Per la cronaca di questa bellissima giornata, vorrei partire dal fondo, ovvero dai ringraziamenti.
Il senso di gratitudine per aver vissuto questo ricchissimo evento, va innanzi tutto a Daniele Lena e ai “locals” che lo hanno aiutato, quindi al Comune di Brusaporto che ha patrocinato l’evento e messo a disposizione il centro Polivalente.
Un grande grazie va inoltre agli espositori che hanno messo il loro tempo e le loro risorse a disposizione del pubblico. Essendo anche noi espositori, sappiamo il tempo e la cura impiegata per arrivare il giorno dell’evento con tutto funzionante e perfetto. Per noi Nerdoni, BrusaRetro è così sentita che quando un restauro riesce particolarmente bene, o quando recuperiamo un esemplare importante, o facciamo una scoperta particolarmente interessante, ci diciamo nelle nostre chat “questa la esponiamo a BrusaRetro!”.
Ed infine un riconoscimento va al pubblico che nonostante i vincoli e le scomodità è accorso numeroso, riempendo la sala di nerdaggine già dalla prima mattina.
Ed ora passiamo alla cronaca della giornata.
La partenza
La partenza
Diciamo che i NerdOni hanno inclinazioni diverse in fatto di collezionismo… ed anche in fatto di orario di sveglia la mattina, per cui, complice la forbice di allestimento dalle 8 alle 9, la compagine NerdOna è arrivata in ordine sparso dalle 8 alle 9 meno un minuto.
La giornata
L’impressione quando il pubblico entra in sala è che il tempo cominci a scorrere più velocemente, in un attimo è già ora della pausa di mezzogiorno.
Sono tante le cose che hanno suscitato l’interesse dei visitatori, seguono delle foto prese “live” da noi e dai visitatori.
Abbiamo cercato di esporre cose interessanti che suscitassero almeno un “oh” a chi passava davanti ai nostri tavoli.
Non sono mancati episodi divertenti e molto nerd come le modifiche in tempo reale ad un A500 rev 5 per portare la chip RAM da 512Kb a 1 Mb (senza la modifica, l’espansione nella trap door veniva vista come 512KB di slow ram)
Occhi buoni e mano ferma! Mod su mobo in scioltezza… ma a chiappe strette
Avevamo messo in piedi anche un servizio per cottura di PLA C64 in tempo reale, sempre meglio fare scorta…
Cottura in corso…
Insomma, abbiamo fatto di tutto per contribuire a rendere l’ambiente il più divertente possibile… ed è stata una bella gara… anche gli altri espositori volenti o nolenti hanno reso l’aria bollente, anzi… irrespirabile…
Mi piace l’odore dei RIFA di mattina…
Non possiamo citare tutte le magnifiche cose esposte, non ce ne vogliano gli espositori non citati… Ricordiamo solo la significativa demo funzionante ispirata al film Wargame dei nostri dirimpettai Retrocampus che potete vedere qua in una versione “da studio” (preferisco questa a quella live, per questioni di rumore di fondo). Link al video L’uomo “del trolley rosso” Ezio Bagnis ha deliziato i partecipanti con una degustazione enogastronomica delle eccellenze piemontesi, decisamente abusiva, quanto altrettanto gradita. E cosa dire dei pezzi da 90 esposti da ESoCoP, giustamente “sotto teca”…
Della serie “pochi ma buonissimi…”
E come non ricordare il router messo a disposizione di chi aveva bisogno di internet, come narra il noto passo delle sacre scritture, “avevo bisogno di banda e me ne avete dato”. In tema telecomunicazioni, visto l’interesse suscitato, Nico avrà l’obbligo morale di preparare un bell’articolo/tutorial con un po’ di materiale succulento sulla realizzazione del modem old style (in realtà è wi-fi) con tanto di composizione del numero e handshaking.
Erry ama così tanto il felpone blue Royale che non ha tolto nemmeno il cartellino, o lo ha lasciato per rivenderla subito dopo?
Per l’occasione ci siamo dotati di felpone blue royale (voluto fortemente da Erry) in stile teletubbies con tascone porta floppy e logo aziendale. Tale felpone ha riscosso talmente tanto successo che abbiamo anche la nostra prima fan “felpone dotata”.
Il ritorno
Purtroppo “tempus fugit” e viene inesorabile il momento di sbaraccare e mettersi in viaggio per rientrare… anche se c’è qualcuno che avrebbe voluto restare ancora li, improvvisando un sit-in nel bagagliaio!
Commodore 1081 stereo monitor dark tube PAL EU 220V-240V KH543/00E – NR.TY 11627025324 – year 1986?
Sì, avete letto bene: stereo. Lo sottolineo perché fino a qualche giorno fa pensavo che il 1081 fosse un monitor (esclusivamente) monofonico. Incredibilmente, invece, esiste anche in versione stereo, ma non è identificabile “a prima vista” in quanto sostanzialmente identico al più diffuso 1081 monofonico. Nel nome non è stata aggiunta la “S”: se l’avessero chiamato “1081S” tutto sarebbe stato più chiaro! 🙂 Ma sono le connessioni presenti sul retro del monitor a rendere le cose ancora più “criptiche”. Per l’audio in ingresso troviamo infatti un singolo connettore RCA, il che facilmente porta a supporre che si tratti di un monitor monofonico, ma non è così. L’audio in ingresso nella presa SCART ha invece pieno supporto stereo: il pin 2 è il canale destro (R) ed il pin 6 è il canale sinistro (L). Controllando direttamente la scheda principale ho verificato che l’unico ingresso audio RCA è cortocircuitato al pin 6 (L) della presa SCART (verifica che è possibile fare anche con un tester senza smontare il monitor). Per determinare se un 1081 risulti mono o stereo possiamo anche semplicemente verificare la presenza o meno dell’altoparlante di destra utilizzando una luce attraverso i relativi tagli: l’altoparlante di destra è presente soltanto nella versione stereofonica, mentre nella più diffusa versione monofonica i tagli lasceranno intravedere l’interno del monitor.
Il 1081 stereo sembrerebbe esistere soltanto in versione PAL ma, dalle (poche) info presenti in rete, non sono riuscito a stabilire con certezza se questa affermazione corrisponde al vero.
Considerando le capacità audio stereofoniche dell’Amiga 1000, credo che il miglior monitor che si possa abbinare a questa favolosa macchina sia proprio il Commodore 1081 stereo. In effetti, il monitor di questo articolo è proprio quello che accompagnava l’Amiga 1000 oggetto di un altro mio articolo su Nerdone.it (rigrazio ancora Tiziano G., ma anche Alle per la consegna! 🙂 ). Sperando di fare cosa gradita, vista la rarità di questo modello, ho scelto di pubblicare molte immagini (soprattutto delle parti interne).
Nonostante la polvere, il monitor si presentava comunque in ottime condizioni estetiche:
Una volta aperto, mi son reso conto che anche l’elettronica si trovava in uno stato di conservazione eccellente (le seguenti foto sono state scattate appena aperto, senza togliere nemmeno la polvere):
Successivamente, ho smontato le varie parti del monitor. Nelle seguenti foto potete vedere le schede coi condensatori elettrolitici originali e le plastiche di sportellino e pulsante d’accensione (sono riuscito a smontare queste plastiche senza romperle, cosa per nulla scontata!):
Dopo lo smontaggio sono passato alla pulizia dell’elettronica e del CRT. Vista la sola presenza di polvere, ho eseguito una semplice pulizia con l’aspirapolvere utilizzando la spazzola aspirante in dotazione.
Ho poi scattato diverse foto anche al CRT, che in questa versione è caratterizzato da uno schermo piuttosto nero (aspetto che, di solito, è segno di qualità), mettendo in evidenza alcuni dettagli del giogo:
Come sempre, considerando l’età di questo pezzo d’elettronica, è importante procedere alla sostituzione dei condensatori elettrolitici. In questo modello i condensatori elettrolitici sono in totale ben 59, dei quali uno (C473) è bipolare (non polarizzato).
Con tanti condensatori da cambiare, ho pensato d’acquistare un “recap kit” già pronto, ma per questo modello non l’ho trovato. Tuttavia, considerando che l’elettronica Philips di questo monitor risulta molto simile a quella di un 1084S-P, ho acquistato:
un recap kit di qualità per 1084S-P;
i pochi condensatori differenti/mancanti.
Acquistando un recap kit per 1084S-P da arcadepartsandrepair.com (link diretto QUI) occorre aggiungere i seguenti condensatori:
C112 400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version) acquistabile separatamente da arcadepartsandrepair.com
C232 16V 47uF (50V) Nota: nel recap kit per 1084S-P di arcadepartsandrepair.com C232 è fornito ma risulta da 22uF
C401 25V 2.2uF (50V)
C496 16V 47uF (50V)
C497 63V 1.5uF (sostituito con un 100V 2.2uF in quanto 1.5uF è obsoleto)
C566 63V 1uF (160V)
Di seguito riporto in inglese tutti i dettagli tecnici dei condensatori elettrolitici. (nota: l’Euro connector è ovviamente la presa SCART).
Commodore 1081 stereo monitor (aka "1081S") dark tube PAL EU 220V-240V [KH543/00E - NR.TY 11627025324 - year 1986?] electrolytic capacitors list
All electrolytic capacitors are through hole radial.
The voltages in brackets listed below are the values I actually used.
* = capacitor not present (or different) in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com
Neck board (PCB # 3138 103 30871):
C717 200V 4.7uF (250V) (sometimes labeled C716; can be 400V 10uF, CHECK!!!)
Power Supply board (PCB # 3138 103 30861):
* C112 400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version)
C116 16V 47uF (50V)
C122 50V 1uF
C144 200V 47uF (250V)
C145 35V 470uF
C146 25V 470uF
RGB board (PCB # 3138 103 30712): (3" x 2" PCB attached to main board)
C258 16V 47uF (50V)
Audio Amp board (PCB # 3138 103 30830): (PCB located above the Euro connector)
C382 25V 4.7uF (50V)
C383 25V 4.7uF (50V)
C390 50V 1uF
C391 50V 1uF
C394 25V 1000uF
C395 16V 220uF (35V)
C396 16V 220uF (35V)
Main board (PCB # 3138 103 30852 - 86-20):
C204 10V 100uF (25V)
C205 10V 100uF (25V)
C206 10V 100uF (25V)
C214 16V 100uF (25V)
C216 16V 47uF (50V)
* C232 16V 47uF (50V) (in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com C232 is provided but it's a 22uF cap)
C233 16V 100uF (25V)
C234 50V 1uF
C334 63V 0.47uF (250V)
C345 16V 10uF (50V)
C346 35V 470uF (labeled C348 on the bottom of the board)
C347 35V 100uF (50V)
C352 35V 680uF
C361 16V 47uF (50V)
* C401 25V 2.2uF (50V)
C412 16V 10uF (50V)
C433 16V 100uF (25V)
C446 50V 1uF
C447 25V 4.7uF (50V)
C461 63V 2.2uF (100V)
C462 35V 22uF (50V)
C473 50V 4.7uF BP (BI-POLAR)
C474 50V 1uF
C482 50V 1uF
C485 35V 22uF (50V)
C491 25V 470uF
C492 16V 330uF (50V)
C493 35V 470uF
C494 200V 47uF (250V)
* C496 16V 47uF (50V)
* C497 63V 1.5uF (used 2.2uF 100V instead as 1.5uF is obsolete now)
C505 10V 100uF (25V)
C507 16V 47uF (50V)
C511 16V 100uF (25V)
C512 16V 47uF (50V)
C537 16V 47uF (50V) (labeled C357 on the bottom of the board)
C544 16V 22uF (50V)
C562 16V 100uF (25V)
* C566 63V 1uF (160V)
C574 16V 100uF (25V)
C585 25V 4.7uF (50V)
C634 16V 22uF (50V)
C636 16V 22uF (50V)
C638 35V 100uF (50V)
Nelle seguenti foto potete vedere il lavoro di recap che è stato eseguito sulle varie schede:
Ho proseguito con un semplice ma accurato lavaggio delle plastiche con acqua calda e sapone neutro.
Per concludere, una sequenza fotografica che mostra il risultato finale di questo “restauro”:
Niente male, eh? Come l’Amiga 1000, anche il “suo” storico monitor è tornato all’antico splendore! 🙂
Un’ultima considerazione: come già detto, in rete si trovano pochissime informazioni su questa versione di 1081. Se siete in possesso di un 1081 stereo lasciate un commento qui sotto specificando, possibilmente, eventuali differenze e/o aspetti degni di nota. Grazie!
Quando sento parlare dei tempi d’oro delle Bulettin Board System, mentre tutti si animano e sorridono, pensando ai bei tempi andati, mi si stampa in volto un’ espressione ebete dallo sguardo vitreo ed inespressivo, come un italiano medio che si trovasse ad ascoltare la telecronaca di una partita di baseball insieme ad un gruppo di super tifosi degli Yankees!
Il motivo è semplice, ovvero che quel periodo non l’ho vissuto, vuoi per la tirannia dei miei genitori (che così facendo hanno creato un mostro), vuoi perchè, se anche avessi avuto un Commodore 64, mai e poi mai i tiranni (vedi sopra) mi avrebbero dotato di un costosissimo “adattatore telematico”.
Aggiungi che nell’immaginario comune, con quei cosi “attaccati al telefono”, se sbagliavi numero e ti scappava di chiamare tal Professor Falken, c’era la possibilità di scatenare un conflitto termonucleare tra Russia e USA, o più concretamente di vedersi recapitata una bolletta della SIP da 1 milione di lire…
‘tacci tua Matthew Broderick, colpa tua se non mi hanno preso il Commodore!
Il mio accesso alla rete telefonica è avvenuto successivamente con la nascita di quella immensa galassia di internet service provider. Avevo comprato un abbonamento che mi permetteva 20 ore di connessione al mese ad una cifra flat irrisoria, ma questa è un’altra storia…
Ora invece che sono un adulto socialmente ed economicamente emancipato, che a quella che una volta era la linea telefonica si connette anche la lavatrice, mai mi complicherei la vita cercando di collegarmi ad una BBS con il mio amato C=.
Ma da un po’ di tempo a questa parte le cose sono cambiate! Finalmente posso cancellare quell’espressione ebete dal mio volto, perché finalmente so cosa significa “frequentare” una BBS!
La BBS in questione la conoscono già in molti “addetti ai lavori”, e come set di caratteri usa il PETSCII, infatti è fatta per essere consultata con i nostri beneamati Commodore, ma non solo! Parliamo della BBS di RetroCampus, sviluppata dall’ uber nerd Francesco “Ciccio” Sblendorio.
Collegarsi non è complicato, partendo dallo strumento, ovvero il modem, esistono tantissimi kit di modem wifi per Commodore, o per i più pratici ce lo si può anche autoprodurre. Una volta in possesso di uno strumento per collegarsi al web, serve digitare l’indirizzo e la porta della BBS.
Lascio il link con le istruzioni da seguire per collegarsi.
La BBS di retroacademy non è un semplice esercizio di stile, al contrario cresce e si aggiunge sempre di nuove funzionalità.
Sotto vediamo una schermata piuttosto aggiornata al momento in cui scrivo.
Quante informazioni in 40 colonne…
Oltre alle sezioni divulgative di RetroCampus e RetroAcademy esistono tutte le aree degne di un portale moderno senza mancare le quelle amate dai più retro’.
La sezione delle testate giornalistiche mostra una scelta non banale delle fonti, ad esempio MedBunker, TPI, Il post, o Butac, solo per citarne alcune. Se siete dei veri nerd, la mattina a colazione, la rassegna stampa ve la fate dal vostro C64, mica sky tg24!
Per i più giocherelloni, la sezione games offre i classici tris, forza 4 (ci ho perso dei pomeriggi contro quel maledetto!) o le più mitiche ed ostiche avventure testuali, giocabili direttamente da BBS.
La sezione “servizi” però merita una menzione speciale. Mi è capitato a Brusaporto e poi a Bologna Nerd di vedere la funzione di download con salvataggio su disco ( su un disk drive 1541) di un gioco e la cosa mi ha lasciato a bocca aperta.
Cosa dire poi della moda del momento: la chat!
…ma chattare a 80 colonne con il computer dello zio ricco, non ha prezzo!
Ultimamente la chat si sta animando, e va di moda provare a collegarsi in chat con i dispositivi più disparati. Si sono visti C16 (ero presente in chat quando Francesco Gori stava ultimando i test sul suo modem per C16), C64, C128 a 80 colonne, Amiga, IBM e cloni 8086, PC windows e si vedono circolare ultimamente anche dispositivi android.
Un saluto da Nico dal suo IBM 5150 supercarrozzato, condensatori al tantalio tremate!
ma quel modem in alto a sx???
Sia chiaro, di BBS ce ne sono sempre state, ma in quest’era di social e di connettività sempre presente, abbiamo finalmente una BBS nuova, in italiano, che non solo richiama le BBS dei tempi d’oro, ma si apre a nuove funzionalità e originali offerte di contenuti, tipiche dei nostri tempi, senza dimenticare di restare “a nostra immagine e somiglianza”.
Quindi cosa aspettate? aprite il vostro emulatore di terminale petscii preferito, e troviamoci in chat!
Look “total black” per un collegamento di classe! (PETSCII art by Kody)
[World’s first full GALs GVP G-Force Combo 030 50 MHz accelerator card]
Fin dal lontano 1990 io e i miei amici amighisti non eravamo “nella media” degli utenti Amiga: la passione per la grafica 3D ci aveva travolto in pieno con programmi come Sculpt-Animate 4D, TurboSilver, Imagine e, più tardi, Real 3D e LightWave 3D. Va da sé che la bramosia di velocità nel calcolo era all’ordine del giorno: il povero 68000 nudo e crudo arrancava… notti intere passate con l’Amiga acceso e la mattina, al risveglio, il primo pensiero non era la scuola: era quello d’accendere il 1084S e vedere “se aveva finito”! Al fine di potenziare il mio Amiga 2000 il primo passo fu quello d’acquistare, intorno al 1991, una scheda acceleratrice, si trattava di un prodotto italiano: Hardital Big Bang. Montava un 68030+68882 a 25 MHz e 2 Megabyte di RAM. L’accelerazione era davvero notevole, ma buona parte del sistema (espansione RAM SupraRAM 2000 e controller HD Commodore A2090A) rimaneva a 16 bit stretta nel collo di bottiglia del bus Zorro II. Venduta la Big Bang ad un amico (Andrea!), convinsi mio padre, fortunatamente appassionato di tecnologia anche lui, a spendere una fortuna per acquistare una splendida scheda acceleratrice GVP G-Force Combo 030 clockata a ben 50 MHz… praticamente un missile all’epoca (1992)! Questa scheda ha potenziato il mio Amiga 2000 in tutti questi anni ed è in uso ancora oggi. Caratteristiche:
CPU 68030 a 50 MHz, PGA
FPU 68882 a 50 MHz, PGA
4 Megabyte 32-bit Fast RAM saldati on-board
3 SIMM sockets (supportano solo moduli SIMM a 64 pin proprietari GVP da 1 o 4 Megabyte)
controller SCSI-II con chip 33C93A a 14 MHz, connettore SCSI interno 50 pin ed esterno DB25
32 bit expansion bus proprietario per la potente scheda grafica GVP EGS 110/24 (un sogno, introvabile!)
Ammiratela in tutto il suo splendore originale, completa di 3 SIMM GVP da 4 Megabyte ciascuna (RAM totale 16 Megabyte):
Il disco SCSI IBM è attaccato alla “schiena” della scheda (è proprio il disco originale che usavo all’epoca, funziona ancora!)
Completa di Guru-ROM per prestazioni SCSI da paura!
Le schermate di Sysinfo non lasciano dubbi sulla potenza del prodotto, guardate soprattutto le performance del disco SCSI: quasi 4 Megabyte al secondo nel 1992!
Smell the Rubber? 🙂
L’Amiga 2000 così potenziato è stato il mio computer principale d’uso quotidiano fino al 2000-2001: oltre alla grafica 3D navigavo su Internet, gestivo la posta elettronica, masterizzavo audio CD e compilation di MP3, ecc…
Poi, per circa 15 anni, è rimasto inutilizzato nella mia cameretta a casa dei miei, ma in questi ultimi anni, col “ritorno di fiamma” della passione per il retrocomputing, l’ho riscoperto e sto cercando di restaurarlo/conservarlo al meglio.
Durante alcuni severi test di lettura/scrittura su HD mi sono accorto che alcuni file risultavano corrotti (copie non fedeli al 100% del file d’origine):
Ho cominciato ad indagare per capire quale potesse essere la fonte del problema. Il primo indiziato è stato il disco fisso: ne ho messo un altro (grazie Matte!) ma il problema persisteva identico. Provando e riprovando ho notato che gli erorri erano assenti a sistema appena acceso (da freddo) ma si presentavano sempre più numerosi via via che passavano i minuti. Di conseguenza, ho pensato potesse essere un problema di surriscaldamento: su questa scheda ci sono 8 PAL che diventano bollenti, si fa fatica ad appoggiarci sopra i polpastrelli!
La prima azione che ho pensato di fare è stata quella di migliorare il flusso d’aria che raffredda la scheda: le 8 PAL si trovano vicine al fianco dell’alimentatore dell’A2000, fianco che è privo di asole per il passaggio d’aria (le asole sono presenti soltanto sul lato frontale).
Non è proprio la posizione migliore per una buona dissipazione del calore…
Mi sono quindi trasformato in un fresatore 😀 ed ho fresato 38 asole sul fianco dell’alimentatore rivolto verso la scheda acceleratrice; inoltre, per mantenere un flusso d’aria veloce, ho parzializzato le asole originali incollando un lamierino all’interno dell’alimentatore stesso.
Ora l’aria passa anche lateralmente!
Infine, ho applicato un dissipatore di alluminio su ciascuna PAL:
I successivi test di lettura/scrittura su HD hanno mostrato un notevole miglioramento, gli errori erano pochissimi, ma qualche errorino rimaneva… non potevo accettarlo… 😉
La convinzione che il problema potesse essere il risultato di anni di forte surriscaldamento di queste benedette PAL mi ha spinto a cercare una strada per sostituirle. Ma come fare? Parallelamente, l’amico Nicola stava sperimentando la lettura di alcune PAL e la loro sostituzione con GAL (chip più moderni) programmate in modo da risultare perfettamente compatibili. Le GAL sono chip più performanti e non scaldano come le PAL. Avete capito, ora il nostro comune obiettivo sfidante era chiaro: dovevamo in tutti i modi riuscire a sostituire le 8 PAL con 8 GAL! 😀
Il primo problema da risolvere era ovviamente quello di reperire il codice con cui gli ingegneri della GVP avevano programmato le 8 PAL: sul web non si trovava nulla di nulla! Abbiamo quindi tentato di leggere il codice delle PAL, ma tutte 8 sono risultate protette… delusione totale!!!
A questo punto, incredibilmente, il destino si è fatto vivo: Nicola ha trovato ed acquistato (fra l’altro a Rubiera, di fianco a casa!) una rara scheda praticamente IDENTICA alla mia, eccola qua:
Era un chiaro segnale che non dovevamo per nessun motivo mollare, anzi: dovevamo puntare ancora più dritti verso il nostro obiettivo! 😀 Infatti, incredibilmente, la lettura delle 8 PAL della scheda di Nicola ha avuto pieno successo, nemmeno una è risultata protetta! Questa cosa ci ha davvero sorpreso, mai ce lo saremmo aspettato.
Le PAL presenti sulla mia scheda (REV 3 – 1.02) sono:
U34-74F4 AMD PAL20L8-5PC
U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
U36-90C6 TI TIBPAL20R6-7CNT
U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC
Le PAL presenti sulla scheda di Nicola (REV 3 – 1.03) sono:
U34-74F4 TI TIBPAL20L8-5CNT
U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
U36-90C6 AMD PAL20R6-7PC
U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC
Si tratta, sostanzialmente, di 2 set di PAL identici: tutti i checksum coincidono!
Bene, eravamo finalmente in possesso dei file JED contenenti le programmazioni delle 8 PAL, ed era già un bel risultato perché, in caso di rottura, avremmo avuto la possibilità di ricreare una PAL sostitutiva. Ma il nostro obiettivo, come detto, era di creare un set di 8 GAL sostitutive. Nicola, ormai esperto dopo aver smanettato per giorni con diversi software, è riuscito a convertire i file JED delle PAL in 8 file GJD pronti per programmare 8 GAL.
[segue]
>>> APPROFONDIMENTO: CONVERSIONE PAL ==> GAL
Per trasformare una PAL in GAL si parte da una copia del JED, la “Fuse Map” della PAL, poi con un semplice programma di conversione a riga di comando si trasforma in una Fuse Map compatibile con la programmazione di una GAL.
Le GAL che utilizziamo per rimpiazzare le vecchie PAL, anche se di generazione successiva rispetto a quest’ultime, sono comunque una tecnologia vecchia di anni e ormai sorpassata, ora rimpiazzata dalle moderne FPGA.
Comunque in rete si possono trovare ancora due programmi, uno della Lattice PALTOGAL e uno della National PAL2GAL.
Entrambi validi e compatibili con MSDOS. È possibile comunque utilizzarli su un sistema moderno in emulazione DosBox.
Prima di mostrare come fare la conversione è bene precisare che le funzionalità delle diverse tipologie di PAL possono essere riprodotte su una sola tipologia di GAL: infatti, quest’ultime si possono configurare sia in modalità puramente combinatoria che “registered” (R).
Questo vuol dire che con una GAL16V8 o GAL20V8 possiamo programmare PAL16 L4 L6 L8 R4 o PAL20 L4 L6 L8 R4 R6 ecc…
Utilizzare PALTOGAL della Lattice è molto semplice, si possono specificare i parametri sulla riga di comando oppure eseguirlo in modalità interattiva e fornire una alla volta le informazioni necessarie.
I parametri sono tre: il file JED di input che contiene la Fuse Map della PAL, il file di output ed il numero corrispondente alla conversione che vogliamo fare.
Esempio:
paltogal.exe PAL16L8.JED GAL16V8.GJD -c 2
L’estensione GJD sul file di output non è importante, serve soltanto per identificare la tipologia del JED (GAL JED); più importante è indicare il numero di conversione adatto secondo il seguente elenco da 1 a 64:
È bene notare che questa tipologia di conversione è una “traduzione” della mappa di bit della Fuse Map: le equazioni non vengono estrapolate, l’ordine dei fattori non viene toccato e non viene eseguito nessun tipo di semplificazione. Questo nella maggior parte dei casi può andare benissimo ma come abbiamo visto può essere necessario ottimizzare ulteriormente la programmazione con tool come WinCupl o OPALJR. Ma questa è materia per un altro articolo…
Le GAL sono state scelte come da elenco seguente:
U34-74F4 LATTICE GAL20V8B 15LP
U35-5F54 LATTICE GAL16V8D 15LP
U36-90C6 ATMEL ATF20V8B-15PC
U37-4D7B LATTICE GAL16V8D 15LP
U38-38CC LATTICE GAL16V8D 15LP
U39-F029 LATTICE GAL20V8B 15LP
U40-B520 LATTICE GAL16V8D 15LP
U53-A2B1 LATTICE GAL20V8B 15LP
NOTA per U36: utilizzando una LATTICE GAL20V8B 15LP per U36 l’acceleratrice è risultata un po’ più lenta e si sono ripresentati numerosissimi errori di scrittura su HD, invece una ATMEL ATF20V8B-15PC si è dimostrata compatibile al 100%.
Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL: [Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]
NOTA BENE: questo set è applicabile soltanto alla G-Force 030 a 50 MHz! [PLEASE NOTE: this set is only applicable to the G-Force 030 @ 50MHz!]
[segue]
>>> APPROFONDIMENTO: COME SI COMPORTA LA SCHEDA PRIVANDOLA DELLE PAL?
A mano a mano che sostituivo le PAL con le GAL ho provato a vedere, una ad una, come si comportava il sistema privo della PAL (zoccolo vuoto). Di seguito elenco tutte le prove che ho fatto.
U34 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.
U35 zoccolo vuoto: inizialmente non ho riscontrato alcuna differenza. Ho letto che U35 è coinvolto nell’Autoconfig della memoria. Questa scheda può configurare la sua RAM in 2 modi settando il jumper J12: – J12 CHIUSO: i primi 8 Megabyte nello spazio Autoconfig e gli altri 8 estesi – J12 APERTO: tutti i 16 Megabyte estesi La mia scheda è sempre stata configurata con tutti i 16 Megabyte estesi, ecco perchè non ho notato alcuna differenza lasciando vuoto lo zoccolo di U35.
Col jumper J12 aperto (tutta la RAM estesa), la presenza o meno di U35 nello zoccolo, come detto, non comporta evidenti differenze (Sysinfo vede la sola acceleratrice e 16 Megabyte estesi):
Chiudendo il jumper J12 la differenza invece diventa tangibile. U35 nello zoccolo (J12 CHIUSO): Sysinfo elenca una scheda di memoria (virtuale) in più, si tratta degli 8 Megabyte nello spazio Autoconfig. Questo è confermato anche dalle successive due schermate d’informazioni sulla memoria:
U35 zoccolo vuoto (J12 CHIUSO): la scheda di memoria (virtuale) Autoconfig da 8 Megabyte sparisce e rimangono soltanto 8 Megabyte di RAM estesa. Le schermate di Sysinfo lo confermano:
U36 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.
U37 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.
U38 zoccolo vuoto: il sistema non parte, il led di power passa da bassa ad alta luminosità.
U39 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.
U40 zoccolo vuoto: il sistema diventa lento (~50%) e dà errori al boot.
U53 zoccolo vuoto: il sistema parte ma va in GURU ad ogni boot (errori: 8000 0003, 8000 0004 e 8000 000A).
Ed ecco la scheda acceleratrice nella sua nuova veste “full GAL”: obiettivo raggiunto il 24/10/2020! 😀
Le alte temperature delle PAL sono soltanto un ricordo: le 8 GAL rimangono praticamente fredde anche molto tempo dopo l’accensione! 😉 Ed una decina d’ore di file test continuo senza alcun errore dimostra che i problemi di scrittura sono stati finalmente risolti:
Beh, alla fine devo proprio dire che è stata un’avventura lunga ma divertente, molto emozionante… e la soddisfazione di esserci riusciti è unica, vero Nicola? 😀 Che meraviglia!
Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL: [Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]
Non c’è che dire, sono appassionato Commodore fin dalla tenera età di 10 anni: correva l’anno 1984 quando, la notte di Santa Lucia, il papà regalò a me e a mio fratello un Commodore 64. Possiamo quindi affermare con sicurezza che è stata “colpa” sua! 🙂 Era il regalo “definitivo”: ad ogni accensione era un gioco nuovo, una scoperta continua, nulla di paragonabile a qualsiasi altro giocattolo. Passavano gli anni e la “malattia”, anziché guarire, diventava sempre più “grave” 🙂 portandomi il 30 Giugno 1990 a diventare felice possessore di uno spettacolare Amiga 2000, macchina meravigliosa con la quale mi sono divertito fino agli anni 2000. Se la genesi della “fase C64” è, senza ombra di dubbio, da attribuire a mio padre, il responsabile della mia “fase Amiga” si chiama Andrea G. ed è un amico conosciuto proprio in quegli anni, già felice possessore di un “contagioso” 🙂 Amiga 500. Quanti pomeriggi passati insieme a sperimentare di tutto e di più!… Sono ormai passati 30 anni ma la passione Amiga è ancora viva, tanto da spingermi quest’anno (complice un’occasione letteralmente irrinunciabile) ad acquistare uno splendido Amiga 1000, macchina quasi “mitologica” per noi amighisti. Devo ringraziare Tiziano G. per avermi venduto questo Amiga 1000 PAL/europeo caratterizzato da uno stato di conservazione incredibile. Ed eccolo qua, appena arrivato a casa, ancora sporco ma funzionante:
La mitica manina che, nel caso dell’Amiga 1000, chiede il disco del Kickstart.
Trattandosi di un retrocomputer, fra l’altro poco diffuso, è bene adoperarsi per conservarlo al meglio: nessuna riparazione è necessaria ma, come ogni macchina delle nostre collezioni, procederò con un lavaggio ed un recap completo. Immaginate la mia emozione nello smontare la cover superiore e vedere per la prima volta “dal vero” tutte le firme del team originale di sviluppo del progetto Amiga! Nella foto ingrandita in alto a destra è possibile vedere la firma del grandissimo Jay Miner e l’impronta del suo cane Mitchy:
Meraviglia!
In generale il computer è in uno stato di conservazione davvero ottimo, le seguenti foto sono state scattate senza togliere nemmeno la polvere:
Da sx a dx: Denise, Agnus (nel raro package DIP a 48 pin) e Paula. Sulla motherboard questi 3 chip sono identificati dalla prima lettera del loro nome. Denise e Paula sono ceramici.
Il processore 68000.
L’etichetta posizionata sotto la macchina.
Smontando il drive da 3.5” mi sono reso conto che è identico a quello contenuto nel lettore floppy 3.5” Commodore 1581 per C64/C128:
L’alimentatore interno aperto:
L’Amiga 1000 nasce con 256k di RAM interna (chip RAM) espandibili utilizzando un’apposita cartridge da 256k che porta la chip RAM ad un totale di 512k; la macchina in questione è già dotata di questa cartridge:
La tastiera è piuttosto compatta (e sporca!), nella seguente foto è possibile confrontarla con quella del mio storico Amiga 2000:
In alto: tastiera Amiga 2000; in basso: tastiera Amiga 1000.
Procedo con lo smontaggio e lavaggio della tastiera (eseguito semplicemente con acqua e sapone neutro); la barra spaziatrice ed il tasto RETURN sono un po’ ostici da smontare (vero Erri? 😉 ) a causa di 2 ferretti che ne guidano il movimento (visibili nella foto che mostra i tasti smontati):
Ed ecco la tastiera tornata all’antico splendore:
Wow!
La motherboard di questo Amiga 1000 è la 252277 (86.03.28). L’ho pulita semplicemente con l’aspirapolvere utilizzando la spazzola aspirante in dotazione. Ecco qualche foto di questo magnifico pezzo d’elettronica scattata prima del recap, lo stato di conservazione è a dir poco eccellente:
C78 manca “di default” nella board 252277.
È il momento di sostituire tutti i condensatori elettrolitici (che hanno sulle spalle ben 34 anni). Se anche voi volete cimentarvi nell’impresa questa è la “lista della spesa” (includo anche le varianti per l’altra versione di motherboard PAL/europea esistente, la 252277-01, e l’occorrente per il recap dell’alimentatore):
Amiga 1000 PAL board P/N 252277 / 252277-01 electrolytic capacitors list
All electrolytic capacitors are through hole radial.
Di seguito due foto scattate durante e dopo il recap della motherboard (i nuovi condensatori elettrolitici sono neri):
Il nuovo condensatore principale dell’alimentatore è più alto del vecchio ma fortunatamente ci sta!! (in effetti è sovradimensionato nel voltaggio):
Per un pelo!!!
Dopo il recap, procedo al lavaggio di tutte le plastiche, sempre con acqua e sapone neutro. Le plastiche sono davvero in ottimo stato. Ora posso finalmente procedere al riassemblaggio finale:
Super schermato!
Signore e signori, ecco a voi un Amiga 1000 tornato al suo splendore originale!
Ed un test finale con Pinball Dreams, che spettacolo! 🙂 Buon retrocomputing a tutti!
In questo articolo vi voglio parlare di come ho affrontato il ripristino della tastiera dell’ Amiga 1000 da evidenti segni di ruggine che hanno danneggiato il basamento metallico su cui sono montati tutti gli switches dei tasti.
Cercherò di descriverla a fasi visto che il processo è stato abbastanza lungo:
Dopo aver tolto le plastiche della scocca superiore/inferiore per prima cosa ho dovuto smontare uno ad uno tutti i tasti attraverso questo “santo” strumento che mi ha permesso di preservare gli incastri con gli switches.
Successivamente mi sono accorto che il basamento metallico aveva diversi punti di ruggine più o meno estesa su cui sono dovuto intervenire con della carta vetrata fine per eliminare tutta la corrosione che si era venuta a creare ed il risultato è stato questo.
Dopo questo passaggio ho trovato un’altra magagna ovvero lo switch del tasto 7 del tastierino numerico era parzialmente frantumano nel punto di incastro.
Furbamente incollato, da chi me l’ ha venduta in modo che non si vedesse, quel pulsante era inutilizzabile…eh già…chi mai penserebbe di andare a schiacciare tutti i tasti della tastiera di un’ Amiga 1000 quando ti trovi davanti per davvero tutta la bellezza di questo pezzo di storia commodoriana ormai introvabile e per di più ricercatissimo???
Fortunatamente tramite canali online è ancora fattibile riuscire a trovare pezzi di ricambio usati e quindi sono in attesa dell’arrivo dello switch ma per il momento andiamo avanti…
Dopo aver spazzolato via tutta la ruggine ho provveduto a spennellare con molta calma e precisione tutti i punti incriminati dandoci dell’aggrappante per metalli.
Il giorno seguente ho ripassato le zone in cui avvo dato l’aggrappante con ben due mani di nero opaco da bomboletta che mi hanno permesso di recuperare completamente il basamento metallico ottenendo un buon risultato come si evince dalle foto seguenti.
A questo punto, dopo aver controllato la bontà di tutti gli altri switches sono passato alla fase si sbiancamento dei tasti che avevo accuratamente messo in un paio di piatti di plastica all’inizio e con un bel mix di Oxygen 30Vol. + Bicchierino di Vanish Oxi + 150ml di acqua è passata sia la paura che il giallo limone.
Infine è arrivata l’ultima fase ovvero il montaggio di tutti i tasti e su questo voglio fare una importante precisazione relativamente ad alcuni di questi che richiedono uno attenzione molto particolare.
Ci sono i tasti Enter, Shift SU, barra spaziatrice del layout principale e il tasto ENTER, numero 0 del layout del tastierino numerico che hanno dei ferretti metallici incastrati sotto.
Per toglierli come per rimetterli questi ferretti hanno bisogno di una piccola pressione da parte di un cacciavite piatto di quelli da orologiaio primo di poterli estrarre o rimettere tramite l’incastro meccanico con il suo switch.
Ho fatto qualche foto del tasto “ENTER” e “Barra Spaziatrice” come esempio per cercare di ricordarsi come sono messi visto che sono parecchio nascosti.
Giusto per farvi capire la difficoltà anche le foto stesse non rendono giustizia.
Per non sbagliare mi sono fatto anche un piccolo promemoria :))))))))))))))))
Eccoci arrivati alla fine di questo articolo con il ri-montaggio di tutti i tasti perfettamente lindi e sbiancati come erano in origine in attesa del tasto 7…
Oggi vorrei parlarvi della mia esperienza personale legata alle ACA – Amiga Classic Accelerator, la scheda turbo per computer classici Amiga nello specifico il 1200.
Parto un pò da lontano dicendovi che prima di arrivare all’ aca sono stato un felice possessore di una Blizzard VIPER 1230 – Frequenza 28 MHz con FPU 68882 e 8 MB di RAM della Power Computing.
E’ stato un prodotto veramente valido che ho usato per diversi anni e nonostante fosse una scheda di “vecchia generazione” appartenente agli anni 90 non mi hai mai lasciato a piedi.
L’unico limite per cui ho deciso di cambiarla è stato il passaggio ad Amiga OS3.9 che richiede un quantitativo di ram nettamente superiore.
Oggi come allora la RAM è fondamentale con la sola differenza che oggi, costa praticamente niente.
Di seguito alcune foto che ho fatto prima di separarmene…
Tornando quindi all’ACA che ho acquistato posso dirvi che è dotata di un processore 68030 a 50 MHz inclusa la MMU con 128 MB di memoria ram.
1 MB di questa memoria è riservato per una copia della ROM del kickstart mentre il resto può essere usato come memoria di lavoro per programmi, giochi, utility e tanto altro.
L’ ACA1233n-55 è dotata della tecnologia IDE speeder che accelera la porta IDE interna dell’A1200 dando un pò di brio come tempi di accesso in lettura e scrittura.
Da quello che ho potuto capire documentandomi un pò, ho scoperto che il modello di punta (unico rimasto on line da poter acquistare) ha una memoria molto più veloce rispetto alla maggior parte dei modelli prodotti precedentemente, che utilizzano sempre un processore 68030.
Fortunatamente hanno mantenuto la compatibilità con PCMCIA: lo slot può ancora essere utilizzato, ad esempio per una scheda di rete.
Come tutte le schede acceleratrici che si rispettino c’è sempre il rovescio della medaglia ovvero che alcuni programmi/giochi/utility meno recenti non funzionano con i processori motorola 68030.
In questi casi, la scheda può essere disabilitata andando a spegnere il 68030 in modo da rendere nuovamente attivo il processore originale del 1200.
Oppure può essere ridotta la memoria fino a 0MB come “Fast Ram”, in modo che il 1200 ritorni allo stato originale senza alcun tipo di modifica e senza dover rimuovere la scheda.
Insomma, essendo un prodotto di nuova concezione permette veramente di fare un sacco di cose.
Dopo averla testata a fondo posso dire che è molto stabile, scalda poco (ho messo un dissipatore passivo giusto per precauzione) e l’ OS3.9 ne ha beneficiato sotto tutti i punti di vista.
Finalmente adesso ho la possibilità di usare un sistema operativo ottimizzato e velocizzato avendo a disposizione una “Real Gamer Machine“.
Esistono tanti eventi più o meno conosciuti, dove poter vedere, eventualmente utilizzare i nostri amati “retrocosi”. Uno di questi momenti, lo aspetto con molta trepidazione, come un bambino in fila alla biglietteria di Gardaland che aspetta di antrare, ed è Brusaporto Retrocomputing, detto anche Brusaretro.
Foto di gruppo degli espositori e dei simpatizzanti del 2019!
Per l’edizione 2019 abbiamo anche deciso di partecipare attivamente fermando un tavolo per esporre un po’ di cose assortite, tutte prodotte da Commodore.
In realtà oltre alle bellissime macchine, console e prototipi esposti, il vero valore di Brusaporto sono le persone che si incontrano, le storie che si sentono e l’interesse e la curiosità che si respira.
Come in una “fiera di settore” ci si può confrontare con persone che nel panorama italiano hanno partecipato anche da protagonisti a quei fantastici anni 80 dove l’home computer è nato, maturato ed invecchiato (non deceduto).
Partecipando a Brusaretro si sperimenta come la scena del retrocomputing sia attiva non solamente nel ricordare quant’era bello quando si faceva così tanto con così poco, ma anche nel creare continuamente accessori, schedine, software di ogni tipo: basti pensare ai giochi che vengono rilasciati ogni mese, ai contest di programmazione che spuntano qua e la, addirittura alle BBS in petscii!
A Brusaporto a noi “nerdoni” non manca nulla: appassionati, computer, videogame e novità stupefacenti si trovano tutte insieme nello stesso luogo e nello stesso giorno!
Ed ora un po’ di foto del nostro banchetto! Grazie a Daniele Lena, organizzatore e webmaster e a tutti quelli che si fanno in quattro per offrici questa bella giornata.
Nelle foto: commodore Plus4 (versione giochi invernali tenuti in Canada), commodore drean 64 (argentino), commodore 16 sigma (messicano), Amiga 2000 (espansa con scheda PICASSO), Amiga 3000 (questa è bella già così). (Eravamo così presi che ci siamo dimenticati di farci una foto di gruppo!)