giustifica il “compromesso” d’installare sulla propria A500 un PiStorm. L’adottare il PiStorm su Amiga raccoglie pareri discordanti: infatti, c’è chi ama espandere le proprie macchine solo con schede dell’epoca ritenendo PiStorm un “barare”, c’è chi invece apprezza le novità e ama testarle. Grazie a BrusaRetro abbiamo conosciuto appassionati che hanno fatto della grafica su Amiga una professione, sfociata poi su altre piattaforme. Ed infine, quest’anno completava la postazione anche un digitalizzatore Videon III dell’epoca che acquisiva e digitalizzava su Amiga (riga per riga) l’immagine acquisita da una macchina fotografica reflex con uscita analogica.
AMIGA 1200 black edition & pimped
Sobrietà e stile per questa A1200 con case nero custom, keycaps di un CDTV e tanta potenza sotto al cofano: OS 3.9, 2Mb chip RAM, 128 Mb fast RAM, ROM Kickstart 3.1.4, Disco Compact flash da 32Gb, FlickerFixer Indivision MK3 + uscita VGA, Blizzard Phase 5 modello 1230 MK IV @50MHz + FPU. E’ stato un piacere prestarci come beta tester per le demo dei videogame che sta sviluppando Fabrizio Radica!
Quadra 700 con Roland SC-50
Al giorno d’oggi la multimedialità è data per scontata, ma nel 1991 non era così, con le VGA, i floppy e gli hard disk da 40Mb. Sentire suonare un midi con un sequencer midi Roland SC-50 “come fossero strumenti veri”, è davvero stupefacente. Un esempio? Avete ascoltato il midi di DOOM con una Roland? Il Quadra in esposizione era aggiornato con BlueSCSI v2 che conteneva un volume per il boot ed uno per i dati e le immagini dei programmi e giochi. La dimostrazione principale riguardava le avventure grafiche della Sierra che sfruttavano il general midi ed in particolare gli strumenti dì Roland SC-50 e SC-55. Era collegata anche una Roland sc-88st pro con 16 tracce che erano utilizzate per ascoltare le musiche di Final Fantasy VII.
Macintosh SE/30 con BlueSCSI
La BlueSCSI ha la praticità di avere una schedina SD sulla quale c’è l’immagine del disco. Cambiare interi dischi diventa semplice come swappare una schedina di memoria o come copiarci sopra dei file. L’SE/30 era il più veloce ed espandibile della serie senza perdere la caratteristica di portabilità, grazie al monitor compatto a 9″. dotato di coprocessore matematico, poteva essere dotato di HDD, floppy superdrive da 3.5, porte ADB, seriale, SCSI esterno. Supportava la grafica a colori con monitor esterno.
I portatili degli anni 80
L’obiettivo era quello di mostrare in ordine cronologico l’evoluzione dei computer progettati per lavorare in mobilità. Si parla di mobilità perché negli 80 la corsa all’evoluzione ha visto nascere i trasportabili (detti luggable), i portatili (laptop), i palmari (handheld). Insomma, negli 80, come cantava Baglioni, “tra la California e il Giappone c’è chi inventerà il futuro” ed i computer esposti volevano mostrare proprio questo. Partendo dall’Osborne, il primo trasportabile, fino ad arrivare al primo palmare IBM compatibile, l’Atari Portolio (PC Folio), abbiamo voluto mostrare le diverse filosofie di lavoro in mobilità. Segue una carrellata degli esemplari che abbiamo esposto, quattordici in tutto.
Vectrex
Il Vectrex, grazie alla sua originalità, vanta un’elevata schiera di ammiratori, e così è stato anche a Brusaporto. Se ci aggiungiamo anche che continuano ad uscire giochi sviluppati dalla stessa comunità di appassionati, e che questi sono visibili su hardware originale solo in occasioni limitate come BrusaRetro, allora capiamo perché alla postazione c’era sempre qualcuno alle prese con questa splendida console. Essendo un sistema compatto all-in-one, col suo display 9×11″, ha il primato di console “portabile”. Aveva degli “overlay” trasparenti decorati a tema per ogni gioco che fanno tutt’ora sbavare i collezionisti. Fu il primo sistema ad offrire una periferica 3D.
Ed ora un po’ di Brusaporto Retrocomputing 2023
Come sempre, saluti e ringraziamenti
Un grazie ed un saluto ad Enrico Sartori, “nerdone per un giorno”, per aver partecipato all’esposizione con le sue macchine. Un saluto a Camillo, a Carlo Piacentini che ci hanno omaggiati della loro presenza al ristorante dove, per la precisione, dopo accurato interrogatorio alla malcapitata cameriera da parte di Nevio, non fanno la pizza a pranzo, nemmeno una di straforo per lui, proprio no, anche se Nevio l’anno scorso sostiene che gliela fecero, e comunque, anche la pinsa romana è molto buona. All’organizzazione di Brusasporto Retrocomputing, il comune, Daniele Lena, Manuel Manenti, Beppe Frigerio e tutta la banda che li ha aiutati e sostenuti. A tutti gli amici ed espositori, Cristiano “Dr Slump” Rosandini, Fabrizio “Fabbroz” Radica, i dirimpettai di Retrocampus (Claudio Parmigiani, Francesco Sblendorio, Nico Avanzi, Giuliano Palladini, Carlo Santagostino, Roberto Tomaiuolo), Antonio Bonanno di Retròcity, quei matti di Gerundo Retrogaming, Davide Morgana, Paolo Borzini, Eleonora Sayaka Chialva, Alessandro “xadhoom” Bolgia, e tutti gli altri che non ho esplicitamente citato, dei quali abbiamo apprezzato ogni singola macchina esposta ma con i quali magari non siamo riusciti a scambiare due parole. A chi ha partecipato, specialmente! Grazie per i racconti, anche semplicemente gli sguardi, i sorrisi. Un arrivederci al prossimo anno da Alessandro, Andrea, Antonio, Demis, Enrico, Luca e Matteo
Quello che proverò a raccontarvi non è la storia di una semplice riparazione, piuttosto sarà il resoconto di una vera e propria avventura. (Ancora una volta l’amico Matteo mi ha aiutato nell’edit generale di questo contributo).
Cosa c’entra l’avventura con i computer e con le tipiche attività da Nerd? In effetti c’entra relativamente poco, ma spero di aver acceso la vostra curiosità e di trattenervi nel leggere questa storia. Enrico, un caro amico Nerdone, con il quale abbiamo accomodato e moddato diversi computer Commodore, un bel giorno mi telefona e mi chiede un parere circa un acquisto: si trattava di un Disk Drive SFD 1001, un’unità di memoria di massa IEEE488, che nel già nel 1982 era in grado di formattare un floppy standard in modo da poter salvare un MegaByte!!! di dati, si tratta di una unità relativamente rara, che rappresenta la versione single drive del più noto Commodore dual disk drive 8250LP.
Erano chiaramente unità ad uso professionale, ma già al tempo erano disponibili diverse interfacce per collegare questo drive anche al C64. Enrico mi dice che il drive gli interessa, troviamo disponibili su eBay scheda madre e case senza meccanica che avevano bisogno con ogni probabilità di lavoro.
Come accennato, il drive oggetto delle sue attenzioni era privo della parte meccanica, si trattava quindi di un case SFD1001 con alimentatore a 110V e di una scheda madre “moddata” con la modifica tipicamente nota come “8250MINI”, destinata ad un computer serie PET con disk drive duale integrato. Gli comunico la mia opinione sul fatto che si tratti di un’unità interessante, e che passo dopo passo, saremmo riusciti a trovare la componentistica per completarlo. Ottimisticamente gli rispondo in modo istintivo: “sarà una bella avventura”. Gli confermo che, secondo me, l’acquisto è da fare, garantendo la mia disponibilità ad aiutarlo, anche solo per la curiosità tecnica di mettere le mani dentro ad hardware così scarsamente diffuso.
Comincia quindi la ricerca dei pezzi mancanti, trovando in rete la disponibilità di un primo pezzo, ovvero un modulo “aftermarket” che sostituiva una scheda figlia utile a rimpiazzare un raro 6530 con un più comune 6532, necessario al funzionamento generale. Successivamente, finalmente in possesso della scheda madre, verificavamo che era stata massicciamente “cannibalizzata”: mancavano diversi diodi specifici, l’integrato di amplificazione di testina di R/W, una resistenza, inoltre un trimmer era praticamente “esploso”. Riassumendo, la scheda madre era messa veramente male, la cosa più semplice da sistemare erano i connettori di alimentazione e la conversione dell’alimentatore interno per funzionare a 220V.
Vista la strada in salita, serviva pianificare questa vera e propria avventura in passaggi successivi per non rimanerci in mezzo! La nostra strategia ricostruttiva era stata quella di fare ripartire il drive, usando una mia meccanica come metro di conferma del funzionamento completo della main. Mese dopo mese, dopo esserci scontrati con i problemi più disparati, ci siamo arrivati: avevamo la conferma che, con l’unità meccanica originale, il drive formattava e leggeva correttamente! Era giunto dunque il momento di cercare la meccanica da inserire nel drive, ma, come reperire una meccanica così rara senza svenarsi, o almeno spendendo il giusto? Con un po’ di superficialità e forte della memoria di aver visto meccaniche di disk drive per PC molto rassomiglianti a quella dell’SFD, ho proposto al mio amico Enrico di “moddare” una meccanica standard per PC.
Ripieghiamo ancora sulla vasta offerta di ebay e troviamo la prima unità che ci sembrava rassomigliante e, che, secondo noi, doveva essere compatibile: si trattava di una Shugart 455 che abbiamo “portato a casa”. Analizzata la scheda di bordo ed isolata la parte meccanica il nostro entusiasmo era veramente a palla, non ci sembrava vero di aver quasi finito, così iniziamo a predisporre la meccanica pc per farla funzionare sulla main SFD.
Studiando un po’ la situazione, sembra che quello che resta da fare sia “solo” allungare i cavi disponibili per portarli ai terminali giusti tipicamente presenti nei disk drive come ad esempio led write enable, servo motore, stepper di testina, led index, modulo di traccia 0 e il comune led frontale di attività. Il drive era predisposto per effettuare un set della velocità del servo affinché girasse alla velocità di 300RPM come effettivamente previsto per l’originale SFD, inoltre il servomotore di queste unità ha spesso i condensatori in perdita, così provvediamo a sostituirli. Enrico tramite un altro suo contatto, passa le quote di parti in plastica ormai “cotte” (quel processo di cristallizzazione che porta le plastiche originali a spezzarsi facilmente) per la loro replica in stampa 3D, un alberino che agisce con una camma tenendo il floppy verso il basso, che è direttamente posto sulla leva di chiusura del drive e che con gli anni si usura in modo irreversibile. Colleghiamo finalmente la meccanica alla main e tramite il C64 impartiamo i comandi che ci sembrano più razionali per vedere il comportamento, ripieghiamo su un format, con il solito comando OPEN al canale 15 dei drive CBM, “n0:new,11”, e il drive comincia a formattare, la gioia è immensa: il drive risponde e la testina percorre con i suoi tempi tutta la superficie del floppy, rimanendo però ferma… Il drive non conclude la formattazione… ad ogni modo proviamo a leggere la directory del floppy, e con nostra sorpresa almeno abbiamo una directory, purtroppo non coerente con lo standard che è molto “pasticciata”. Ci sembra nel complesso un risultato pazzesco! Facciamo altre prove e cerchiamo di leggere dischetti formattati con questo standard, il drive legge perfettamente tutti i dischi, facciamo tutta una serie di prove e dal canto nostro l’avventura ci sembrava finita in quanto, considerando lo sfalsamento, imputiamo la colpa ad un disallineamento della testina, visti i pesanti rimaneggiamenti ed età generale dell’unità.
Chiediamo assistenza tecnica ad un amico di Enrico e dobbiamo spedirgli il drive per degli approfondimenti. Dopo qualche mese, purtroppo, ci dice che non riesce a capire il problema e il drive ritorna a casa mia.
Approfondiamo ulteriormente e ci rendiamo conto che il drive di cui abbiamo sfruttato la meccanica è un drive da 96TPI, mentre il drive nativo dell’SFD è da 100TPI, e ci rivolgiamo ancora ad eBay.
Il nuovo drive giunge a casa mia, si tratta di una unità PC “Panasonic 595H” in quanto le poche info in rete ci avevano confermato che è da 100TPI, meglio noto come “quad density” (QD). Per telefono aggiorno Enrico (infatti l’avventura è avvenuta tra Milano e Modena, a volte incontrandosi fisicamente, a volte confrontandosi a distanza). Comincio ad eseguire la modifica dei fili, rimuovendo la logica di bordo, seguo lo stesso modus operandi della modifica effettuata con la meccanica precedente, quando proprio sul più bello, mi accorgo che c’è un problema che mi fa scendere il morale dalle stelle alle stalle: il drive dispone di un motore stepper che presenta solo quattro fili contro i sei della meccanica originale (e di quella precedente)!
Il panico! Serve fare un bel respirone, mantenere la calma, e ritornare a studiare: ci documentiamo ancora e impariamo che esistono diversi tipi di motori stepper, unipolari e bipolari, Enrico, da Modena, viene a casa mia a Milano e si ragiona assieme, osservo che se il drive era pilotato dalla sua scheda con interfaccia per PC di bordo, la soluzione poteva essere trovata sopra a quella scheda! Enrico confida su di me e rientra verso Modena, io, mosso da un nuovo entusiasmo, ricavo il circuito integrato di controllo dello stepper e ne scarico il data sheet e me lo guardo. Mi rendo conto che posso realizzare un bridge che reinterpreta la sequenza degli step, tra le uscite di controllo logico dello stepper a bordo della scheda madre dell’SFD, iniettandoli corretti e adattati per motori bipolari nel chip oggetto della nostra indagine.
U11 74LS14
Mi rimetto al lavoro sul PC, con il soft Eagle, CAD per circuiti elettronici e PCB di cui ho comprato la licenza tanti anni fa, ed incomincio a disegnare lo schema necessario (per fortuna i segnali sono pochi) e graficamente tutto è più razionale e meno astratto. Studio con attenzione lo schema originale Commodore del disk drive SFD1001 e credo di riuscire ad intercettare dove inserirmi, così effettuo la realizzazione del bridge, usando uno zoccolino e dei fili volanti. Faccio alcune prove, perché non so bene come interpretare i segnali, quello che so è che come in altri drive, la sequenza di step esce da una porta utilizzando due linee I/O di circuito tipo un MOS6522. In questo caso è lo stesso comportamento ma lo stepper ha l’esigenza di una specifica sequenza per muoversi in entrambe le direzioni siccome il motore stepper originale è di tipo unipolare a 6 fili. Controllo e trovo le linee SOA, SOB, MT /ON che si dirigono verso l’integrato 11E, che inverte i segnali… questa mi sembra essere la zona giusta.
Collego tutto ed accendo, impartisco i soliti comandi al C64, in modo da forzare il drive a muovere la testina. I segnali di base mi sembravano corretti, fintanto che mi rendo conto che è necessario portare anche un segnale di ENABLE, collego il terzo filo nell’unico punto che mi sembra razionale e ragionevole per il segnale MT/ON, e sento e vedo il motore che comincia a muoversi! Per prudenza non avevo attaccato la testina, per evitare guasti ad un componente così delicato a fronte di comportamento imprevisto del bridge. Controllo ancora, impartisco dei semplici LOAD, la testina si muove!
La meccanica di questo drive è costruita con una tecnologia simile a quella della meccanica originale, ma essendo questo drive più moderno risulta molto più veloce e silenzioso nello spostare la testina.
Spengo tutto, attacco il connettore della testina, e video registro con il cellulare, sono ottimista, riaccendo anche il C64 e premo il RETURN al comando “OPEN 1,8,15, “n0:test sfd,xx”, il drive si muove correttamente, il mio bridge funziona pilotando perfettamente il motore stepper, anche tutto il resto sembra corretto. Tutto sta procedendo bene ma bisogna aspettare la fine della formattazione per festeggiare… il drive è quasi alla fine del tempo necessario a formattare, e con mia sorpresa ed entusiasmo, il led di attività si spegne senza riportare errori!!! Urlo: “Ha formattato!! Enrico! Ha FORMATTATOOO!”
Passa qualche settimana e dopo la consegna del drive, purtroppo si presentano degli altri problemi! Recupero il drive da Modena, si ragiona assieme per quanto possibile, visti gli impegni di ciascuno e ancora una volta supponiamo problemi di varia natura alla testina, come disallineamento, o problemi di sovra-pilotaggio viste le impedenze al limite delle tolleranze previste. Riesco addirittura a trovare un disco “cosiddetto” marginato appositamente per i floppy da 100tpi, ormai rari come diamanti. Purtroppo le procedure di allineamento di un floppy a doppia faccia, vanno troppo oltre le nostre competenze, in più il service manual non riporta i test point per procedere e “cercare” il famoso “occhio del gatto” sull’oscilloscopio. Eravamo arenati, passano un bel po’ di mesi e una sera ho pensato che tanto valeva correre qualche rischio… eravamo fermi da troppo tempo e comunque con le mani legate, così ho disconnesso la testina dalla puleggia, e la ho cambiata con una recuperata da una terza unità nel frattempo scaramanticamente procurata, ovvero una Panasonic JU-455.
Ricollego tutto e infine faccio le solite prove: il drive ha formattato al primo colpo con una soddisfazione enorme! Una curiosità che porta ulteriore sorpresa e soddisfazione è stata quella di provare il perfomance test originale di questa unità e di scoprire che il drive con questo stepper è più veloce e silenzioso dell’originale. Analizzando il programma Basic del performance test, si evince che il codice analizza il tempo necessario per finire i test e, visto che il drive con questa modifica finisce un po’ prima, restituisce un errore che nulla ha a che fare con la conclusione positiva di ogni comando, infatti nessuna segnalazione è presente sul canale di errore e risulta in stato corretto anche la variabile ST, che è di sistema sul C64 per indicare condizioni di errore verso gli I/O.
Questa avventura oggi riassunta in questo “breve” articolo è durata circa tre anni, tra studio, comprensione e tempo per reperire i componenti di cui avevamo bisogno, ma ci siamo arrivati in fondo e l’avventura si è conclusa con la presentazione del drive a Brusaporto Retrocomputing 2022 con spiegazione dello schema ed esposizione “scarenata” dell’esemplare del drive.
Io ho provveduto a posizionare il bridge su una area vuota della scheda main SFD e predisposto i connettori stepper per bypassare il connettore originale, il bridge infatti è trasparente ed è ancora possibile connettere una unità originale, la main dell’ SFD dispone di posizioni DIL vuote, previste da Commodore durante la progettazione e sono l’ideale per questa modifica.
Spero di non avervi annoiato e che questa idea e l’avventura che ne è conseguita sia di ispirazione o che possa essere utile a chiunque abbia l’esigenza di sostituire una meccanica di questo tipo di drive, ma anche che possa essere di incoraggiamento per chi si trovasse di fronte ad un’impresa all’apparenza insuperabile: non datevi per vinti!
Bridge installato sulla pcb della main SFD 1001 i fili colorati vanno direttamente allo Stepper che è pilotato a 12V
DISK DRIVE A CONFORNTO E SCHEMA ELETTRICO DELLA MODIFICA BASATA SU IC HA13421
Domenica 16 Aprile 2023 si è tenuto il Canolo Game Mania, ormai giunto alla settima edizione. Il bilancio in termini di partecipazione e di qualità è stato più che positivo, rilevando un aumento delle presenze, specialmente nella mattinata e confermando che la qualità nei pezzi esposti premia e lascia i visitatori soddisfatti.
Ringraziamo Monia che come organizzatrice ha orchestrato, dietro alle fila con discrezione, le forze e le disponibilità del collettivo CCR2, bilanciando le diverse anime del gruppo, quella creativa, quella ludica e quella nerd, ottenendo un mix che ha lasciato tutti soddisfatti.
Come Nerdoni abbiamo accolto volentieri l’invito di portare il nostro contributo a questo evento targato CCR2, collettivo con il quale siamo più che amici. Quando Vittorio ci apre le porte della Polisportiva Canolese ci sentiamo come in famiglia, complice anche il pranzo della domenica, apparecchiato nel campo da bocce!
Dopo i ringraziamenti d’obbligo e non per questo meno sentiti, sarete curiosi di sapere che cosa c’era in mostra… passiamo a vederlo!
L’angolo delle invenzioni
Il tema del Riuso creativo è molto sentito per cui quest’anno si è deciso di dedicare una parte di esposizione a questo argomento e i pezzi interessanti non sono mancati. Hanno suscitato molto interesse essendo pezzi unici realizzati e progettati per l’occasione.
Multiflipper virtuale realizzato con hardware da discaricaApple Mac Mini Classic ovvero un Mac Mini inserito nel case di un Classic + LCDPrendi una telecamera + tubo catodico + stampante termica + batterie… Aggiungi un po’ di carpenteria ed ottieni una Polaroid da pazzi…… i soggetti della foto verificano la stampa del “dagherrotipo” appena scattatosembra un logo C= sospeso in aria, in realtà è una barra a led RGB che gioca sulla persistenza della retinaCon due motori passo-passo da drive CD, un arduino e della buona manualità, e sarà il computer a disegnare per te con una BIC…Rasperry Pi Pico + OLED 0,9″ ed ottieni una console super portatile!Tutti i fan di MVV Blog apprezzeranno questo lavoro da veri Maker. (PS: non buttate i vostri videocitofoni)
I 40 anni del C64 in Italia
Ok, sappiamo già che qualcuno potrebbe dire che sono 41, ma non stiamo “a spaccà er capello”. Salvo smentite, il C64 venne presentato in Italia, spento sotto una teca, allo SMAU del 1982 e comparì negli scaffali nel marzo 1983 (fonte Wikipedia).
Da quel momento si susseguirono tante varianti , comunque tra loro tutte compatibili. Abbiamo voluto esporre una buona rappresentanza delle versioni più comuni in ordine cronologico.
Ma partiamo da quello che c’era prima di arrivare al C64:
Qualcuno intento a guardare sotto al cofano di questo PET “chiclet”Postazione VIC20 PET Style con effetto pendant assicurato!
Poi venne il C64 che sconvolse il mercato dell’home computer:
In origine fu la MAX Machine per il mercato JapGrazie ad Enrico Sala per averci prestato questi pezzi della sua collezione, il prossimo anno non puoi mancare.Poi il Silver Label con finalmente 64K di memoriaLa postazione da sogno di ogni appasionato commodore: 1701+biscottone+1541Il primo trasportabile a colori della storia era un C64!Il C128 “nasconde” al suo interno un C64… ma quel 1581?Con il C64C, Commodore è entrata a suon di prezzo economico nelle camerette di tanti ragazziSe ALDI avesse saputo che mostro (per i collezionisti) stava creando!C64G + 1570 + 1084 = libidine
Grazie a Retrofixer per avere pubblicato il tutorial per farsi una “repro” del C64GS. Abbiamo voluto riproporlo in una versione un tantino tamarra… grazie a Diego per la stampa dalla sua mega stampante 40×40, grazie Luca e alla Monia per avermi cucinato l’eprom.
l’Angolo del Riparatore
Ogni anno non mancano le riparazioni al volo! Grazie ad Alle che ci ha portato un po’ di clinica mobile! Quest’anno abbiamo eseguito i seguenti interventi:
Monitor 1084S con porta DB9 completamente scassata, sotto lo sguardo vigile di Vito (grande riparatore di CRT) e Gianguido (il proprietario).
Amiga A501 salvata dalla terribile VARTA
Amiga 500 testata e funzionante, nonostante sembrasse caduta dal quinto piano.
Commodore 16 guasto. La diagnosi ha evidenziato problemi all’alimentatore, si spera sia solo quello
Apple Macintosh Plus della Monia tagliandato: upgrade RAM, diodo terminatore per futura installazione del bluescsi
Diagnosi di possibili problemi su diversi C64
I pazienti a cuore apertoquesto 1084s s’ha da riparare
LAN Party: fragga tu che fraggo anch’io
Un altro bellissimo esempio di come si possono riciclare e valorizzare pezzi di hardware ritenuti obsoleti l’ha avuta Diego.
Per chi non lo sapesse Quake è un videogioco sparatutto in prima persona, sviluppato dalla id Software e pubblicato nel 1996. Grazie alla sua reale tecnologia 3D e al gameplay veloce e frenetico, Quake ha rivoluzionato il mondo dei giochi FPS.
Inoltre, Quake ha introdotto molte novità nei LAN party. Grazie all’implementazione di un sistema di matchmaking online, i giocatori potevano sfidarsi anche a distanza, ampliando enormemente il network di partecipanti. Inoltre, Quake ha introdotto la possibilità di personalizzare i modelli di gioco e i personaggi, creando una vera e propria cultura di modding e skinning. Grazie a queste innovazioni, Quake si è rapidamente affermato come uno dei giochi più amati dal mondo dei videogiocatori e ha contribuito a definire un nuovo paradigma di multiplayer online.
Diego quindi ha preso dei portatili definiti datati e li ha configurati come postazioni da gioco collegati in rete per giocare a Quake, tutto rigorosamente a costo zero, ci ho giocato personalmente ed ho fraggato diversi ragazzini sedicenti giocatori di Fortnite, forse mi si è risvegliata la memoria muscolare del me sedicenne.
Headshot!Notare la finezza: lo schema tasti per i niubbiGrande Diego!
Amiga Corner anzi… Disc!
Abbiamo avuto il piacere di vedere il LaserDisc di Dragon’s Lair gestito da Amiga 2000, perfettamente giocabile con l’audio sparato a bomba e CRT gigante! Una postazione pimpatissima!
Inoltre su una poco appariscente A500 girava un motore di recentissima produzione. Il PiStorm è impressionante!
E infine, non meno importante
Segue una gallery di tutto il resto, avrei voluto intervistare tutti e chiedere un racconto della postazione che avevano pensato ma purtroppo il tempo è stato tiranno, la giornata è volata in un attimo, quindi godetevi la valanga di cose presenti:
Per i feticisti dei controller ep.1Per i feticisti dei controller ep.2Scusa me lo fai un po’ più anni 80?Quando piacciono console raffinateNon servono parole di fronte a siffatta perfezioneSi prova a fare concorrenza a Drangon’s LairSfida tra PS1 con Cable Link16 Bit VS…… VS 8 bit. Ma quella TV mi ricorda qualcosa…ODYSSEY 2100, ma quelle antenne?Action Figures ne abbiamo?Moon Patrol è sempre una certezzaChe classe! Light Six + Discoverer
Concludendo
La giornata è volata, ho parlato con tantissime persone che ci sono venuti a trovare e con tantissimi avrei voluto confrontarmi ma non ho fatto in tempo, e credo che sia stato così per tutti.
Oltre a Monia e Vittorio che ho già ringraziato un Hip Hip Urrà va anche alla cucina che ci ha sfamati magnificamente e al president Piergiorgio, che quatto quatto è sempre presente e vigila sui CCR2.
Vi lascio con qualche scena di vita di questa magnifica giornata:
Anche quest’anno i Nerdoni saranno lieti di esporre a Canolo Game Mania, invitati dai “President” Piergiorgio e Monia, insieme a tutto il collettivo CCR2, col patrocinio della Polisportiva “La Canolese”.
L’esposizione Canolo Game Mania, giunta alla settima edizione è una perla di vera nerdaggine incastonata nel verde della pianura padana, trasuda retro-passione da tutti i pori, come la sugna che cola dai ciccioli quando sono sotto torchio.
Eccovi un’anteprima di che cosa ci sarà!
Buon 40° compleanno C64!
Quest’anno festeggeremo i 40 anni del Commodore 64, il computer che tutt’ora detiene il record come computer più venduto in assoluto, essendo stato prodotto per 11 anni.
Ha fatto il suo ingresso nelle case e nelle camerette di diversi bambini/adolescenti/ragazzi scatenando la passione per l’informatica ed il videogame. Riverdere esposti tutti i modelli (o quasi) insieme potrebbe scatenare un effetto nostalgia dalle conseguenze imprevedibili.
Lan Party di una volta
Un tavolo sarà a disposizione dei visitatori per giocare a Quake in lan party, come a fine ’90 quando si facevano le notti portandosi dietro CRT e tower a casa dell’amico con la tavernetta e lo switch linksys. Pronti a farvi headshootare?
Retrogaming
Ci sarà la possibilità di cimentarsi con giochi 80 e 90 in real hardware! Niente retropie o pandora, solo ferro utentico. Oltre ai grandi classici saranno presenti chicche da non dare per scontato. Laserdisc vi dice nulla? Vectrex? NeoGeo? PS1 cable link? Mecojoni?
Riuso
Non può mancare la R di CCR2, ovvero il Riuso. Uno dei principi filosofici dei CCR2 e di ridare dignità all’hardware obsoleto, trovandogli nuovi usi per non farlo finire nell’oblio o peggio ancora in discarica. Vedrete delle belle idee di riuso che Frankestein levati proprio!
L’angolo del piccolo riparatore
Come dei “retro-umarells” i CCR2 si alterneranno al banco di riparazione, tra multimetro, saldatore ed oscilloscopio per dire la loro sui pezzi di hardware da riparare. Riusciranno i nostri eroi?
Altro? Altro!
A parte che non ho mai capito perchè si dica “Altro” per NON volere altro, ma in Emilia va così… Io “Altro” lo voglio usare nel senso affermativo per dirvi che ci sarà ancora altro: action figures, installazioni artistiche, area scambio, effetti speciali, perchè noi siamo scienza e anche fantascienza. L'”Altro” più importante però sarete voi che vorrete partecipare, visitare la nostra esposizione annuale, conoscerci e scambiare due parole da veri appassionati!