Oggi vi parlo di un classico dei classici, una semplice espansione di memoria per Amiga 500, molto diffusa all’epoca: la Commodore A501. Si tratta di un must per poter giocare senza limiti: molti giochi richiedono, infatti, un minimo di 1 MB di RAM totale per poter “girare”: ai 512 KB di Chip RAM presenti a bordo dell’Amiga 500 si vanno ad aggiungere 512 KB di Slow-Fast RAM inserendo questa scheda nell’apposita “botola” sotto al computer. Oltre alla RAM, questa scheda include un orologio resistente agli spegnimenti del computer che, grazie ad una batteria tampone, mantiene in punto l’orario del sistema. Purtroppo, queste batterie, col passare degli anni, rilasciano sostanze che letteralmente corrodono il PCB! Noi Nerdoni, abituati a trovare disastri da corrosione su molti retrocosi, abbiamo ribattezzato questa simpatica batteria la “Varta Bastarda” 😁 per ovvi motivi. Qualche mese fa ho comprato un Amiga 500 e, al suo interno, ho trovato questa espansione; testandola, mi sono accorto che non dava segni di vita. La “Varta Bastarda” ovviamente aveva rilasciato il suo liquido corrosivo su buona parte del PCB ma, tutto sommato, i danni sono risultati abbastanza limitati; nella foto ad inizio articolo avevo già rimosso la batteria e pulito accuratamente il PCB, neutralizzando prima la forte basicità del liquido con un po’ di aceto bianco sfregato ben bene con uno spazzolino; successivamente, ho lavato la scheda con sapone neutro (sempre sfregando energicamente con uno spazzolino) ed infine l’ho asciugata velocemente con un phon. Anche dopo il lavaggio, la scheda non dava segni di vita… 😨
Servendomi del seguente schema elettrico:
ho controllato col tester la continuità di quasi tutte le piste, soprattutto le più sospette/danneggiate dalla corrosione, ma sono risultate tutte OK.
A questo punto, vista la semplicità della scheda, ho cominciato a pensare che potesse esserci qualche chip di RAM danneggiato. Ma quale? E come individuarlo? 🤔
Nelle riparazioni Amiga utilizzo sempre un software diagnostico molto comodo: Amiga Test Kit. La sezione “Memory test” permette di testare un intervallo d’indirizzi di memoria a piacere; sapendo che queste espansioni vengono allocate nel range C00000 – C7FFFF, ho lanciato il test che si è immediatamente fermato con la seguente schermata:
Il software riporta errori ai bit 4, 10 e 11 del bus a 16 bit (e ripetendo il test il risultato non cambia).
Guardando lo schema elettrico postato prima è facile capire che ogni chip di RAM gestisce un bit (sono chip da 256kbit x 1); in altre parole, ogni bit del bus dati (che è a 16 bit) è collegato ad uno dei 16 chip.
Quindi, seguendo lo schema elettrico: – bit 4 ==> chip U52 – bit 10 ==> chip U58 – bit 11 ==> chip U59
Ma prima di dissaldare tutti i pin dei 3 chip in questione ho pensato di fare una prova “quick & dirty”: l’amato/odiato piggy-back! 😂 Questa operazione, denigrata dai puristi ma praticata senza troppi scrupoli da noi Nerdoni, consiste nel sovrapporre un chip di RAM funzionante a quello (ipoteticamente) danneggiato, assicurandosi che tutti i pin del chip superiore tocchino i corrispondenti dell’inferiore; se il chip danneggiato non blocca il bus dati o indirizzi l’operazione ha normalmente successo.
Stiamo parlando di un’operazione del genere:
Alla successiva accensione dell’A500 ho rilanciato Amiga Test Kit e… Bingo !! 😎 Per la prima volta, l’espansione è stata vista dal sistema:
Ed un successivo test della RAM non ha più riportato alcun errore:
Ho quindi dissaldato i 3 chip e li ho sostituiti saldandoli direttamente sul PCB (senza zoccolo), forte della prova fatta col piggy-back. La foto seguente mostra il lavoro terminato:
Infine, un bel test finale di un’ora abbondante (283 cicli!) col nostro fidato software senza alcun errore:
Un altro piccolo pezzo di storia informatica è ritornato in vita, strappato dalle grinfie della Varta Bastarda: molto bene! 👍👍👍
Commodore 1081 stereo monitor dark tube PAL EU 220V-240V KH543/00E – NR.TY 11627025324 – year 1986?
Sì, avete letto bene: stereo. Lo sottolineo perché fino a qualche giorno fa pensavo che il 1081 fosse un monitor (esclusivamente) monofonico. Incredibilmente, invece, esiste anche in versione stereo, ma non è identificabile “a prima vista” in quanto sostanzialmente identico al più diffuso 1081 monofonico. Nel nome non è stata aggiunta la “S”: se l’avessero chiamato “1081S” tutto sarebbe stato più chiaro! 🙂 Ma sono le connessioni presenti sul retro del monitor a rendere le cose ancora più “criptiche”. Per l’audio in ingresso troviamo infatti un singolo connettore RCA, il che facilmente porta a supporre che si tratti di un monitor monofonico, ma non è così. L’audio in ingresso nella presa SCART ha invece pieno supporto stereo: il pin 2 è il canale destro (R) ed il pin 6 è il canale sinistro (L). Controllando direttamente la scheda principale ho verificato che l’unico ingresso audio RCA è cortocircuitato al pin 6 (L) della presa SCART (verifica che è possibile fare anche con un tester senza smontare il monitor). Per determinare se un 1081 risulti mono o stereo possiamo anche semplicemente verificare la presenza o meno dell’altoparlante di destra utilizzando una luce attraverso i relativi tagli: l’altoparlante di destra è presente soltanto nella versione stereofonica, mentre nella più diffusa versione monofonica i tagli lasceranno intravedere l’interno del monitor.
Il 1081 stereo sembrerebbe esistere soltanto in versione PAL ma, dalle (poche) info presenti in rete, non sono riuscito a stabilire con certezza se questa affermazione corrisponde al vero.
Considerando le capacità audio stereofoniche dell’Amiga 1000, credo che il miglior monitor che si possa abbinare a questa favolosa macchina sia proprio il Commodore 1081 stereo. In effetti, il monitor di questo articolo è proprio quello che accompagnava l’Amiga 1000 oggetto di un altro mio articolo su Nerdone.it (rigrazio ancora Tiziano G., ma anche Alle per la consegna! 🙂 ). Sperando di fare cosa gradita, vista la rarità di questo modello, ho scelto di pubblicare molte immagini (soprattutto delle parti interne).
Nonostante la polvere, il monitor si presentava comunque in ottime condizioni estetiche:
Una volta aperto, mi son reso conto che anche l’elettronica si trovava in uno stato di conservazione eccellente (le seguenti foto sono state scattate appena aperto, senza togliere nemmeno la polvere):
Successivamente, ho smontato le varie parti del monitor. Nelle seguenti foto potete vedere le schede coi condensatori elettrolitici originali e le plastiche di sportellino e pulsante d’accensione (sono riuscito a smontare queste plastiche senza romperle, cosa per nulla scontata!):
Dopo lo smontaggio sono passato alla pulizia dell’elettronica e del CRT. Vista la sola presenza di polvere, ho eseguito una semplice pulizia con l’aspirapolvere utilizzando la spazzola aspirante in dotazione.
Ho poi scattato diverse foto anche al CRT, che in questa versione è caratterizzato da uno schermo piuttosto nero (aspetto che, di solito, è segno di qualità), mettendo in evidenza alcuni dettagli del giogo:
Come sempre, considerando l’età di questo pezzo d’elettronica, è importante procedere alla sostituzione dei condensatori elettrolitici. In questo modello i condensatori elettrolitici sono in totale ben 59, dei quali uno (C473) è bipolare (non polarizzato).
Con tanti condensatori da cambiare, ho pensato d’acquistare un “recap kit” già pronto, ma per questo modello non l’ho trovato. Tuttavia, considerando che l’elettronica Philips di questo monitor risulta molto simile a quella di un 1084S-P, ho acquistato:
un recap kit di qualità per 1084S-P;
i pochi condensatori differenti/mancanti.
Acquistando un recap kit per 1084S-P da arcadepartsandrepair.com (link diretto QUI) occorre aggiungere i seguenti condensatori:
C112 400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version) acquistabile separatamente da arcadepartsandrepair.com
C232 16V 47uF (50V) Nota: nel recap kit per 1084S-P di arcadepartsandrepair.com C232 è fornito ma risulta da 22uF
C401 25V 2.2uF (50V)
C496 16V 47uF (50V)
C497 63V 1.5uF (sostituito con un 100V 2.2uF in quanto 1.5uF è obsoleto)
C566 63V 1uF (160V)
Di seguito riporto in inglese tutti i dettagli tecnici dei condensatori elettrolitici. (nota: l’Euro connector è ovviamente la presa SCART).
Commodore 1081 stereo monitor (aka "1081S") dark tube PAL EU 220V-240V [KH543/00E - NR.TY 11627025324 - year 1986?] electrolytic capacitors list
All electrolytic capacitors are through hole radial.
The voltages in brackets listed below are the values I actually used.
* = capacitor not present (or different) in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com
Neck board (PCB # 3138 103 30871):
C717 200V 4.7uF (250V) (sometimes labeled C716; can be 400V 10uF, CHECK!!!)
Power Supply board (PCB # 3138 103 30861):
* C112 400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version)
C116 16V 47uF (50V)
C122 50V 1uF
C144 200V 47uF (250V)
C145 35V 470uF
C146 25V 470uF
RGB board (PCB # 3138 103 30712): (3" x 2" PCB attached to main board)
C258 16V 47uF (50V)
Audio Amp board (PCB # 3138 103 30830): (PCB located above the Euro connector)
C382 25V 4.7uF (50V)
C383 25V 4.7uF (50V)
C390 50V 1uF
C391 50V 1uF
C394 25V 1000uF
C395 16V 220uF (35V)
C396 16V 220uF (35V)
Main board (PCB # 3138 103 30852 - 86-20):
C204 10V 100uF (25V)
C205 10V 100uF (25V)
C206 10V 100uF (25V)
C214 16V 100uF (25V)
C216 16V 47uF (50V)
* C232 16V 47uF (50V) (in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com C232 is provided but it's a 22uF cap)
C233 16V 100uF (25V)
C234 50V 1uF
C334 63V 0.47uF (250V)
C345 16V 10uF (50V)
C346 35V 470uF (labeled C348 on the bottom of the board)
C347 35V 100uF (50V)
C352 35V 680uF
C361 16V 47uF (50V)
* C401 25V 2.2uF (50V)
C412 16V 10uF (50V)
C433 16V 100uF (25V)
C446 50V 1uF
C447 25V 4.7uF (50V)
C461 63V 2.2uF (100V)
C462 35V 22uF (50V)
C473 50V 4.7uF BP (BI-POLAR)
C474 50V 1uF
C482 50V 1uF
C485 35V 22uF (50V)
C491 25V 470uF
C492 16V 330uF (50V)
C493 35V 470uF
C494 200V 47uF (250V)
* C496 16V 47uF (50V)
* C497 63V 1.5uF (used 2.2uF 100V instead as 1.5uF is obsolete now)
C505 10V 100uF (25V)
C507 16V 47uF (50V)
C511 16V 100uF (25V)
C512 16V 47uF (50V)
C537 16V 47uF (50V) (labeled C357 on the bottom of the board)
C544 16V 22uF (50V)
C562 16V 100uF (25V)
* C566 63V 1uF (160V)
C574 16V 100uF (25V)
C585 25V 4.7uF (50V)
C634 16V 22uF (50V)
C636 16V 22uF (50V)
C638 35V 100uF (50V)
Nelle seguenti foto potete vedere il lavoro di recap che è stato eseguito sulle varie schede:
Ho proseguito con un semplice ma accurato lavaggio delle plastiche con acqua calda e sapone neutro.
Per concludere, una sequenza fotografica che mostra il risultato finale di questo “restauro”:
Niente male, eh? Come l’Amiga 1000, anche il “suo” storico monitor è tornato all’antico splendore! 🙂
Un’ultima considerazione: come già detto, in rete si trovano pochissime informazioni su questa versione di 1081. Se siete in possesso di un 1081 stereo lasciate un commento qui sotto specificando, possibilmente, eventuali differenze e/o aspetti degni di nota. Grazie!
[World’s first full GALs GVP G-Force Combo 030 50 MHz accelerator card]
Fin dal lontano 1990 io e i miei amici amighisti non eravamo “nella media” degli utenti Amiga: la passione per la grafica 3D ci aveva travolto in pieno con programmi come Sculpt-Animate 4D, TurboSilver, Imagine e, più tardi, Real 3D e LightWave 3D. Va da sé che la bramosia di velocità nel calcolo era all’ordine del giorno: il povero 68000 nudo e crudo arrancava… notti intere passate con l’Amiga acceso e la mattina, al risveglio, il primo pensiero non era la scuola: era quello d’accendere il 1084S e vedere “se aveva finito”! Al fine di potenziare il mio Amiga 2000 il primo passo fu quello d’acquistare, intorno al 1991, una scheda acceleratrice, si trattava di un prodotto italiano: Hardital Big Bang. Montava un 68030+68882 a 25 MHz e 2 Megabyte di RAM. L’accelerazione era davvero notevole, ma buona parte del sistema (espansione RAM SupraRAM 2000 e controller HD Commodore A2090A) rimaneva a 16 bit stretta nel collo di bottiglia del bus Zorro II. Venduta la Big Bang ad un amico (Andrea!), convinsi mio padre, fortunatamente appassionato di tecnologia anche lui, a spendere una fortuna per acquistare una splendida scheda acceleratrice GVP G-Force Combo 030 clockata a ben 50 MHz… praticamente un missile all’epoca (1992)! Questa scheda ha potenziato il mio Amiga 2000 in tutti questi anni ed è in uso ancora oggi. Caratteristiche:
CPU 68030 a 50 MHz, PGA
FPU 68882 a 50 MHz, PGA
4 Megabyte 32-bit Fast RAM saldati on-board
3 SIMM sockets (supportano solo moduli SIMM a 64 pin proprietari GVP da 1 o 4 Megabyte)
controller SCSI-II con chip 33C93A a 14 MHz, connettore SCSI interno 50 pin ed esterno DB25
32 bit expansion bus proprietario per la potente scheda grafica GVP EGS 110/24 (un sogno, introvabile!)
Ammiratela in tutto il suo splendore originale, completa di 3 SIMM GVP da 4 Megabyte ciascuna (RAM totale 16 Megabyte):
Il disco SCSI IBM è attaccato alla “schiena” della scheda (è proprio il disco originale che usavo all’epoca, funziona ancora!)
Completa di Guru-ROM per prestazioni SCSI da paura!
Le schermate di Sysinfo non lasciano dubbi sulla potenza del prodotto, guardate soprattutto le performance del disco SCSI: quasi 4 Megabyte al secondo nel 1992!
Smell the Rubber? 🙂
L’Amiga 2000 così potenziato è stato il mio computer principale d’uso quotidiano fino al 2000-2001: oltre alla grafica 3D navigavo su Internet, gestivo la posta elettronica, masterizzavo audio CD e compilation di MP3, ecc…
Poi, per circa 15 anni, è rimasto inutilizzato nella mia cameretta a casa dei miei, ma in questi ultimi anni, col “ritorno di fiamma” della passione per il retrocomputing, l’ho riscoperto e sto cercando di restaurarlo/conservarlo al meglio.
Durante alcuni severi test di lettura/scrittura su HD mi sono accorto che alcuni file risultavano corrotti (copie non fedeli al 100% del file d’origine):
Ho cominciato ad indagare per capire quale potesse essere la fonte del problema. Il primo indiziato è stato il disco fisso: ne ho messo un altro (grazie Matte!) ma il problema persisteva identico. Provando e riprovando ho notato che gli erorri erano assenti a sistema appena acceso (da freddo) ma si presentavano sempre più numerosi via via che passavano i minuti. Di conseguenza, ho pensato potesse essere un problema di surriscaldamento: su questa scheda ci sono 8 PAL che diventano bollenti, si fa fatica ad appoggiarci sopra i polpastrelli!
La prima azione che ho pensato di fare è stata quella di migliorare il flusso d’aria che raffredda la scheda: le 8 PAL si trovano vicine al fianco dell’alimentatore dell’A2000, fianco che è privo di asole per il passaggio d’aria (le asole sono presenti soltanto sul lato frontale).
Non è proprio la posizione migliore per una buona dissipazione del calore…
Mi sono quindi trasformato in un fresatore 😀 ed ho fresato 38 asole sul fianco dell’alimentatore rivolto verso la scheda acceleratrice; inoltre, per mantenere un flusso d’aria veloce, ho parzializzato le asole originali incollando un lamierino all’interno dell’alimentatore stesso.
Ora l’aria passa anche lateralmente!
Infine, ho applicato un dissipatore di alluminio su ciascuna PAL:
I successivi test di lettura/scrittura su HD hanno mostrato un notevole miglioramento, gli errori erano pochissimi, ma qualche errorino rimaneva… non potevo accettarlo… 😉
La convinzione che il problema potesse essere il risultato di anni di forte surriscaldamento di queste benedette PAL mi ha spinto a cercare una strada per sostituirle. Ma come fare? Parallelamente, l’amico Nicola stava sperimentando la lettura di alcune PAL e la loro sostituzione con GAL (chip più moderni) programmate in modo da risultare perfettamente compatibili. Le GAL sono chip più performanti e non scaldano come le PAL. Avete capito, ora il nostro comune obiettivo sfidante era chiaro: dovevamo in tutti i modi riuscire a sostituire le 8 PAL con 8 GAL! 😀
Il primo problema da risolvere era ovviamente quello di reperire il codice con cui gli ingegneri della GVP avevano programmato le 8 PAL: sul web non si trovava nulla di nulla! Abbiamo quindi tentato di leggere il codice delle PAL, ma tutte 8 sono risultate protette… delusione totale!!!
A questo punto, incredibilmente, il destino si è fatto vivo: Nicola ha trovato ed acquistato (fra l’altro a Rubiera, di fianco a casa!) una rara scheda praticamente IDENTICA alla mia, eccola qua:
Era un chiaro segnale che non dovevamo per nessun motivo mollare, anzi: dovevamo puntare ancora più dritti verso il nostro obiettivo! 😀 Infatti, incredibilmente, la lettura delle 8 PAL della scheda di Nicola ha avuto pieno successo, nemmeno una è risultata protetta! Questa cosa ci ha davvero sorpreso, mai ce lo saremmo aspettato.
Le PAL presenti sulla mia scheda (REV 3 – 1.02) sono:
U34-74F4 AMD PAL20L8-5PC
U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
U36-90C6 TI TIBPAL20R6-7CNT
U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC
Le PAL presenti sulla scheda di Nicola (REV 3 – 1.03) sono:
U34-74F4 TI TIBPAL20L8-5CNT
U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
U36-90C6 AMD PAL20R6-7PC
U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC
Si tratta, sostanzialmente, di 2 set di PAL identici: tutti i checksum coincidono!
Bene, eravamo finalmente in possesso dei file JED contenenti le programmazioni delle 8 PAL, ed era già un bel risultato perché, in caso di rottura, avremmo avuto la possibilità di ricreare una PAL sostitutiva. Ma il nostro obiettivo, come detto, era di creare un set di 8 GAL sostitutive. Nicola, ormai esperto dopo aver smanettato per giorni con diversi software, è riuscito a convertire i file JED delle PAL in 8 file GJD pronti per programmare 8 GAL.
[segue]
>>> APPROFONDIMENTO: CONVERSIONE PAL ==> GAL
Per trasformare una PAL in GAL si parte da una copia del JED, la “Fuse Map” della PAL, poi con un semplice programma di conversione a riga di comando si trasforma in una Fuse Map compatibile con la programmazione di una GAL.
Le GAL che utilizziamo per rimpiazzare le vecchie PAL, anche se di generazione successiva rispetto a quest’ultime, sono comunque una tecnologia vecchia di anni e ormai sorpassata, ora rimpiazzata dalle moderne FPGA.
Comunque in rete si possono trovare ancora due programmi, uno della Lattice PALTOGAL e uno della National PAL2GAL.
Entrambi validi e compatibili con MSDOS. È possibile comunque utilizzarli su un sistema moderno in emulazione DosBox.
Prima di mostrare come fare la conversione è bene precisare che le funzionalità delle diverse tipologie di PAL possono essere riprodotte su una sola tipologia di GAL: infatti, quest’ultime si possono configurare sia in modalità puramente combinatoria che “registered” (R).
Questo vuol dire che con una GAL16V8 o GAL20V8 possiamo programmare PAL16 L4 L6 L8 R4 o PAL20 L4 L6 L8 R4 R6 ecc…
Utilizzare PALTOGAL della Lattice è molto semplice, si possono specificare i parametri sulla riga di comando oppure eseguirlo in modalità interattiva e fornire una alla volta le informazioni necessarie.
I parametri sono tre: il file JED di input che contiene la Fuse Map della PAL, il file di output ed il numero corrispondente alla conversione che vogliamo fare.
Esempio:
paltogal.exe PAL16L8.JED GAL16V8.GJD -c 2
L’estensione GJD sul file di output non è importante, serve soltanto per identificare la tipologia del JED (GAL JED); più importante è indicare il numero di conversione adatto secondo il seguente elenco da 1 a 64:
È bene notare che questa tipologia di conversione è una “traduzione” della mappa di bit della Fuse Map: le equazioni non vengono estrapolate, l’ordine dei fattori non viene toccato e non viene eseguito nessun tipo di semplificazione. Questo nella maggior parte dei casi può andare benissimo ma come abbiamo visto può essere necessario ottimizzare ulteriormente la programmazione con tool come WinCupl o OPALJR. Ma questa è materia per un altro articolo…
Le GAL sono state scelte come da elenco seguente:
U34-74F4 LATTICE GAL20V8B 15LP
U35-5F54 LATTICE GAL16V8D 15LP
U36-90C6 ATMEL ATF20V8B-15PC
U37-4D7B LATTICE GAL16V8D 15LP
U38-38CC LATTICE GAL16V8D 15LP
U39-F029 LATTICE GAL20V8B 15LP
U40-B520 LATTICE GAL16V8D 15LP
U53-A2B1 LATTICE GAL20V8B 15LP
NOTA per U36: utilizzando una LATTICE GAL20V8B 15LP per U36 l’acceleratrice è risultata un po’ più lenta e si sono ripresentati numerosissimi errori di scrittura su HD, invece una ATMEL ATF20V8B-15PC si è dimostrata compatibile al 100%.
Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL: [Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]
NOTA BENE: questo set è applicabile soltanto alla G-Force 030 a 50 MHz! [PLEASE NOTE: this set is only applicable to the G-Force 030 @ 50MHz!]
[segue]
>>> APPROFONDIMENTO: COME SI COMPORTA LA SCHEDA PRIVANDOLA DELLE PAL?
A mano a mano che sostituivo le PAL con le GAL ho provato a vedere, una ad una, come si comportava il sistema privo della PAL (zoccolo vuoto). Di seguito elenco tutte le prove che ho fatto.
U34 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.
U35 zoccolo vuoto: inizialmente non ho riscontrato alcuna differenza. Ho letto che U35 è coinvolto nell’Autoconfig della memoria. Questa scheda può configurare la sua RAM in 2 modi settando il jumper J12: – J12 CHIUSO: i primi 8 Megabyte nello spazio Autoconfig e gli altri 8 estesi – J12 APERTO: tutti i 16 Megabyte estesi La mia scheda è sempre stata configurata con tutti i 16 Megabyte estesi, ecco perchè non ho notato alcuna differenza lasciando vuoto lo zoccolo di U35.
Col jumper J12 aperto (tutta la RAM estesa), la presenza o meno di U35 nello zoccolo, come detto, non comporta evidenti differenze (Sysinfo vede la sola acceleratrice e 16 Megabyte estesi):
Chiudendo il jumper J12 la differenza invece diventa tangibile. U35 nello zoccolo (J12 CHIUSO): Sysinfo elenca una scheda di memoria (virtuale) in più, si tratta degli 8 Megabyte nello spazio Autoconfig. Questo è confermato anche dalle successive due schermate d’informazioni sulla memoria:
U35 zoccolo vuoto (J12 CHIUSO): la scheda di memoria (virtuale) Autoconfig da 8 Megabyte sparisce e rimangono soltanto 8 Megabyte di RAM estesa. Le schermate di Sysinfo lo confermano:
U36 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.
U37 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.
U38 zoccolo vuoto: il sistema non parte, il led di power passa da bassa ad alta luminosità.
U39 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.
U40 zoccolo vuoto: il sistema diventa lento (~50%) e dà errori al boot.
U53 zoccolo vuoto: il sistema parte ma va in GURU ad ogni boot (errori: 8000 0003, 8000 0004 e 8000 000A).
Ed ecco la scheda acceleratrice nella sua nuova veste “full GAL”: obiettivo raggiunto il 24/10/2020! 😀
Le alte temperature delle PAL sono soltanto un ricordo: le 8 GAL rimangono praticamente fredde anche molto tempo dopo l’accensione! 😉 Ed una decina d’ore di file test continuo senza alcun errore dimostra che i problemi di scrittura sono stati finalmente risolti:
Beh, alla fine devo proprio dire che è stata un’avventura lunga ma divertente, molto emozionante… e la soddisfazione di esserci riusciti è unica, vero Nicola? 😀 Che meraviglia!
Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL: [Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]
Non c’è che dire, sono appassionato Commodore fin dalla tenera età di 10 anni: correva l’anno 1984 quando, la notte di Santa Lucia, il papà regalò a me e a mio fratello un Commodore 64. Possiamo quindi affermare con sicurezza che è stata “colpa” sua! 🙂 Era il regalo “definitivo”: ad ogni accensione era un gioco nuovo, una scoperta continua, nulla di paragonabile a qualsiasi altro giocattolo. Passavano gli anni e la “malattia”, anziché guarire, diventava sempre più “grave” 🙂 portandomi il 30 Giugno 1990 a diventare felice possessore di uno spettacolare Amiga 2000, macchina meravigliosa con la quale mi sono divertito fino agli anni 2000. Se la genesi della “fase C64” è, senza ombra di dubbio, da attribuire a mio padre, il responsabile della mia “fase Amiga” si chiama Andrea G. ed è un amico conosciuto proprio in quegli anni, già felice possessore di un “contagioso” 🙂 Amiga 500. Quanti pomeriggi passati insieme a sperimentare di tutto e di più!… Sono ormai passati 30 anni ma la passione Amiga è ancora viva, tanto da spingermi quest’anno (complice un’occasione letteralmente irrinunciabile) ad acquistare uno splendido Amiga 1000, macchina quasi “mitologica” per noi amighisti. Devo ringraziare Tiziano G. per avermi venduto questo Amiga 1000 PAL/europeo caratterizzato da uno stato di conservazione incredibile. Ed eccolo qua, appena arrivato a casa, ancora sporco ma funzionante:
La mitica manina che, nel caso dell’Amiga 1000, chiede il disco del Kickstart.
Trattandosi di un retrocomputer, fra l’altro poco diffuso, è bene adoperarsi per conservarlo al meglio: nessuna riparazione è necessaria ma, come ogni macchina delle nostre collezioni, procederò con un lavaggio ed un recap completo. Immaginate la mia emozione nello smontare la cover superiore e vedere per la prima volta “dal vero” tutte le firme del team originale di sviluppo del progetto Amiga! Nella foto ingrandita in alto a destra è possibile vedere la firma del grandissimo Jay Miner e l’impronta del suo cane Mitchy:
Meraviglia!
In generale il computer è in uno stato di conservazione davvero ottimo, le seguenti foto sono state scattate senza togliere nemmeno la polvere:
Da sx a dx: Denise, Agnus (nel raro package DIP a 48 pin) e Paula. Sulla motherboard questi 3 chip sono identificati dalla prima lettera del loro nome. Denise e Paula sono ceramici.
Il processore 68000.
L’etichetta posizionata sotto la macchina.
Smontando il drive da 3.5” mi sono reso conto che è identico a quello contenuto nel lettore floppy 3.5” Commodore 1581 per C64/C128:
L’alimentatore interno aperto:
L’Amiga 1000 nasce con 256k di RAM interna (chip RAM) espandibili utilizzando un’apposita cartridge da 256k che porta la chip RAM ad un totale di 512k; la macchina in questione è già dotata di questa cartridge:
La tastiera è piuttosto compatta (e sporca!), nella seguente foto è possibile confrontarla con quella del mio storico Amiga 2000:
In alto: tastiera Amiga 2000; in basso: tastiera Amiga 1000.
Procedo con lo smontaggio e lavaggio della tastiera (eseguito semplicemente con acqua e sapone neutro); la barra spaziatrice ed il tasto RETURN sono un po’ ostici da smontare (vero Erri? 😉 ) a causa di 2 ferretti che ne guidano il movimento (visibili nella foto che mostra i tasti smontati):
Ed ecco la tastiera tornata all’antico splendore:
Wow!
La motherboard di questo Amiga 1000 è la 252277 (86.03.28). L’ho pulita semplicemente con l’aspirapolvere utilizzando la spazzola aspirante in dotazione. Ecco qualche foto di questo magnifico pezzo d’elettronica scattata prima del recap, lo stato di conservazione è a dir poco eccellente:
C78 manca “di default” nella board 252277.
È il momento di sostituire tutti i condensatori elettrolitici (che hanno sulle spalle ben 34 anni). Se anche voi volete cimentarvi nell’impresa questa è la “lista della spesa” (includo anche le varianti per l’altra versione di motherboard PAL/europea esistente, la 252277-01, e l’occorrente per il recap dell’alimentatore):
Amiga 1000 PAL board P/N 252277 / 252277-01 electrolytic capacitors list
All electrolytic capacitors are through hole radial.
Di seguito due foto scattate durante e dopo il recap della motherboard (i nuovi condensatori elettrolitici sono neri):
Il nuovo condensatore principale dell’alimentatore è più alto del vecchio ma fortunatamente ci sta!! (in effetti è sovradimensionato nel voltaggio):
Per un pelo!!!
Dopo il recap, procedo al lavaggio di tutte le plastiche, sempre con acqua e sapone neutro. Le plastiche sono davvero in ottimo stato. Ora posso finalmente procedere al riassemblaggio finale:
Super schermato!
Signore e signori, ecco a voi un Amiga 1000 tornato al suo splendore originale!
Ed un test finale con Pinball Dreams, che spettacolo! 🙂 Buon retrocomputing a tutti!