Brusaporto Retrocomputing 2024, the ultimate gathering!

Raccontare Brusaporto Retrocomputing 2024 in modo esauriente vorrebbe dire farci una serie composta da millemila puntate su DMAX, infatti ogni singola macchina esposta è pervasa da un’aura di importanza che non lascia indifferenti. Alla base di ogni pezzo esposto c’è sempre l’obiettivo di stupire e interessare, perché si sa, il pubblico di Brusaretro è un “cicinino” esigente.

Se si considera Brusaretro la cartina tornasole della scena dei retrocomputeristi in Italia, beh… devo dire che il livello è alto. In generale, ogni settimana ormai, si registrano in giro per l’Italia eventi legati alle tematiche del retrocomputing, il movimento sta crescendo, ha voglia di fare, si organizza, si aggiungono nuovi appassionati, purtroppo qualcuno magari molla o si prende un periodo sabbatico, ma è fisiologico. Ne consegue che la crescita porta il bello e il brutto al retrocomputing: nascono riviste tematiche (Retrocomputer, Passione Amiga, RetroMagazine e tanti altri), escono tante pubblicazioni e dispositivi nuovi, una rete di youtuber/streamer fa divulgazione su questo tema, sui social i gruppi nascono come funghi e le associazioni tengono conferenze nelle scuole e nei musei, stand a manifestazioni non solo del settore. Di contro purtroppo nascono invidie, incomprensioni di difficile conciliazione, la maggiore richiesta e la sempre più bassa disponibilità fa salire i prezzi, le aziende cercano di fare soldi da questo mercato.

Serve fare una considerazione anche sui visitatori, c’erano tutti i volti e i nomi “noti”, quindi la sensazione che ho avuto è stata proprio quella di essere ad una riunione di famiglia, dove tutti hanno dato il loro meglio, con la massima passione e disponibilità.

D’altro canto questa percezione del “volerci essere tutti” si aveva anche semplicemente guardando la lista degli espositori e leggendo le comunicazioni del webmaster Daniele Lena che chiedeva di adottare un espositore, come Nerdoni abbiamo felicemente adottato Enrico Sartori che si è trovato dopo pochissimi giorni già in lista d’attesa tra gli esclusi.

Un grossissimo plauso all’organizzazione che ha aggiunto un posto a tavola, anzi ha aggiunto addirittura più tavoli per farci stare tutti.

Ognuno che abbia partecipato come espositore e visitatore si è portato a casa qualcosa, magari anche dal tavolo dei regali. Come gruppo dei Nerdoni vogliamo contribuire con il nostro punto di vista e le nostre esperienze che potrebbero coincidere con quelle di altri “colleghi” o invece risultare come delle novità.

Partiamo dai nostri computer esposti, per quanto ogni anno si cerchi di portare pezzi diversi dagli altri, poi succede che le carte in tavola cambino all’ultimo momento sparigliando il mazzo.

Cloni di Apple II e dove trovarli

Il Lemon Il é un clone italiano del computer Apple Il Europlus, noto per la sua compatibilità al 100% con il sistema originale e disponibile in varie edizioni, con differenti case, ROM e anche in versione portatile da varie aziende italiane, la Selcom, Jen, Belton e Lemon Italia, sulla base della scheda madre prodotta da Selcom a partire dal 1981. La piena compatibilità e il costo ridotto, meno della metà di un Apple II originale, determinarono il suo successo commerciale. Sul mercato italiano divenne uno dei doni più diffusi a livello casalingo; inizialmente era venduto solo corna scheda elettronica, tastiera e alimentatore, senza neppure un case. Nel 1983 il Lemon II fu leggermente modificato con l’adozione di una nuova tastiera con tastierino numerico esadecimale. La gamma fu ampliata affiancando al Lemon II con 48 kB di ram (JEN PC 1) una versione con 64 kB di ram (JEN PC 2) ed una con processore aggiuntivo Z80 (JEN PC 3). Quest’ultima versione, denominata “Biprocessor 64”, consentiva l’utilizzo del sistema operativo CP/M, particolarmente apprezzato dall’utenza commerciale. Nel 1984 il Biprocessor 64 fu dotato di un lettore floppy integrato nel case, e prese il nome di Biprocessor 64 C, dove la C sta ad indicare “compatto”. (Credits by Luigi Serrantoni)

L’ITT 2020 é stato il primo clone dell’Apple II, prodotto da ITT nel Regno Unito su licenza di Apple Computer, specificatamente per il mercato europeo. Nel Regno Unito, è stato distribuito da Microsense Computer Limited. Nel Benelux, è stato distribuito da Bell Telephone mfg. company. L’ITT 2020 é stato rilasciato nel 1979, ma é stato prodotto solo per pochi anni. La differenza principale, e il motivo per cui ITT credeva che questo personal computer avrebbe avuto successo, era che il segnale video a colori era conforme allo standard europeo PAL, piuttosto che allo standard americano NTSC. Ciò significava che la grafica a colori poteva essere visualizzata utilizzando un monitor o un televisore europeo standard, anziché dover importare un monitor NTSC dall’America o dal Giappone come nel caso dell’Apple II. L’altro cambiamento più significativo è stata la risoluzione grafica ad alta risoluzione. ITT ha aumentato la risoluzione orizzontale dai 280 pixel utilizzati dall’Apple II Plus a 360 pixel. La risoluzione verticale, tuttavia, è rimasta la stessa. Ciò ha reso molti programmi Apple II incompatibili con questo computer. La risoluzione più alta era una conseguenza necessaria della frequenza più alta delle sottoportante colore PAL. Per fornire abbastanza bit al registro di spostamento video per generare la frequenza più alta della sottoportante PAL, erano necessari 9 bit per posizione di memoria, anziché i 7 bit utilizzati dell’Apple II+. Per ottenere ciò, è stato aggiunto un chip di memoria Hires da 16Kx1 alla scheda madre, che ha aggiunto un 9° bit alle pagine di memoria Hires (da 0x2000 a 0x5FFF). Ciò ha reso necessario modificare le routine grafiche nell’interprete Applesoft Basic di Apple nella ROM. Per sottolineare questa differenza, ITT lo ha chiamato “PALSOFT”. Per fare spazio alle routine grafiche più lunghe (la manipolazione del 9° bit richiedeva codice extra), l’istruzione HPLOT è stata limitata a un singolo parametro, anziché a una stringa di parametri. ITT ha anche fornito un’unità floppy disk identica all’unita disco dell’Apple ll con 13 settori e DOS 3.2. Non hanno mai fornito l’aggiornamento a 16 settori e DOS.

Fondata nei primi anni del 1900, Bell & Howell è sempre stata associata ad apparecchiature audio-video, come telecamere, proiettori e simili. Nel 1979, fornirono un sistema informatico che vendevano principalmente a istituti scolastici: non era possibile acquistarne uno, non era disponibile nel canale di retail computer .
Il “computer Bell & Howell” è in realtà un computer Apple II Plus . Il case normalmente beige è ora nero e vi è stata attaccata un’etichetta Bell & Howell. I sistemi Bell and Howell avevano la stessa tastiera dell’Apple II originale, sebbene fosse nera anziché marrone.
I sistemi successivi avevano un indicatore di alimentazione incassato anziché lo stile rialzato come si vede su questo sistema.
Aprendo il case ed analizzando ed analizzando la parte hardware notiamo che  non c’è differenza: la scheda madre, l’alimentatore e l’elettronica della tastiera sono tutti Apple.
Venne tuttavia modificato con l’introduzione di alcuni accorgimenti poiché era previsto che il  computer fosse posizionato nelle aule con bambini e potenziali neofiti del computer,  per renderlo più facile e sicuro da usare.
L’utilizzatore non poteva  più accedere all’interno del computer quando era  acceso, una vite che teneva  chiuso il coperchio attivava  anche un interblocco elettrico  che bloccava l’alimentazione se la vite veniva rimossa.
Tutti i connettori dell’interfaccia del computer vennero semplificati – niente più fili pendenti dai fori come sull’Apple II originale.
Per ottenere ciò, Bell & Howell ha aggiunto  un grande modulo di interfaccia sul retro del sistema che i computer Apple non avevano. Questo modulo includeva :
Una maniglia di trasporto integrata. Il cavo elettrico si avvolge anche per lo stoccaggio.
Connettori per registratore di cassette audio per l’archiviazione dei dati.
Uscita audio e video, nonché ingressi audio aggiuntivi con controlli del mixer.
Uscite per cuffie e altoparlanti. Tre jack di alimentazione da 110 V CA con un interruttore ON/OFF separato per collegare apparecchiature aggiuntive.
Anche le unità floppy Bell & Howell erano nere, ma erano comunque solo unità floppy Apple II “ribrandizzate”.

Apple IIe Platinum
Nel 1987, l’Apple II esisteva da dieci anni. Aveva abilmente portato Apple attraverso la drammatica ascesa della rivoluzione del personal computer . A metà degli anni ’80, Apple sospettava che la fine fosse vicina, ma i fedeli dell’Apple II, con montagne  di software, non erano pronti a lasciar andare. In risposta, Apple lanciò l’Apple IIe Platinum, fornendo un IIe “migliorato” con una tastiera espansa e un nuovo case di colore grigiastro.
L’Apple IIe Platinum era un seguito dell’Apple IIe macchina di grande successo. Originariamente rilasciato nel 1983, l’IIe gareggiava con computer come IBM PC e PCjr e impressionanti sistemi a basso costo come Commodore 64, Tandy Color Computer e Atari XL. L’IIe migliorò l’II e l’II Plus originali semplificando la scheda logica e rivedendo leggermente il case e la tastiera. Il suo miglioramento più grande fu la fornitura di testo incorporato a 80 colonne e caratteri minuscoli. Nel 1985, Apple “migliorò” ulteriormente l’IIe aumentando la RAM da 64k a 128k, aggiungendo una ROM da 32k e sostituendo il processore 6502 con il 65C02 utilizzato nell’Apple IIc.
Nell’87, il modello Platinum mantenne tutti quei miglioramenti ma semplificò ulteriormente la scheda logica e adottò il layout della tastiera utilizzato nell’Apple IIGS, incluso un tastierino numerico separato. Questa configurazione fu venduta per oltre sei anni, essendo l’ultima della linea Apple II interrotta alla fine del 1993.

La famiglia Olivetti Prodest al pranzo della domenica

Con il marchio “Olivetti Prodest” la famosa azienda italiana voleva guadagnare la sua fetta di mercato nel settore degli home computer. Correva l’anno 1986 e il mercato dei computer domestici, quelli nella cameretta con la TV dismessa dalla cucina, o attaccati alla TV del salotto, era un mercato affermato in velocissima evoluzione. Negli uffici esistevano già i personal computer facilmente distinguibili per l’elevato costo, la scarsa grafica e l’hardware modulare ed espandibile. Gli home invece erano prodotti “out of the box”, ed il software venduto aveva copertine colorate ed evocative.
Il PC128 è il primo della gamma Prodest. Olivetti creò un clone del MO6 della francese Thomson, “ribrandizzando” la scocca e le ROM. La famiglia dei Thomson MO* e TO* avevano l’obiettivo di alfabetizzare informaticamente la gioventù francese, con un progetto organizzato a livello statale nelle scuole ed in TV come era stato per gli Acorn BBC in UK. Per questo in Francia ci fu una base solida e consolidata di HW e SW, che in Italia Olivetti diffuse praticamente “cambiando solo l’etichetta”. Ne consegue che il parco software molto spesso è in francese o ha riferimenti alla cultura francese.
A mio parere il segnale RGB portato via SCART è un pregio enorme in questo computer.
La grafica ha varie modalità da 640×200 a 2 colori fino a 160×200 a 16 colori, con purtroppo un suono carente ad un canale a 5 ottave (Wikipedia su questo dà i numeri, diffidate).
Il pubblico ha apprezzato l’uso della penna ottica con ColorPaint utilizzabili durante la giornata.


Gioco in foto: Creepy Carrots by Paolo Cattaneo / March 2024 / Developed with ugBasic
In questo esemplare si può apprezzare la BIGROM di Dino Florenzi. Per maggiori info e per altri progetti interessanti guardate il progetto su GitHub

Il PC128S è il secondo della gamma Prodest Olivetti, e, per mio gusto personale, il più interessante della famiglia.
L’azienda italiana avendo quote societarie di ACORN, prese il progetto BBC Master 128 e scelse la versione “compact“ con unità computer separata da unità disco (e power supply).
A parte l’espandibilità che veniva “persa”, la versione italiana prendeva il meglio degli inglesi, ad esempio ADFS, un file system piuttosto sofisticato per un 8 bit, e sicuramente un design più raffinato.
Inoltre il computer per essere un 8 bit aveva  tutte le caratteristiche più avanzate di quella generazione: floppy disk da 3,5 ad alta capienza (640K), 128Kb di RAM, grafica avanzata, chip sonoro a più canali, una CPU a 2MHz, segnale RGB ed una tastiera di qualità professionale.
La grafica varia da 640×256 a 2 colori fino a 160×256 a 8 colori, con un suono molto interessante a 4 canali a 7 ottave.
In questo esemplare si può apprezzare la modifica con firmware FLASH FLOPPY basato su hardware GOTEK, display OLED ambra.
Espanso per supportare anche le immagini DFS del BBC Micro e Master.
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A PROTEUS075@gmail.com
Grazie al suo prezioso aiuto abbiamo potuto apprezzare le demo del team bitshifters e lo slideshow pensato ad hoc per Brusaporto retrocomputing 2024

Principalmente pensato come home computer ma con uno sguardo al professionale, puntava a rilanciare il marchio Prodest, da sempre home computer in versione compatta (tastiera + motherboard + floppy + power supply) già uscito nelle versioni PC128 (rebrand del Thomson MO6) e PC128S (rebrand dell’Acorn BBC Master compact), con un progetto ORIGINALE su piattaforma IBM compatibile.
Purtroppo, essendo nell’88 la coppia CPU+GRAFICA, risultava carente rispetto a capolavori come AMIGA o ATARI ST (e ACORN ARCHIMEDES…) e nemmeno il prezzo riusciva ad essere competitivo.
Si noti però la cura di Olivetti per il design, sia in termini estetici, sia da un punto di vista ergonomico. Ad esempio i floppy da 3,5” da 720Kb sono frontali e facilmente accessibili, rispetto ad altri compatti dove bisogna andare a “centrare il buco” nascosto sul fianco 😉

Altre caratteristiche:

· Ram 640 KByte

· Grafica CGA 320×200 4 colori, ma come?! Nel gioco in foto ce ne sono 16!

· Suono: PC buzzer

· Storage: 1 o 2 Floppy 3,5” a 720KB / Floppy esterno da 5,25” a 360Kb

· Supporto di massa: HDD Conner 2034 (30Mb)

L’esemplare esposto è stato modificato per utilizzare memorie Compact Flash, in base all’ottima guida scritta da Simone Riminucci per TheOnePage (TI99iuc.it).
Degni di nota sono anche il floppy esterno da 5,25”, ed il monitor a colori con apposito supporto, entrambi inusuali da vedere.
Per poter utilizzare tutti i 512Mb della compact flash in una sola partizione è stato installato Compaq DOS.
In foto si vede la demo di “Monte Preyer” (spero di ricordare il nome), gioco pensato e sviluppato da Davide Ottonelli e Massimiliano Pascuzzi sfruttando la “misteriosa” modalità con palette a 16 colori del chip video del PC1

L’Amiga A500 per il CAD 3D di Andrea

Se durante la manifestazione avete visto un personaggio perso nei suoi pensieri mentre spippolava con Imagine 2.0 attorno ad un modello 3d, beh quello era Andrea, il nostro nerdone amighista, mentre usava la sua Amiga 500 della sua adolescenza potenziata con HARDITAL BigBang 030 che faceva viaggiare l’amiga con un CPU 68030 + FPU 68882. I tempi di rendering più complessi richiedevano comunque diverse ore… altroché quel fulmine di caricamento da datassette!!

Enrico, sei stato adottato… 😉

Come Nerdoni abbiamo a cuore anche le cause umanitarie, per cui rispondiamo all’appello di Daniele di adottare un espositore in lista d’attesa. Per il secondo anno accogliamo nei nostri tavoli Enrico Sartori che con il suo prezioso contributo ci aiuta ad arricchire l’esposizione.

Quest’anno ci ha portato un MSX2 (NMS 8280) brandizzato Phonola, acquistato da poco al mercatino di Marzaglia e subito valorizzato in mostra.

I puritani dell’arcade perfect invece si sono potuti cimentare con la vera ed ineguagliabile console SNK NEO-GEO (AES), unico esemplare esposto in tutta la mostra, collegata ad un CRT dalle dimensioni generose.

I nostri amici

Postiamo un po’ di foto ed un po’ di ricordi a mo’ di roba buttata sul tavolo regali:
GiuSimo che senza dire niente, parte con la ripresa del suo video con un inconsapevole Luca e la sera stessa lo mette online:
https://youtu.be/UL9KDxctfZM?t=1346
Il “Dottore dei Mac” Alessandro che, la sera dopo Brusa, si rimette subito in sella e ripara un Mac Plus, dato per irrecuperabile, a Davis Quirico e lui incredulo gli lascia uno sticker con Alle che spiega a Steve Jobs come si aggiusta un Mac:

Mirco “Retrofixer” che viene da “in culo ai lupi” ma comunque è carico a molla e solare come non pochi, con a seguito moglie (santa donna), figli e anche i cani! Vestito da Kraftwerk, e in più porta anche un casino di roba bella.
Nico Avanzi su di giri che sprizza simpatia e arringa le folle con la sua sapienza, e poi ride meno quando gli tocca sparecchiare lo stand di RetroCampus col solito Gianluca Palladini, compagno di mille “sparecchiate”.
Andrea Matteucci, genio indiscusso delle riparazioni impossibili, che nell’uso della penna ottica, prende paga dalla bimba.
Stampante C= appoggiata sul tavolo regali e durata 5 secondi, tipo anziani ai buffet delle inaugurazioni.
Tutti spaesati perchè Luca non ha portato il suo Amiga 2000 con case trasparente.
Dario/Pellicus un coder / demoscene da paura tuttora attivo simpaticissimo che ci racconta aneddoti spaziali!
https://www.pouet.net/prod.php?which=96598
https://www.pouet.net/prod.php?which=98132
Il Cusani che intervista il Righi a tradimento: https://youtu.be/g6w4js7TE0s?t=536
I nerdoni che come dei bimbi timidi vogliono farsi la foto con la loro eroina Eleonora Sayaka
Matteo che si sacrifica e al ristorante ripete l’aneddoto della pizza (Enrico ci sei mancato) beccandosi due diti medi ed espulsione diretta!


Il pranzo con gli amici di ogni Brusaporto: Lo “zio” Tiziano, Camillo e Carlo Piacentini.

E infine la soddisfazione di incontrare persone dal vivo, che di solito sono solo nomi o volti nei social e nei forum, con molti purtroppo non si è nemmeno fatto in tempo a scambiare due battute, perché sembra che la giornata non finisca mai, ma arrivati a sera, ci si rende conto di aver fatto a malapena un giro!

Un po’ di video pubblicati da:
Luke74 Channel https://youtu.be/g6w4js7TE0s
LoAnMiLu https://www.youtube.com/watch?v=N_ycspZGlWI
The Lost C https://youtu.be/f-JsP_7u1xg
Lamer house https://youtu.be/cGVzlSPqxRQ?t=76 https://youtu.be/CMWH1JitNY0
Ezio Bagnis / TV Bergamo: https://www.facebook.com/eziobagnis/videos/832527515477193?idorvanity=178614995751
proteus075 https://youtu.be/0i0gYv1Qm6o
Il Commodorista https://youtu.be/5aiCbiD_LZo
Davide Mallus https://youtu.be/JBemRqAhgx4?t=119

Per altre foto e gallery fate riferimento alla pagina FB ufficiale di Brusaporto Retrocomputing

NB: se avete altri video di Brusaporto Retrocomputing 2024 mettete il link nei commenti e li riporterò volentieri in questa lista!!!

Brusaretro 2024 Gallery

Brusaporto Retrocomputing 2023, Just a Perfect Day: intervista a Enrico Sartori

Vogliamo pubblicare una intervista al nostro amico Enrico Sartori, anche lui appassionato di retrogaming e retrocomputing, che quest’anno ha partecipato ed esposto al suo primo Brusaporto Retrocomputing in qualità di “Nerdone per un giorno”.

Matteo (nerdone.it): Un saluto e grazie di essere qui a rispondere alle nostre domande, siamo curiosi di sentire la tua “prima volta” a BrusaRetro.

Enrico: grazie a voi per la disponibilità, essere “Nerdone per un giorno” per me è un onore, vista la mia ignoranza in materia elettronica ed informatica. La passione per queste fantastiche macchine però è la stessa.

Matteo: Volendo descrivere questa giornata con uno slogan come la intitoleresti?

Enrico: Brusaporto 2023 – Just a perfect day

Matteo: ah ok, tradisci la tua altra grande passione, ovvero la musica rock che diffondi con progetti molto interessanti nelle scuole con la tua band Flexus!

Enrico: in realtà il mio primo approccio alla musica è stato con il Soundtracker su Amiga, quindi il computer è stata per me la chiave d’accesso per quella che poi è diventata la mia professione.

Matteo: Ma torniamo a noi, fammi un po’ di cronaca…

Enrico: Sveglia alle 5:00, ritrovo alle 5:40 al casello di Carpi, il primo insospettabile si dimentica a letto (nota di Matteo: avevo messo la sveglia ma non l’avevo attivata) ma partiamo ed arriviamo puntuali alle 8:00.

Lo staff è già operativo e ci accoglie da grandi amici, sorprendendoci con l’assegnazione di ben 6 tavoli (!!!) per le nostre esposizioni.

La passione degli standisti è palpabile: riproduzioni fedelissime, rarità, hackings estremi e progetti vecchi e nuovi per mantenere in vita le nostre amate retromacchine…

Matteo: Ok, per essere la prima volta stai andando molto bene…

Enrico: Poter parlare “face to face” con i massimi esperti a livello nazionale per me è stato impagabile, così come raccogliere  testimonianze delle “vecchie guardie” che hanno visto nascere l’era dei computers ed hanno vissuto a pieno la golden age anni ’80 e ’90.
Lo è stato altrettanto vedere gente emozionarsi davanti ad un Vectrex e sorprendersi perché ci puoi giocare anche col guitar hero … ed i più piccoli divertirsi come matti tra console e computer con quel brillo negli occhi per quei giochi che ci avevano fatto battere il cuore alla stessa età.
Certo, ogni tanto passa anche qualche logorroico che ti racconta tutta la sua vita informatica … ma lo perdoniamo perchè mosso dalla stessa passione … e perchè probabilmente finalmente si trova in mezzo a tanti amici che sanno condividerla.

Matteo: cosa ti ha impressionato maggiormente delle cose esposte?

Enrico: La macchina che personalmente mi ha emozionato di più è stata lo Sharp X68000, sogno di tutti noi teenagers anni ’90 in cerca dell’arcade perfect ma irrealizzabile perchè mai commercializzato in Europa. Anche l’Amiga più performante restava comunque un passo indietro e poterci mettere mano nella configurazione più completa (monitor, impianto audio ed adattatori joy 6 pulsanti) è stato un sogno. Se vinco 2.000 euro al gratta e vinci ci faccio un pensiero … 😀
Anche connettersi in BBS da terminale ADM-3A del ‘79 e giocare a Pong con una riproduzione fedele della brown box del 1968 è stato notevole.

Matteo: Concordo! L’X68000 era un pezzo di spicco tra quelli esposti, tu invece che feedback hai avuto dei pezzi che esponevi?

Enrico: Delle mie due macchine esposte, ovvero Macintosh SE/30 ed MB Vectrex, quella più gettonata è stata quest’ultima, soprattutto nella configurazione con Asteroids ed il joy imitazione arcade originale.
Il fascino primordiale del vettoriale puro è ancora magnetico a 40 anni di distanza.

Matteo: Hai aneddoti divertenti della giornata, da raccontarci?

Enrico: Ne avrei tanti, ad esempio un tizio sui cinquanta è letteralmente impazzito di fronte al Vectrex con Asteroids: “quante 100 lire ci ho messo al bar da monello … adesso non te lo mollo più ! “.
Ed in effetti ha monopolizzato la postazione per almeno mezz’ora con gli occhi spiritati!!!
Simpatici anche i diversi episodi in cui il babbo fa sedere il figlio e poi con la scusa di insegnargli i comandi si fa prendere dalla scimmia e continua a giocare in piedi col pargolo fra le braccia che lo guarda stupito in attesa che gli smolli il joystick … da sit com americana!
Ho sudato freddo quando l’ SE/30 ha ridotto la schermata ad una striscia verticale… ma fortunatamente lasciato qualche minuto spento si è ripreso. Era solo un acciacco … erano decenni che non restava acceso tante ore consecutive.

Matteo: Che ricordi ti ha lasciato Brusaporto Retrocomputing 2023?

Enrico: é stata una giornata tutta d’un fiato che vorresti non finisse mai, soprattutto per i tanti amici che abitano lontano e che per una volta riesci ad abbracciare di persona. Ma giunge al termine e tu peschi dal banco dei regali (tutte donazioni spontanee dei partecipanti) un souvenir per chi non é potuto esserci.
Come prima volta è stata una bellissima esperienza, spero di riuscire a partecipare anche alle prossime edizioni.

Matteo: Grazie Enrico per la tua testimonianza e grazie per la tua presenza a BrusaRetro!

Enrico: Grazie di cuore ai Nerdoni che mi hanno accettato come aggregato nella loro prestigiosa confraternita … spero di poter essere “Nerdone per un giorno” anche a Brusa 2024 😀

Le macchine esposte da Enrico:

Macintosh SE/30 con Bluescsi

MB Vectrex con controllers originali, controller custom e controller Asteroids Arcade Replica.

Vecmulti multicart, Vecvox sintetizzatore vocale audio, tutti i 23 overlays originali e Debris Revisited boxato, rarissimo gioco con grafica raster su questa macchina vettoriale.