Brusaporto Retrocomputing 2024, the ultimate gathering!

Raccontare Brusaporto Retrocomputing 2024 in modo esauriente vorrebbe dire farci una serie composta da millemila puntate su DMAX, infatti ogni singola macchina esposta è pervasa da un’aura di importanza che non lascia indifferenti. Alla base di ogni pezzo esposto c’è sempre l’obiettivo di stupire e interessare, perché si sa, il pubblico di Brusaretro è un “cicinino” esigente.

Se si considera Brusaretro la cartina tornasole della scena dei retrocomputeristi in Italia, beh… devo dire che il livello è alto. In generale, ogni settimana ormai, si registrano in giro per l’Italia eventi legati alle tematiche del retrocomputing, il movimento sta crescendo, ha voglia di fare, si organizza, si aggiungono nuovi appassionati, purtroppo qualcuno magari molla o si prende un periodo sabbatico, ma è fisiologico. Ne consegue che la crescita porta il bello e il brutto al retrocomputing: nascono riviste tematiche (Retrocomputer, Passione Amiga, RetroMagazine e tanti altri), escono tante pubblicazioni e dispositivi nuovi, una rete di youtuber/streamer fa divulgazione su questo tema, sui social i gruppi nascono come funghi e le associazioni tengono conferenze nelle scuole e nei musei, stand a manifestazioni non solo del settore. Di contro purtroppo nascono invidie, incomprensioni di difficile conciliazione, la maggiore richiesta e la sempre più bassa disponibilità fa salire i prezzi, le aziende cercano di fare soldi da questo mercato.

Serve fare una considerazione anche sui visitatori, c’erano tutti i volti e i nomi “noti”, quindi la sensazione che ho avuto è stata proprio quella di essere ad una riunione di famiglia, dove tutti hanno dato il loro meglio, con la massima passione e disponibilità.

D’altro canto questa percezione del “volerci essere tutti” si aveva anche semplicemente guardando la lista degli espositori e leggendo le comunicazioni del webmaster Daniele Lena che chiedeva di adottare un espositore, come Nerdoni abbiamo felicemente adottato Enrico Sartori che si è trovato dopo pochissimi giorni già in lista d’attesa tra gli esclusi.

Un grossissimo plauso all’organizzazione che ha aggiunto un posto a tavola, anzi ha aggiunto addirittura più tavoli per farci stare tutti.

Ognuno che abbia partecipato come espositore e visitatore si è portato a casa qualcosa, magari anche dal tavolo dei regali. Come gruppo dei Nerdoni vogliamo contribuire con il nostro punto di vista e le nostre esperienze che potrebbero coincidere con quelle di altri “colleghi” o invece risultare come delle novità.

Partiamo dai nostri computer esposti, per quanto ogni anno si cerchi di portare pezzi diversi dagli altri, poi succede che le carte in tavola cambino all’ultimo momento sparigliando il mazzo.

Cloni di Apple II e dove trovarli

Il Lemon Il é un clone italiano del computer Apple Il Europlus, noto per la sua compatibilità al 100% con il sistema originale e disponibile in varie edizioni, con differenti case, ROM e anche in versione portatile da varie aziende italiane, la Selcom, Jen, Belton e Lemon Italia, sulla base della scheda madre prodotta da Selcom a partire dal 1981. La piena compatibilità e il costo ridotto, meno della metà di un Apple II originale, determinarono il suo successo commerciale. Sul mercato italiano divenne uno dei doni più diffusi a livello casalingo; inizialmente era venduto solo corna scheda elettronica, tastiera e alimentatore, senza neppure un case. Nel 1983 il Lemon II fu leggermente modificato con l’adozione di una nuova tastiera con tastierino numerico esadecimale. La gamma fu ampliata affiancando al Lemon II con 48 kB di ram (JEN PC 1) una versione con 64 kB di ram (JEN PC 2) ed una con processore aggiuntivo Z80 (JEN PC 3). Quest’ultima versione, denominata “Biprocessor 64”, consentiva l’utilizzo del sistema operativo CP/M, particolarmente apprezzato dall’utenza commerciale. Nel 1984 il Biprocessor 64 fu dotato di un lettore floppy integrato nel case, e prese il nome di Biprocessor 64 C, dove la C sta ad indicare “compatto”. (Credits by Luigi Serrantoni)

L’ITT 2020 é stato il primo clone dell’Apple II, prodotto da ITT nel Regno Unito su licenza di Apple Computer, specificatamente per il mercato europeo. Nel Regno Unito, è stato distribuito da Microsense Computer Limited. Nel Benelux, è stato distribuito da Bell Telephone mfg. company. L’ITT 2020 é stato rilasciato nel 1979, ma é stato prodotto solo per pochi anni. La differenza principale, e il motivo per cui ITT credeva che questo personal computer avrebbe avuto successo, era che il segnale video a colori era conforme allo standard europeo PAL, piuttosto che allo standard americano NTSC. Ciò significava che la grafica a colori poteva essere visualizzata utilizzando un monitor o un televisore europeo standard, anziché dover importare un monitor NTSC dall’America o dal Giappone come nel caso dell’Apple II. L’altro cambiamento più significativo è stata la risoluzione grafica ad alta risoluzione. ITT ha aumentato la risoluzione orizzontale dai 280 pixel utilizzati dall’Apple II Plus a 360 pixel. La risoluzione verticale, tuttavia, è rimasta la stessa. Ciò ha reso molti programmi Apple II incompatibili con questo computer. La risoluzione più alta era una conseguenza necessaria della frequenza più alta delle sottoportante colore PAL. Per fornire abbastanza bit al registro di spostamento video per generare la frequenza più alta della sottoportante PAL, erano necessari 9 bit per posizione di memoria, anziché i 7 bit utilizzati dell’Apple II+. Per ottenere ciò, è stato aggiunto un chip di memoria Hires da 16Kx1 alla scheda madre, che ha aggiunto un 9° bit alle pagine di memoria Hires (da 0x2000 a 0x5FFF). Ciò ha reso necessario modificare le routine grafiche nell’interprete Applesoft Basic di Apple nella ROM. Per sottolineare questa differenza, ITT lo ha chiamato “PALSOFT”. Per fare spazio alle routine grafiche più lunghe (la manipolazione del 9° bit richiedeva codice extra), l’istruzione HPLOT è stata limitata a un singolo parametro, anziché a una stringa di parametri. ITT ha anche fornito un’unità floppy disk identica all’unita disco dell’Apple ll con 13 settori e DOS 3.2. Non hanno mai fornito l’aggiornamento a 16 settori e DOS.

Fondata nei primi anni del 1900, Bell & Howell è sempre stata associata ad apparecchiature audio-video, come telecamere, proiettori e simili. Nel 1979, fornirono un sistema informatico che vendevano principalmente a istituti scolastici: non era possibile acquistarne uno, non era disponibile nel canale di retail computer .
Il “computer Bell & Howell” è in realtà un computer Apple II Plus . Il case normalmente beige è ora nero e vi è stata attaccata un’etichetta Bell & Howell. I sistemi Bell and Howell avevano la stessa tastiera dell’Apple II originale, sebbene fosse nera anziché marrone.
I sistemi successivi avevano un indicatore di alimentazione incassato anziché lo stile rialzato come si vede su questo sistema.
Aprendo il case ed analizzando ed analizzando la parte hardware notiamo che  non c’è differenza: la scheda madre, l’alimentatore e l’elettronica della tastiera sono tutti Apple.
Venne tuttavia modificato con l’introduzione di alcuni accorgimenti poiché era previsto che il  computer fosse posizionato nelle aule con bambini e potenziali neofiti del computer,  per renderlo più facile e sicuro da usare.
L’utilizzatore non poteva  più accedere all’interno del computer quando era  acceso, una vite che teneva  chiuso il coperchio attivava  anche un interblocco elettrico  che bloccava l’alimentazione se la vite veniva rimossa.
Tutti i connettori dell’interfaccia del computer vennero semplificati – niente più fili pendenti dai fori come sull’Apple II originale.
Per ottenere ciò, Bell & Howell ha aggiunto  un grande modulo di interfaccia sul retro del sistema che i computer Apple non avevano. Questo modulo includeva :
Una maniglia di trasporto integrata. Il cavo elettrico si avvolge anche per lo stoccaggio.
Connettori per registratore di cassette audio per l’archiviazione dei dati.
Uscita audio e video, nonché ingressi audio aggiuntivi con controlli del mixer.
Uscite per cuffie e altoparlanti. Tre jack di alimentazione da 110 V CA con un interruttore ON/OFF separato per collegare apparecchiature aggiuntive.
Anche le unità floppy Bell & Howell erano nere, ma erano comunque solo unità floppy Apple II “ribrandizzate”.

Apple IIe Platinum
Nel 1987, l’Apple II esisteva da dieci anni. Aveva abilmente portato Apple attraverso la drammatica ascesa della rivoluzione del personal computer . A metà degli anni ’80, Apple sospettava che la fine fosse vicina, ma i fedeli dell’Apple II, con montagne  di software, non erano pronti a lasciar andare. In risposta, Apple lanciò l’Apple IIe Platinum, fornendo un IIe “migliorato” con una tastiera espansa e un nuovo case di colore grigiastro.
L’Apple IIe Platinum era un seguito dell’Apple IIe macchina di grande successo. Originariamente rilasciato nel 1983, l’IIe gareggiava con computer come IBM PC e PCjr e impressionanti sistemi a basso costo come Commodore 64, Tandy Color Computer e Atari XL. L’IIe migliorò l’II e l’II Plus originali semplificando la scheda logica e rivedendo leggermente il case e la tastiera. Il suo miglioramento più grande fu la fornitura di testo incorporato a 80 colonne e caratteri minuscoli. Nel 1985, Apple “migliorò” ulteriormente l’IIe aumentando la RAM da 64k a 128k, aggiungendo una ROM da 32k e sostituendo il processore 6502 con il 65C02 utilizzato nell’Apple IIc.
Nell’87, il modello Platinum mantenne tutti quei miglioramenti ma semplificò ulteriormente la scheda logica e adottò il layout della tastiera utilizzato nell’Apple IIGS, incluso un tastierino numerico separato. Questa configurazione fu venduta per oltre sei anni, essendo l’ultima della linea Apple II interrotta alla fine del 1993.

La famiglia Olivetti Prodest al pranzo della domenica

Con il marchio “Olivetti Prodest” la famosa azienda italiana voleva guadagnare la sua fetta di mercato nel settore degli home computer. Correva l’anno 1986 e il mercato dei computer domestici, quelli nella cameretta con la TV dismessa dalla cucina, o attaccati alla TV del salotto, era un mercato affermato in velocissima evoluzione. Negli uffici esistevano già i personal computer facilmente distinguibili per l’elevato costo, la scarsa grafica e l’hardware modulare ed espandibile. Gli home invece erano prodotti “out of the box”, ed il software venduto aveva copertine colorate ed evocative.
Il PC128 è il primo della gamma Prodest. Olivetti creò un clone del MO6 della francese Thomson, “ribrandizzando” la scocca e le ROM. La famiglia dei Thomson MO* e TO* avevano l’obiettivo di alfabetizzare informaticamente la gioventù francese, con un progetto organizzato a livello statale nelle scuole ed in TV come era stato per gli Acorn BBC in UK. Per questo in Francia ci fu una base solida e consolidata di HW e SW, che in Italia Olivetti diffuse praticamente “cambiando solo l’etichetta”. Ne consegue che il parco software molto spesso è in francese o ha riferimenti alla cultura francese.
A mio parere il segnale RGB portato via SCART è un pregio enorme in questo computer.
La grafica ha varie modalità da 640×200 a 2 colori fino a 160×200 a 16 colori, con purtroppo un suono carente ad un canale a 5 ottave (Wikipedia su questo dà i numeri, diffidate).
Il pubblico ha apprezzato l’uso della penna ottica con ColorPaint utilizzabili durante la giornata.


Gioco in foto: Creepy Carrots by Paolo Cattaneo / March 2024 / Developed with ugBasic
In questo esemplare si può apprezzare la BIGROM di Dino Florenzi. Per maggiori info e per altri progetti interessanti guardate il progetto su GitHub

Il PC128S è il secondo della gamma Prodest Olivetti, e, per mio gusto personale, il più interessante della famiglia.
L’azienda italiana avendo quote societarie di ACORN, prese il progetto BBC Master 128 e scelse la versione “compact“ con unità computer separata da unità disco (e power supply).
A parte l’espandibilità che veniva “persa”, la versione italiana prendeva il meglio degli inglesi, ad esempio ADFS, un file system piuttosto sofisticato per un 8 bit, e sicuramente un design più raffinato.
Inoltre il computer per essere un 8 bit aveva  tutte le caratteristiche più avanzate di quella generazione: floppy disk da 3,5 ad alta capienza (640K), 128Kb di RAM, grafica avanzata, chip sonoro a più canali, una CPU a 2MHz, segnale RGB ed una tastiera di qualità professionale.
La grafica varia da 640×256 a 2 colori fino a 160×256 a 8 colori, con un suono molto interessante a 4 canali a 7 ottave.
In questo esemplare si può apprezzare la modifica con firmware FLASH FLOPPY basato su hardware GOTEK, display OLED ambra.
Espanso per supportare anche le immagini DFS del BBC Micro e Master.
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A PROTEUS075@gmail.com
Grazie al suo prezioso aiuto abbiamo potuto apprezzare le demo del team bitshifters e lo slideshow pensato ad hoc per Brusaporto retrocomputing 2024

Principalmente pensato come home computer ma con uno sguardo al professionale, puntava a rilanciare il marchio Prodest, da sempre home computer in versione compatta (tastiera + motherboard + floppy + power supply) già uscito nelle versioni PC128 (rebrand del Thomson MO6) e PC128S (rebrand dell’Acorn BBC Master compact), con un progetto ORIGINALE su piattaforma IBM compatibile.
Purtroppo, essendo nell’88 la coppia CPU+GRAFICA, risultava carente rispetto a capolavori come AMIGA o ATARI ST (e ACORN ARCHIMEDES…) e nemmeno il prezzo riusciva ad essere competitivo.
Si noti però la cura di Olivetti per il design, sia in termini estetici, sia da un punto di vista ergonomico. Ad esempio i floppy da 3,5” da 720Kb sono frontali e facilmente accessibili, rispetto ad altri compatti dove bisogna andare a “centrare il buco” nascosto sul fianco 😉

Altre caratteristiche:

· Ram 640 KByte

· Grafica CGA 320×200 4 colori, ma come?! Nel gioco in foto ce ne sono 16!

· Suono: PC buzzer

· Storage: 1 o 2 Floppy 3,5” a 720KB / Floppy esterno da 5,25” a 360Kb

· Supporto di massa: HDD Conner 2034 (30Mb)

L’esemplare esposto è stato modificato per utilizzare memorie Compact Flash, in base all’ottima guida scritta da Simone Riminucci per TheOnePage (TI99iuc.it).
Degni di nota sono anche il floppy esterno da 5,25”, ed il monitor a colori con apposito supporto, entrambi inusuali da vedere.
Per poter utilizzare tutti i 512Mb della compact flash in una sola partizione è stato installato Compaq DOS.
In foto si vede la demo di “Monte Preyer” (spero di ricordare il nome), gioco pensato e sviluppato da Davide Ottonelli e Massimiliano Pascuzzi sfruttando la “misteriosa” modalità con palette a 16 colori del chip video del PC1

L’Amiga A500 per il CAD 3D di Andrea

Se durante la manifestazione avete visto un personaggio perso nei suoi pensieri mentre spippolava con Imagine 2.0 attorno ad un modello 3d, beh quello era Andrea, il nostro nerdone amighista, mentre usava la sua Amiga 500 della sua adolescenza potenziata con HARDITAL BigBang 030 che faceva viaggiare l’amiga con un CPU 68030 + FPU 68882. I tempi di rendering più complessi richiedevano comunque diverse ore… altroché quel fulmine di caricamento da datassette!!

Enrico, sei stato adottato… 😉

Come Nerdoni abbiamo a cuore anche le cause umanitarie, per cui rispondiamo all’appello di Daniele di adottare un espositore in lista d’attesa. Per il secondo anno accogliamo nei nostri tavoli Enrico Sartori che con il suo prezioso contributo ci aiuta ad arricchire l’esposizione.

Quest’anno ci ha portato un MSX2 (NMS 8280) brandizzato Phonola, acquistato da poco al mercatino di Marzaglia e subito valorizzato in mostra.

I puritani dell’arcade perfect invece si sono potuti cimentare con la vera ed ineguagliabile console SNK NEO-GEO (AES), unico esemplare esposto in tutta la mostra, collegata ad un CRT dalle dimensioni generose.

I nostri amici

Postiamo un po’ di foto ed un po’ di ricordi a mo’ di roba buttata sul tavolo regali:
GiuSimo che senza dire niente, parte con la ripresa del suo video con un inconsapevole Luca e la sera stessa lo mette online:
https://youtu.be/UL9KDxctfZM?t=1346
Il “Dottore dei Mac” Alessandro che, la sera dopo Brusa, si rimette subito in sella e ripara un Mac Plus, dato per irrecuperabile, a Davis Quirico e lui incredulo gli lascia uno sticker con Alle che spiega a Steve Jobs come si aggiusta un Mac:

Mirco “Retrofixer” che viene da “in culo ai lupi” ma comunque è carico a molla e solare come non pochi, con a seguito moglie (santa donna), figli e anche i cani! Vestito da Kraftwerk, e in più porta anche un casino di roba bella.
Nico Avanzi su di giri che sprizza simpatia e arringa le folle con la sua sapienza, e poi ride meno quando gli tocca sparecchiare lo stand di RetroCampus col solito Gianluca Palladini, compagno di mille “sparecchiate”.
Andrea Matteucci, genio indiscusso delle riparazioni impossibili, che nell’uso della penna ottica, prende paga dalla bimba.
Stampante C= appoggiata sul tavolo regali e durata 5 secondi, tipo anziani ai buffet delle inaugurazioni.
Tutti spaesati perchè Luca non ha portato il suo Amiga 2000 con case trasparente.
Dario/Pellicus un coder / demoscene da paura tuttora attivo simpaticissimo che ci racconta aneddoti spaziali!
https://www.pouet.net/prod.php?which=96598
https://www.pouet.net/prod.php?which=98132
Il Cusani che intervista il Righi a tradimento: https://youtu.be/g6w4js7TE0s?t=536
I nerdoni che come dei bimbi timidi vogliono farsi la foto con la loro eroina Eleonora Sayaka
Matteo che si sacrifica e al ristorante ripete l’aneddoto della pizza (Enrico ci sei mancato) beccandosi due diti medi ed espulsione diretta!


Il pranzo con gli amici di ogni Brusaporto: Lo “zio” Tiziano, Camillo e Carlo Piacentini.

E infine la soddisfazione di incontrare persone dal vivo, che di solito sono solo nomi o volti nei social e nei forum, con molti purtroppo non si è nemmeno fatto in tempo a scambiare due battute, perché sembra che la giornata non finisca mai, ma arrivati a sera, ci si rende conto di aver fatto a malapena un giro!

Un po’ di video pubblicati da:
Luke74 Channel https://youtu.be/g6w4js7TE0s
LoAnMiLu https://www.youtube.com/watch?v=N_ycspZGlWI
The Lost C https://youtu.be/f-JsP_7u1xg
Lamer house https://youtu.be/cGVzlSPqxRQ?t=76 https://youtu.be/CMWH1JitNY0
Ezio Bagnis / TV Bergamo: https://www.facebook.com/eziobagnis/videos/832527515477193?idorvanity=178614995751
proteus075 https://youtu.be/0i0gYv1Qm6o
Il Commodorista https://youtu.be/5aiCbiD_LZo
Davide Mallus https://youtu.be/JBemRqAhgx4?t=119

Per altre foto e gallery fate riferimento alla pagina FB ufficiale di Brusaporto Retrocomputing

NB: se avete altri video di Brusaporto Retrocomputing 2024 mettete il link nei commenti e li riporterò volentieri in questa lista!!!

Brusaretro 2024 Gallery

Modena Nerd 2024 chiama, noi rispondiamo “Presenti!”

Cogliamo volentieri l’invito di RetroCampus, complice la vicinanza geografica, per partecipare a Modena Nerd tenutasi il 7 e l’8 settembre ’24 nei padiglioni di Modena Fiere . Infatti insieme a Marzaglia, possiamo definire Modena Nerd l’evento nel quale giochiamo più in casa.

L’obiettivo di RetroCampus, e di Archeologia Informatica in particolare, è quello di far conoscere cos’era l’informatica ai suoi albori, quando poi è entrata nelle case con gli home computer e come si è poi evoluta negli anni ’80 e ’90. L’idea quindi è stata quella di contribuire in questa missione, con qualche esempio di CPU 8 bit, quelle più popolari dell’epoca, tramite una scelta di home computer che sotto al cofano montavano i suddetti microprocessori.

Ecco qualche foto dei nostri computer

MOS 6502

Zilog Z80

Motorola 6809

Intel 8088

Infine gli “Off Topic”

Non poteva mancare l’A2000 con effetto vedo non vedo di Luca che come sempre suscita interesse e stupore e più l’Amiga A600 di Enrico, che ci ha raggiunti Domenica, trasformata in una vera e propria postazione da retrogaming

Siamo ai saluti

Inutile dire che associare la resa dei computer esposti solamente alle CPU che montano è limitante, perché agli occhi degli utenti un C128 con un derivato del MOS 6502 (0.95 MHz) appare molto “più bello” di un derivato (NEC V40) dell’8088 a 8MHz. Questo perché la qualità finale del computer (velocità, grafica, suoni, ergonomia) era dettata dall’insieme delle componenti hardware e software che componevano i computer, e non solo dalla CPU.

A parte queste considerazioni, che ci saremmo aspettati da qualcuno avvezzo a tematiche di retrocomputing, l’importante è che il “grande pubblico” abbia apprezzato l’esposizione e abbia trascorso un po’ di tempo provando su “real hardware” come era l’esperienza di utilizzo dei nostri amati retrocomputer.

Ci siamo certamente divertiti con gli altri compagni di stand, RetroCampus e tutti gli altri ospiti, e anche a sentire i racconti tutti uguali, ma allo stesso tempo tutti originali, delle persone che passando hanno scambiato qualche parola o intere ore con noi.

Vi lasciamo con altre foto dell’evento

Della serie “Meglio tardi che mai”: una breve cronaca di Bologna Nerd Show 2023!

Come si deduce dal titolo, il nostro obiettivo per questo blog non è tanto di pubblicare contenuti di attualità, piuttosto di fare memoria dei bei momenti trascorsi tra di noi, nei nostri laboratori e specialmente degli eventi ai quali decidiamo di partecipare.

Questo post può servire anche da trait d’union tra la nostra ultima presenza a Brusaporto Retrocomputing 2023 e il prossimo Bologna Nerd Show 2024 che si terrà il 17 e 18 Febbraio 2024.

In questo modo rivivremo e condivideremo l’aria, anzi l’humus primordiale, che si respira a questo tipo di eventi “mainstream”, senza per forza dover dare a questo aggettivo inglese una connotazione negativa. Mainstream significa “di massa”, e l’universo Nerd è rappresentato in tutte le sue sfaccettature dagli eventi “Nerd Show”, “…Con” eccetera, diffusi in tutta Italia. D’altro canto servono strutture e organizzazioni che necessariamente devono oltrepassare l’organizzazione amatoriale di appassionati, come possono essere eventi più di nicchia, per poter accogliere appassionati di ogni genere “Nerdoso”, dai comics, al cosplay, ai lego, al modellismo e ai gadget, ai giochi da tavolo/GdR, fino ad arrivare al gaming ed infine al retro computing.

Non erano forse gli home computer e le console da TV pensati “for the masses, not for the classes”? Non c’è nulla di più “mainstream” di un Commodore 64, o non è così?!

Come gruppo ci piace pensare ad un tema diverso da portare ad ogni esposizione, una sorta di filo rosso che collega tra di loro i calcolatori esposti.

Allo scorso Nerd Show portammo una serie di pezzi, tutti monomarca Commodore, per ogni computer avevamo deciso di mostrare in parallelo l’evoluzione dello stesso gioco, che ora passiamo a mostrare tramite gallery fotografica.

Noterete un notevole passaggio dagli 8 bit ai 16. Il passaggio da C64 ad Amiga non fu solo legato ai bit indirizzabili, ma piuttosto ad un salto avanti epocale, un quantum leap 😉 dell’intero chipset. La famiglia 264 invece rispetto al C64 ha i colori superiori grazie al TED ed un audio scarsino a causa… del TED!

Ed ora passiamo ai giochi, giudicate voi!

ARKANOID

TETRIS

CHOPLIFTER

IMPOSSIBLE MISSION

BARBARIAN

BOMB JACK

COMMANDO

ED INFINE…

Le due giornate di esposizione sono trascorse rapide, in due giornate mi sono permesso mezzo giro per andare a pranzare e nient’altro! Peccato! Perché passando tra i padiglioni mi sono reso conto di quanto ci sia da vedere, e capisco perché sia un evento così frequentato! Vi salutiamo con un po’ di foto assortite dei nostri computer, dei visitatori che ci sono venuti a trovare.

Ringraziamo RetroCampus per averci accolti nel loro stand, a Carlo Santagostino per aver pensato a noi, ci siamo divertiti a scambiarci storie e aneddoti sui nostri beneamati computer marci, anche con Claudio (burlone), Antonio, Fabrizio, Davide e Roberto (e sicuramente dimentico qualcuno).

Ad ogni bambino che ha dedicato un po’ di tempo a giocare con una vecchia cariatide informatica, ad ogni papà che ha versato una lacrimuccia nostalgica spiegando al proprio pargolo che ai sui tempi…, ad ogni appassionato al quale abbiamo riacceso la fiamma del retrocomputing, a questi lasciamo un messaggio: arrivederci a Bologna Nerd Show 2024, quale sarà il tema quest’anno?

Brusaporto Retrocomputing 2023, l’invasione dei Nerdoni

Anche quest’anno il collettivo nerdone era presente a Brusaporto Retrocomputing 2023 come espositore con addirittura sei tavoli e 20 macchine!
Essendo l’espositore con più tavoli della manifestazione, abbiamo esagerato? Forse si, ma anche no… quando Daniele mi ha comunicato che poteva soddisfare tutte le nostre richieste di spazio mi sono domandato se saremmo riusciti ad essere all’altezza di così tanta fiducia.
Arrivati al momento della disposizione, abbiamo capito che lo spazio era appena sufficiente, e che tutte quelle macchine accese, reggevano la scena più che dignitosamente!
Mettetevi comodi, ecco cosa abbiamo mostrato agli appassionati giunti da ogni dove a BrusaRetro 2023!

AMIGA 2000 con BlueSCSI V2

Ormai l’Amiga 2000 di Luca è una superstar: seppur già esposta in più occasioni, suscita sempre molto interesse.
Stavolta è stata apprezzata da Luigi “The Lost C” su youtube (https://youtu.be/bupGWqg-KYY) ed è presente in diverse gallery di chi ha partecipato.
Quest’anno era equipaggiata con una BlueSCSI V2 appena sfornata dal nostro Alessandro. La novità del progetto BlueSCSI in questa seconda incarnazione, oltre alla sorprendente velocità, sta nella sua ottima compatibilità con architetture AMIGA e non solo: basti pensare alle SUN, alle SGI e a tutti i computer di fascia alta che usavano dischi meccanici SCSI 50 pin che oggi, più che mai, tendono a “morire” come mosche.
Questa interessante scheda era in bella mostra sotto ad un guscio in plexiglass che permetteva ai curiosi di vedere al suo interno l’A2000 pompata e di ammirare il transfer rate a quota 3.6 MB al secondo… mica bruscolini.
Nel frattempo, scorrevano vecchie pubblicità della Commodore anni 80, foto delle locandine di Brusaporto Retrocomputing, divertenti video di MVVblog / Luk74 Channel ed altri video musicali e non, alcuni dei quali addirittura a 30 fps in HAM, della serie: facciamo vedere di che pasta è fatta questa macchina!
Come già scritto, l’Amiga 2000 trova la sua massima bellezza nella scheda madre farcita di schede d’espansione che, ahinoi, sono normalmente imprigionate in un anonimo “cassone” metallico. Il lucente plexiglass ha finalmente dato la possibilità di svelare l’interno ai visitatori, che hanno apprezzato e fotografato: ad esempio, Davide Gatti “Survival Hacking” si è soffermato con Luca e, come ben sappiamo dai suoi video, adora sempre indagare com’è fatto e funziona tutto ciò che fa rima con elettronica.

Amiga 500 PiStorm con digitalizzatore Videon III

Per il nostro Andrea, poter utilizzare Lightwave, Sculpt Animate 4D, Imagine 2.0 con tempi di rendering decenti, giustifica il “compromesso” d’installare sulla propria A500 un PiStorm.
L’adottare il PiStorm su Amiga raccoglie pareri discordanti: infatti, c’è chi ama espandere le proprie macchine solo con schede dell’epoca ritenendo PiStorm un “barare”, c’è chi invece apprezza le novità e ama testarle.
Grazie a BrusaRetro abbiamo conosciuto appassionati che hanno fatto della grafica su Amiga una professione, sfociata poi su altre piattaforme.
Ed infine, quest’anno completava la postazione anche un digitalizzatore Videon III dell’epoca che acquisiva e digitalizzava su Amiga (riga per riga) l’immagine acquisita da una macchina fotografica reflex con uscita analogica.

AMIGA 1200 black edition & pimped

Sobrietà e stile per questa A1200 con case nero custom, keycaps di un CDTV e tanta potenza sotto al cofano: OS 3.9, 2Mb chip RAM, 128 Mb fast RAM, ROM Kickstart 3.1.4, Disco Compact flash da 32Gb, FlickerFixer Indivision MK3 + uscita VGA, Blizzard Phase 5 modello 1230 MK IV @50MHz + FPU.
E’ stato un piacere prestarci come beta tester per le demo dei videogame che sta sviluppando Fabrizio Radica!

Quadra 700 con Roland SC-50

Al giorno d’oggi la multimedialità è data per scontata, ma nel 1991 non era così, con le VGA, i floppy e gli hard disk da 40Mb. Sentire suonare un midi con un sequencer midi Roland SC-50 “come fossero strumenti veri”, è davvero stupefacente. Un esempio? Avete ascoltato il midi di DOOM con una Roland?
Il Quadra in esposizione era aggiornato con BlueSCSI v2 che conteneva un volume per il boot ed uno per i dati e le immagini dei programmi e giochi. La dimostrazione principale riguardava le avventure grafiche della Sierra che sfruttavano il general midi ed in particolare gli strumenti dì Roland SC-50 e SC-55.
Era collegata anche una Roland sc-88st pro con 16 tracce che erano utilizzate per ascoltare le musiche di Final Fantasy VII.

Macintosh SE/30 con BlueSCSI

La BlueSCSI ha la praticità di avere una schedina SD sulla quale c’è l’immagine del disco. Cambiare interi dischi diventa semplice come swappare una schedina di memoria o come copiarci sopra dei file. L’SE/30 era il più veloce ed espandibile della serie senza perdere la caratteristica di portabilità, grazie al monitor compatto a 9″. dotato di coprocessore matematico, poteva essere dotato di HDD, floppy superdrive da 3.5, porte ADB, seriale, SCSI esterno. Supportava la grafica a colori con monitor esterno.

I portatili degli anni 80

L’obiettivo era quello di mostrare in ordine cronologico l’evoluzione dei computer progettati per lavorare in mobilità. Si parla di mobilità perché negli 80 la corsa all’evoluzione ha visto nascere i trasportabili (detti luggable), i portatili (laptop), i palmari (handheld). Insomma, negli 80, come cantava Baglioni, “tra la California e il Giappone c’è chi inventerà il futuro” ed i computer esposti volevano mostrare proprio questo.
Partendo dall’Osborne, il primo trasportabile, fino ad arrivare al primo palmare IBM compatibile, l’Atari Portolio (PC Folio), abbiamo voluto mostrare le diverse filosofie di lavoro in mobilità.
Segue una carrellata degli esemplari che abbiamo esposto, quattordici in tutto.

Vectrex

Il Vectrex, grazie alla sua originalità, vanta un’elevata schiera di ammiratori, e così è stato anche a Brusaporto. Se ci aggiungiamo anche che continuano ad uscire giochi sviluppati dalla stessa comunità di appassionati, e che questi sono visibili su hardware originale solo in occasioni limitate come BrusaRetro, allora capiamo perché alla postazione c’era sempre qualcuno alle prese con questa splendida console.
Essendo un sistema compatto all-in-one, col suo display 9×11″, ha il primato di console “portabile”. Aveva degli “overlay” trasparenti decorati a tema per ogni gioco che fanno tutt’ora sbavare i collezionisti. Fu il primo sistema ad offrire una periferica 3D.

Ed ora un po’ di Brusaporto Retrocomputing 2023

Come sempre, saluti e ringraziamenti

Un grazie ed un saluto ad Enrico Sartori, “nerdone per un giorno”, per aver partecipato all’esposizione con le sue macchine. Un saluto a Camillo, a Carlo Piacentini che ci hanno omaggiati della loro presenza al ristorante dove, per la precisione, dopo accurato interrogatorio alla malcapitata cameriera da parte di Nevio, non fanno la pizza a pranzo, nemmeno una di straforo per lui, proprio no, anche se Nevio l’anno scorso sostiene che gliela fecero, e comunque, anche la pinsa romana è molto buona.
All’organizzazione di Brusasporto Retrocomputing, il comune, Daniele Lena, Manuel Manenti, Beppe Frigerio e tutta la banda che li ha aiutati e sostenuti.
A tutti gli amici ed espositori, Cristiano “Dr Slump” Rosandini, Fabrizio “Fabbroz” Radica, i dirimpettai di Retrocampus (Claudio Parmigiani, Francesco Sblendorio, Nico Avanzi, Giuliano Palladini, Carlo Santagostino, Roberto Tomaiuolo), Antonio Bonanno di Retròcity, quei matti di Gerundo Retrogaming, Davide Morgana, Paolo Borzini, Eleonora Sayaka Chialva, Alessandro “xadhoom” Bolgia, e tutti gli altri che non ho esplicitamente citato, dei quali abbiamo apprezzato ogni singola macchina esposta ma con i quali magari non siamo riusciti a scambiare due parole.
A chi ha partecipato, specialmente! Grazie per i racconti, anche semplicemente gli sguardi, i sorrisi.
Un arrivederci al prossimo anno da Alessandro, Andrea, Antonio, Demis, Enrico, Luca e Matteo

Canolo Game Mania Seventh Edition

Domenica 16 Aprile 2023 si è tenuto il Canolo Game Mania, ormai giunto alla settima edizione. Il bilancio in termini di partecipazione e di qualità è stato più che positivo, rilevando un aumento delle presenze, specialmente nella mattinata e confermando che la qualità nei pezzi esposti premia e lascia i visitatori soddisfatti.

Ringraziamo Monia che come organizzatrice ha orchestrato, dietro alle fila con discrezione, le forze e le disponibilità del collettivo CCR2, bilanciando le diverse anime del gruppo, quella creativa, quella ludica e quella nerd, ottenendo un mix che ha lasciato tutti soddisfatti.

Come Nerdoni abbiamo accolto volentieri l’invito di portare il nostro contributo a questo evento targato CCR2, collettivo con il quale siamo più che amici. Quando Vittorio ci apre le porte della Polisportiva Canolese ci sentiamo come in famiglia, complice anche il pranzo della domenica, apparecchiato nel campo da bocce!

Dopo i ringraziamenti d’obbligo e non per questo meno sentiti, sarete curiosi di sapere che cosa c’era in mostra… passiamo a vederlo!

L’angolo delle invenzioni

Il tema del Riuso creativo è molto sentito per cui quest’anno si è deciso di dedicare una parte di esposizione a questo argomento e i pezzi interessanti non sono mancati. Hanno suscitato molto interesse essendo pezzi unici realizzati e progettati per l’occasione.

I 40 anni del C64 in Italia

Ok, sappiamo già che qualcuno potrebbe dire che sono 41, ma non stiamo “a spaccà er capello”. Salvo smentite, il C64 venne presentato in Italia, spento sotto una teca, allo SMAU del 1982 e comparì negli scaffali nel marzo 1983 (fonte Wikipedia).

Da quel momento si susseguirono tante varianti , comunque tra loro tutte compatibili. Abbiamo voluto esporre una buona rappresentanza delle versioni più comuni in ordine cronologico.

Ma partiamo da quello che c’era prima di arrivare al C64:

Poi venne il C64 che sconvolse il mercato dell’home computer:

l’Angolo del Riparatore

Ogni anno non mancano le riparazioni al volo! Grazie ad Alle che ci ha portato un po’ di clinica mobile! Quest’anno abbiamo eseguito i seguenti interventi:

  • Monitor 1084S con porta DB9 completamente scassata, sotto lo sguardo vigile di Vito (grande riparatore di CRT) e Gianguido (il proprietario).
  • Amiga A501 salvata dalla terribile VARTA
  • Amiga 500 testata e funzionante, nonostante sembrasse caduta dal quinto piano.
  • Commodore 16 guasto. La diagnosi ha evidenziato problemi all’alimentatore, si spera sia solo quello
  • Apple Macintosh Plus della Monia tagliandato: upgrade RAM, diodo terminatore per futura installazione del bluescsi
  • Diagnosi di possibili problemi su diversi C64

LAN Party: fragga tu che fraggo anch’io

Un altro bellissimo esempio di come si possono riciclare e valorizzare pezzi di hardware ritenuti obsoleti l’ha avuta Diego.

Per chi non lo sapesse Quake è un videogioco sparatutto in prima persona, sviluppato dalla id Software e pubblicato nel 1996. Grazie alla sua reale tecnologia 3D e al gameplay veloce e frenetico, Quake ha rivoluzionato il mondo dei giochi FPS.

Inoltre, Quake ha introdotto molte novità nei LAN party. Grazie all’implementazione di un sistema di matchmaking online, i giocatori potevano sfidarsi anche a distanza, ampliando enormemente il network di partecipanti. Inoltre, Quake ha introdotto la possibilità di personalizzare i modelli di gioco e i personaggi, creando una vera e propria cultura di modding e skinning. Grazie a queste innovazioni, Quake si è rapidamente affermato come uno dei giochi più amati dal mondo dei videogiocatori e ha contribuito a definire un nuovo paradigma di multiplayer online.

Diego quindi ha preso dei portatili definiti datati e li ha configurati come postazioni da gioco collegati in rete per giocare a Quake, tutto rigorosamente a costo zero, ci ho giocato personalmente ed ho fraggato diversi ragazzini sedicenti giocatori di Fortnite, forse mi si è risvegliata la memoria muscolare del me sedicenne.

Amiga Corner anzi… Disc!

Abbiamo avuto il piacere di vedere il LaserDisc di Dragon’s Lair gestito da Amiga 2000, perfettamente giocabile con l’audio sparato a bomba e CRT gigante! Una postazione pimpatissima!

Inoltre su una poco appariscente A500 girava un motore di recentissima produzione. Il PiStorm è impressionante!

E infine, non meno importante

Segue una gallery di tutto il resto, avrei voluto intervistare tutti e chiedere un racconto della postazione che avevano pensato ma purtroppo il tempo è stato tiranno, la giornata è volata in un attimo, quindi godetevi la valanga di cose presenti:

Concludendo

La giornata è volata, ho parlato con tantissime persone che ci sono venuti a trovare e con tantissimi avrei voluto confrontarmi ma non ho fatto in tempo, e credo che sia stato così per tutti.

Oltre a Monia e Vittorio che ho già ringraziato un Hip Hip Urrà va anche alla cucina che ci ha sfamati magnificamente e al president Piergiorgio, che quatto quatto è sempre presente e vigila sui CCR2.

Vi lascio con qualche scena di vita di questa magnifica giornata:


Modulo A690: un “pezzo da anni 90”!

Che dire? O meglio, cosa scrivere? Questa è la prima volta per me su Nerdone.it! Non sono un vero esperto di Amiga ne un elettronico ne un informatico, faccio il cuoco e mosso da curiosità, seppur distruggendo ahimè tante cose, ho maturato qualche competenza, accumulato materiale (più come collezionista) al punto di riuscire, anche con po’ di fortuna, a realizzare un controller SCSI per il CDTV.

Complice un’amicizia comune, mi sono unito al gruppo Nerdone.it dopo Brusaporto retrocomputing 2019. Il gruppo, oltre alla passione comune per il retrocomputing, ha la missione di fare “memoria comune” delle scoperte fatte dagli appartenenti al gruppo ed eventualmente di documentarla su questo blog, oltre tutto il gruppo che è sempre un piacere incontrare in occasioni come Brusaporto, devo ringraziare Matteo Filippi, che non si è risparmiato nell’aiutarmi a scrivere questo articolo e consentirmi anche di presentarmi meglio.

Ho visto per la prima volta il CDTV in SMAU, presso lo stand Commodore, e ne sono stato colpito ed affascinato da subito,, ho poi atteso oltre 20 anni per averne uno! Il caso volle che lo stesso giorno in cui ne trovai uno in un mercatino, in una bancarella poco lontana mi accaparrai anche la sua tastiera nera, un bel colpo di fortuna, nei mercatini degli anni 2000 questi “miracoli” erano ancora possibili.
Il CDTV non può essere definito un vero successo di vendite, (tipico degli alti e bassi di Commodore) ma rappresenta uno spettacolare tentativo di approccio al multimediale di massa: il suo design futuristico, il look nero totale, sono solo aspetti estetici a favore di un progetto non banale con caratteristiche assolutamente all’avanguardia per i tempi, in un design da tipico CD Audio da impianto HI-FI, include un magico AMIGA al suo interno, con supporto, CDROM, CD-G, mouse e controller di gioco senza fili, genlock dedicato, predisposizione SCSI, porte midi standard, Memory Card e virtualmente possibilità di aggiornamento firmware basato su tecnologia flash, un po’ come per i BIOS moderni e , tutto questo già nel 1991!

Vi racconto qualche curiosità circa il modulo “CDTV” A690, prima di parlare del suo nome, che di per se è già una curiosità. Questo dispositivo nasce in Commodore nei primi anni ’90, con l’idea di base di dare un supporto CD, e di conseguenza anche compatibilità ai giochi nati per CDTV, ai possessori di Amiga 500 e 500Plus. Il progetto non poteva assolutamente integrare tutte le specifiche del CDTV e d’altra parte non sarebbe stato necessario, perché tante caratteristiche erano già a bordo del A500.
Gran parte delle caratteristiche sono state implementate attraverso l’emulazione: la maggior parte delle features emulate girano attraverso il chip XC2064-50 XILINX, che dotato della sua rom seriale, carica ed esegue il codice necessario a definire la base della dotazione necessaria, lo sviluppo si è poi dovuto orientare intorno alle extended rom CDTV, che non erano ottimizzate per funzionare con il Kickstart di Amiga 500Plus. Un altro problema che si presentava era che mentre tutti gli Amiga avevano a bordo un floppy disk drive sempre collegato, questo non valeva per il CDTV che lo prevedeva come opzionale esterno e sempre come primario DF0.

Una caratteristica in particolare venne realizzata in modo molto simile al CDTV, ovvero il salvataggio delle cosiddette “preferenze” che sul CDTV avviene su RAM costantemente alimentata. La situazione però era diversa sul A500, i progettisti previdero il suo parallelo inserendo nel A690 una batteria ricaricabile che alimentava la RAM anche quando tutto era spento ed archiviato nel cassetto. I conoscitori di Commodore o chi ha un minimo di esperienza in ambito retrocomputer, sta già cominciando a capire quali danni abbiano potuto subire questi dispositivi con le (maledette Varta) batterie interne.

. Frontale del modulo A690

Non è chiaro se Commodore scelse A690 come nome del prodotto in fase progettuale e poi fece marcia indietro, infatti poi il prodotto ufficiale uscì sul mercato come A570. Probabilmente in Commodore ci furono ripensamenti riguardo al numero “6”, siccome l’utenza e il mercato avrebbero erroneamente associato la numerazione derivata da A690 ad una periferica fatta per Amiga 600.
Sembrerebbe che il modulo “A690” fosse inteso come sistema di sviluppo assegnato dal gruppo CATS, il Commodore Amiga Technical Support, ai produttori di software per CDTV.
A dare supporto a questa ipotesi vi è la oggettiva rarità del pezzo, pochi esemplari sono noti e la versione delle ROM CDTV è la poco nota 2.0!
La scheda, si presenta con le caratteristiche di un prototipo allo stadio finale, infatti alcune unità hanno apposto un piccolo adesivo rosso con la scritta “PROTO” attaccata alle consuete label sottostanti, la PCB presenta una certa quantità di modifiche di tipo rework, con troncature di piste e vari fili saldati, nonchè il chip enable della rom CDTV avviene tramite un filo volante. Anche la plastica del case è di tipo diverso da quella del prodotto finale (A570), nonchè alcuni fori di fissaggio della cover non si allineano alla piastra base, un ulteriore differenza è che l’unità definitiva dispone di un connettore di alimentazione dell ‘unità ottica orientato in verticale proprio per favorire l’inserimento delle schede di espansione previste dal progetto generale, ma mai commercialmente rese disponibili per il dispositivo. Riguardo alle batterie tampone, per fortuna Commodore, con l’uscita del prodotto definitivo, rivide il progetto di implementazione della ritenzione dati su RAM, sostituendola con delle eeprom, eliminando la batteria in via definitiva, si può dire che è stata una grande rogna in meno per tutti i collezionisti ed appassionati.

La storia di questo esemplare del misterioso A690 è un po’ la solita degli acquisti su ebay negli anni 2000: per chi ha vissuto le aste di quel periodo, alcune passavano veramente inosservate agli sguardi poco attenti dei più! Il dispositivo era in Francia, ed il venditore non spediva fuori dal proprio territorio nazionale, così chiesi ad un amico, uno Chef che lavorava e viveva a quel tempo in Corsica, che lo recuperò vincendolo per me.
Il dispositivo era conservato in una località vicino al mare per cui mi giunse corroso anche dalla salsedine, una volta aperto ho potuto osservare tutta la corrosione causata dalla perdita della maledetta batteria !!

Finalmente in questi giorni ho potuto rimetterci mano ed ho dovuto lavorarci molto per recuperare le tante piste corrose, ho dissaldato lo zoccolo della eprom, poichè corroso, e ripristinato il connettore dei led frontali, distrutto anche quello dall’acido, controllato la eprom con l’apposito lettore, una pista in particolare mi aveva tratto in inganno, e fintanto che non la ho ripristinata il modulo non funzionava, una ripulita con alcool isopropilico e spazzolino e il modulo ha finalmente ripreso vita, con le prime prove ho potuto osservare che il led di attività CD era bruciato, cosi lo ho sostituito con uno quasi identico, ma ancora arancione, cui ho dovuto togliere circa un millimetro di spessore., vi sono diverse differenze tra le varie versioni delle ROM CDTV e sembra che partire dalle rom 2.0 il supporto CD-G sia stato rimosso, in effetti la lettura di un CD-G sul A690 e A570 comporta il reset ed il riavvio del sistema, farò certamente alcune ulteriori prove anche con diversi Kickstart, comunque mi sento veramente fortunato ad averlo ripristinato.

A690 TOP PCB

A690 PCB con dettaglio del rework sia di fabbrica che recente
A690 TOP PCB Dettaglio el connettore EXPANSION, i Segnali di questo connettore fanno capo al DMAC esattamente come nel CDTV
Postazione di prova amiga e primo avvio dell’unità.

Notare la firma delle ROM CDTV 2.0

Commodore 1901, SCART o non SCART? Questo è il dilemma! Storia di un restauro.

Il Commodore 1901 è uno dei monitor più interessanti nella galassia di modelli prodotti dalla gloriosa casa statunitense. Il 1901 infatti possiede tutte le interfacce RGB e chroma/luma necessarie ai nostri amati 8 e 16 bit, offre una qualità di immagine dai neri profondi con il suo tubo catodico di provenienza THOMSON, ed infine esteticamente ha linee gradevoli e minimali, delicatamente raccordate, che ricordano gli AppleColor.
Per queste ragioni, si può accoppiare, facendo “pendant”, ad un 64G passando dai 128 in tutte le sue varianti, fino ad arrivare anche alle sorellone a 16 bit Amiga.

Oltre a quanto detto sopra, il 1901 essendo progettato dalla francese THOMSON, nasconde al suo interno una particolarità, ovvero ha tutta la logica e l’elettronica per offrire un RGB analogico tramite SCART (per chi non lo sapesse, la SCART è uno standard europeo di origine francese). Questa peculiarità non è nemmeno tanto segreta, valutando che sul retro nella zona del pannello con tutte porte RGBi (DB9) e gli RCA per il chroma/luma fa capolino la sagoma di una porta SCART.
Attenzione però a non cadere nell’errore di acquistare un THOMSON CM36512 per Atari ST. I due monitor hanno lo stesso identico case e la stessa mainboard, ma quello marchiato THOMSON (sullo sportello frontale e sull’etichetta del retro) non possiede la daughterboard per la gestione del segnale RGB analogico, mentre quello marchiato Commodore, ha le potenzialità per aggiungere la SCART. Sono certo di questa affermazione, infatti avendoli visti entrambi con i miei occhi posso confermare che i due monitor pur avendo la stessa base di partenza, sono diversi. Le informazioni sul web sono errate, in certi post di reddit, riguardo all’aggiunta della SCART viene detto che i due monitor sono equivalenti, ma non è così.


Al mercatino di Marzaglia del settembre 2022, un esemplare di 1901 faceva bella mostra di se su un banco nella zona prato. Il sole era già vicino all’azimuth e nessun avventore aveva ancora sborsato la somma per trovargli un posto in un meglio ombreggiato bagagliaio… almeno fino a quando non è passato il nostro Enrico! Dopo una breve contrattazione con Tom, venditore conosciuto e grande appassionato di retrocosi, il monitor aveva trovato una nuova casa.

Per chi non conoscesse Enrico, detto Nevio, deve sapere che una sua caratteristica è quella di essere spiccatamente caparbio, peculiarità che proietta anche nel collezionismo e lo porta a raggiungere gli obiettivi che si pone, mobilitando tutte le risorse che sono necessarie.
Il suo obiettivo per questo 1901 era quello di farlo tornare come quando era uscito dalla fabbrica nel lontano autunno del 1985, ma specialmente, voleva la SCART!

La situazione che si presentava era quella di un monitor tutto sommato funzionante ma con tanti piccoli difettucci, che diventavano enormi magagne inaccettabili agli occhi del nostro “Nevio”. Andiamo a capire quali sono!

Pulsante di accensione in modalità stuzzicadente

chi non è di “primo pelo” conosce fin troppo bene il problema di quel particolare pulsante di accensione montato su tantissimi modelli dei nostri display C=, per cui si utilizzano i più svariati spessori (stuzzicadenti, plettri, monetine, foglietti piegati, ecc. ecc.) per mantenere in posizione ON il pulsante principale di accensione, impedendo al meccanismo di riposizionarsi su OFF.

Giallone che più giallone non si può

Le plastiche avevano perso l’elegante doppio colore grigio virando sgradevolmente verso il giallo. Sappiamo che esistono due scuole di pensiero sull’estetica, chi sostiene che devono rimanere così com’è per testimoniare l’età e il vissuto di 30/40 anni, chi sostiene che il retrobright se esiste, vada usato. Vedremo che si può percorrere anche la “terza via”.

Sportellino, questo sconosciuto

Lo sportellino non c’era proprio, e nell’economia dell’estetica, la presenza o la sua assenza gioca una parte fondamentale.

Muuuuuto

Il suono, se vogliamo trovare un difetto, è MONO, non suonava, neanche un gracchio, nemmeno un bump, era muto.

Gli elettrolitici

Qua i filosofi del restauro potrebbero dibattere per mesi. Recappare per prevenire guasti che prima o poi avverranno o lasciare così, siccome funziona e si riparerà dopo?
Il nostro Nevio è della scuola “finchè hai le mani in pasta, bisogna recappare come se non ci fosse un domani”. Per Nevio vale la massima: dopo che l’ho sistemato, non lo voglio più riaprire per altri 30 anni.

La SCART

Questo aspetto più che un difetto è una miglioria. Come già accennato, il 1901 possiede tutta la logica elettronica per maneggiare il segnale RGBi e per trasformarlo in RGB analogico tramite una sorta di daughter board saldata su uno slot della mainboard. La domanda che vorrei fare ai progettisti di questo monitor è la seguente: perché mettere tutta la componentistica, con conseguente aumento dei costi di produzione, per poi non saldare l’ultimo componente, ovvero la porta SCART femmina? Lettori, fateci sapere la vostra opinione dei commenti. Qualche spiegazione ho provato a darmela, ovvero la SCART è uno standard che interessava solo certi mercati, specie quello europeo, mentre negli altri paesi non si usava. Oppure si sono resi conto di uno shortage del componente scart femmina, molto particolare e fuori standard, più avanti capirete perché.

IL CANTIERE

Nevio da caparbio Project Manager, o Capo Cantiere che dir si voglia, ha appaltato i lavori ai nerdoni dotati di maggiori capacità manuali ed anche a “contoterzisti specializzati”. Queste fasi di recupero ve le dovete immaginare come la trasmissione “Affari a 4 ruote” (Wheeler dealers) che danno su DMax in cui Ed China è interpretato da Matte, mentre Mike Brewer è interpretato da Nevio, e poi i vari esperti che cambiano puntata per puntata. Tranne che alla fine il monitor non lo rivende, ma se lo tiene!

FASE 1 – LA SCART

Nevio ingaggia Matte con la seguente consegna: «Ho visto che un tale su internet ha messo la SCART sul 1901, sapevo che si poteva fare e il monitor l’ho preso anche per questo, se c’è riuscito lui, possiamo riuscirci anche noi nerdoni. Ecco un sacchetto di porte SCART femmina. Potresti metterla sul mio? Però ocio!»
Così Matte (il sottoscritto) apre il cassone, individua la parte dove saldare la porta e si rende conto che le porte fornite sono sbagliate, ovvero i contatti piegati a L dovrebbero piegare a 180° dall’altro lato. Inoltre per effettuare la saldatura bisogna dissaldare una piastra tenuta ancorata alla massa della mainboard con 6 enormi saldature e un mare di stagno.

Qualquadra non cosa! La porta SCART ha gli 11 contatti in basso mentre le 11 saldature fanno fatte in alto… mmm…


Dopo aver scandagliato eBay, aliexpress, RS components, Mouser e Farnell, di scart flippate di 180 non se ne trovano, al mondo non le fa più nessuno.
L’unica soluzione quindi è stata armarsi di pazienza e piegare i 21 singoli piedini dall’altra parte per poi fissarli con colla a caldo alla plastica del connettore, e così è stato, vedere la foto per credere.
Per dissaldare il piastrone di metallo è servita la cosiddetta “calma e gesso”. E anche una buona stazione dissaldante.
Una volta ottenuto lo spazio, saldare i 21 piedini del connettore SCART unico al mondo è stata una passeggiata.

Anche l’audio muto è stata una riparazione semplice, si trattava di uno dei due cavi che andavano allo speaker troncato di netto. Cosa stranissima. Con un punto di stagno ed un po’ di termorestringente la cosa si è risolta.

Restava lo sportellino mancante. Con somma fortuna su thingiverse un buon uomo aveva già pubblicato il modello 3d da stampare per sistemare la mancanza. Con la mia fida Artillery Genius ho giocato al mm per riuscire far stare in diagonale l’enorme sportellone frontale. Missione compiuta!

Al termine della fase 1 il risultato era quello di avere un monitor con sportellino stampato in 3d, un audio funzionante, ma specialmente una SCART in più sul retro!!!

FASE 2 – PREVENZIONE e PULIZIA

La seconda fase ha riguardato l’estetica e la prevenzione dei guasti.
Il monitor, dopo essere ritornato nelle mani del proprietario, ha visto uno smontaggio completo dello chassis di plastica dall’elettronica (scheda + tubo catodico). Sulle plastiche si è provato un pesante retrobright senza successo. Probabilmente il sole non spingeva a sufficienza la formula collaudata che in casi precedenti aveva dato successo.

Da questi tentativi si è scelta la terza via, ovvero la verniciatura. Il buon Nevio quindi ha radunato tutti i pezzi e prendendo come riferimento cromatico l’interno delle plastiche, le immagini sul web e certi forum dove si parlava di tinte colore, ha identificato i colori giusti (il monitor infatti è bi-color) e si è fiondato dal suo carrozziere di fiducia. Vi dirò che quando ho visto il lavoro finito dal vero non credevo ai miei occhi per quanto fosse venuto bene, una qualità e fedeltà all’originale sbalorditiva, inoltre così non scolorisce più!


Lo sportellino stampato in PLA nel 2023 era perfettamente armonizzato con le plastiche del 1985 ma mancava la scritta serigrafata “Commodore 1901” sul frontale, per cui Enrico, dopo aver contattato una tipografia del Modenese, aveva una decina di adesivi fondo trasparente, colore nero, della misura perfetta e del font perfetto rispetto all’originale.

Nel frattempo, specialmente per ottimizzare i tempi ma anche perché io (Matte) non sono molto a favore dei recap alla cdc, l’elettronica era sul banco di un vecchio esperto di CRT a Vignola per un recap completo ed una taratura dei colori e della geometria dell’immagine.

FASE 3 – LA RESA DEI CONTI

Sono seguiti il riassemblaggio e i test. Tutto era rinnovato e lucidato, ma era smontato sul tavolo della tavernetta di Nevio. Così una sera, dotati di guantini bianchi da assemblaggio, abbiamo letteralmente rimesso insieme i pezzi. Il risultato più soddisfacente è che tutti i pezzi hanno ritrovato il loro posto, fino all’ultima vite! Infine con un bel C128 ed un amiga 600 siamo passati al collaudo che ha dato esito positivo al primo colpo su tutte le porte. C’è stato qualche siparietto comico, come quando abbiamo acceso e non andava nulla, con conseguente attimo di panico, salvo poi accorgersi di non aver acceso l’interruttore della ciabatta multipresa.

FASE 4 – Saluti e fine tuning

Dopo la serata di collaudo, il monitor è stato spostato al suo posto nel Nevio’s lair. Dopo qualche sera arriva, sulla chat dei Nerdoni, il messaggio allarmato che documentava un comportamento anomalo sul segnale RGBi a 80 colonne del C128D. Sembrava che il segnale video diventasse stabile solo dopo aver “scaldato” i componenti. Da freddo invece serviva qualche minuto per ottenere un’immagine stabile. Dopo attento studio degli schemi elettrici e scambio di impressioni online emerge che bisognava agire su un trimmer PL02 malefico, sulla mainboard per fare tuning del vsync. la complessità era che la taratura andava fatta a monitor acceso sfilando la mainboard per raggiungere il PL02 abbastanza “infognato”. Nevio, armato di cacciavite isolato e di “calma e gesso”, facendo un enorme sforzo per uscire dalla propria comfort zone, procedeva ad agire sul trimmer risolvendo il problema di sincronia verticale. Seguirono grandi pacche sulle spalle e abbracci “virtuali” (siccome eravamo ognuno a casa propria!).

Se volete vedere altri grandi classici dell’informatica rimessi a posto dai Nerdoni, tornate a trovarci su Affari a 8 bit!

PiStorm!

Oggi voglio parlarvi di PiStorm, una scheda di espansione nata pochi anni fa per Amiga 500 (e CDTV).

Ne ho sentito parlare per la prima volta a Brusaporto Retro Computing nel 2021 e la curiosità mi ha convinto a comprarla per metterla alla prova.

Non è un retrodispositivo come le leggendari schede di espansione degli anni 90, e… lo so, il vero retroNERD non vuole nuovo hardware nel suo amato Amiga! 😀

Ma quando un appassionato dedica anni di fatiche per sviluppare un progetto pensato per il nostro mitico computer, non vale la pena di dedicarci un po’ di tempo?

La scheda si chiama PiStorm ed è un dispositivo di interfaccia (logica glue) che permette di collegare un Raspberry Pi (modello 3A+) direttamente sullo zoccolo CPU di Amiga 500. Il processore 68000 quindi verrà sostituito direttamente dall’hardware PiStorm + Raspberry, che Amiga vedrà come una scheda di accelerazione tipo Big Bang di Hardital, o Terrible Fire… ma con caratteristiche uniche e programmabili!

Ma andiamo con ordine e vediamo passo per passo com’è fatta e come funziona.

Pistorm è un dispositivo di piccole dimensioni, poco più grosso dello zoccolo del Motorola 68000.

L’ho acquistato da AmigaStore.eu qualche mese fa a poco più di 40 Euro (negli ultimi mesi il prezzo è salito alle stelle: adesso costa quasi 60 Euro e il Raspberry non è incluso!).

Contiene Altera Max II, un CPLD (Complex Programmable Logic Device) che sarà l’interfaccia hardware tra Raspberry e Amiga!

Si collega tra lo zoccolo Motorola 68000 di Amiga 500 e Raspberry Pi.

Una volta assemblato sarà così:

PiStorm sotto… RaspBerry sopra. Nient’altro!

Il secondo passo sarà la programmazione.

Le modalità di utilizzo del PiStorm sono sostanzialmente due, con caratteristiche molto diverse tra loro:

  • La prima sarà con sistema operativo Raspberry Pi OS
  • La seconda sarà JIT con un sistema operativo chiamato Emu68

Le differenze sono principalmente che la prima modalità sarà la più flessibile, con tante caratteristiche configurabili ma anche la più lenta.

La seconda, sarà con conversione diretta delle istruzioni in codice macchina, la più veloce e “diretta” ma con meno configurazioni possibili.

Partiamo dalla prima modalità, l’emulazione software con sistema operativo Rasberry Pi OS

Va preparata la SD card con il sistema operativo Debian “Raspberry Pi OS” esattamente come si fa con un normale Raspberry.

Con il Rasberry e PiStorm dentro il nostro Amiga 500, accendiamo l’alimentazione.

Lo schermo rimarrà scuro e il led non si accenderà. Panico? No, è tutto normale! L’emulazione della CPU non è ancora avviata e l’Amiga è senza il suo amato Motorola 68000!

Non c’è da preoccuparsi, è come se fosse in stato di RESET.

Attraverso un collegamento SSH dal vostro PC, collegatevi all’indirizzo IP del Raspberry e inserire le credenziali (di default Nome: pi, password: raspberry) e sarete nella Shell di Raspberry OS!

Con alcune righe di comando che trovate sul sito dell’autore di PiStorm (https://github.com/captain-amygdala/pistorm), si installerà l’emulatore software (chiamato Musashi) con le librerie e i files di configurazione necessari per il funzionamento. Si programmerà il CPLD (sempre secondo le istruzioni del sito) e sarà tutto pronto!

Ora, basterà modificare il file di configurazione con le nostre impostazioni preferite e saremo pronti ad usare il nostro “nuovo” Amiga.

Ma cosa può fare il PiStorm?

Scelta del modello della CPU:

68000, 68010, 68020, 68EC020, 68030, 68EC030, 68040, 68EC040, 68LC040

  • Espansione di memoria:

Max. 128GB di Fast 32bit Z3 RAM

  • Versione di Kickstart:

Versioni supportate: 1.3 – 2.0 – 3.1

  • Grafica RTG (per rimappare in HDMI il secondo monitor e utilizzarlo come fosse collegato ad una Picasso oppure utilizzarlo come schermo primario).
  • VirtualSCSI per montare i dischi immagine degli HD Amiga.
  • Cartella condivisa in tempo reale con dispositivi esterni via WiFi! Potete caricare files su Amiga direttamente da qualsiasi dispositivo esterno via WiFi con FTP!

Una volta terminate le configurazioni, saremo pronti ad avviare il sistema con:

sudo ./emulator --config amiga.cfg

In base al file di configurazione, il sistema si avvierà con il kickstart, la RAM, e l’immagine disco di Amiga che avete impostato.

Adesso Amiga funzionerà come se niente fosse, con una CPU, un disco fisso, la Ram e la scheda video emulata da Raspberry!

Le performance non saranno velocissime ma comunque notevoli (si parla comunque di due volte la velocità di un Amiga 3000!).

Il grosso vantaggio è l’espansione di RAM di max 128MB a 32bit e la possibilità di pilotare un monitor in HDMI, a 24bit! Per chi ama la grafica come me, è una meraviglia!

La seconda configurazione: Emu68.

Sostanzialmente funziona come una macchina virtuale: ci sarà un piccolo sistema operativo che si occuperà di tradurre in tempo reale (JIT) le istruzione in codice macchina da Motorola 68000 ad ARM del Raspberry. Questo permetterà di avere una enorme velocità di esecuzione!

In questo caso le opzioni saranno inferiori:

si potrà scegliere il kickstart, il disco fisso (che sarà una partizione della SD card collegata direttamente al Raspberry e farà accesso diretto!) e la visualizzazione RTG come scheda video Picasso.

L’Amiga prenderà il volo e permetterà di fare cose impensabili: tipo renderizzare progetti di Imagine o Real 3D in tempi ‘umani’ 🙂

Ma qual è il vantaggio di tutta questa fatica?

Innanzitutto siamo dei NERD, giusto? Quindi queste cose sono bellissime!

E poi, è molto comodo avere un Amiga completamente accessoriato senza avere hardware esterno, per sperimentare configurazioni, schede video e HD diversi solo modificando configurazioni software e hardware (portarlo agli eventi diventa molto più semplice) . È quasi un laboratorio, per sperimentare le potenzialità di hardware differenti senza dover cambiare componenti e rischiare di danneggiare i nostri retrocomputers.

Lo consiglio per chi ha voglia di “smanettare” con il proprio 500 e provare a portarlo al limite… con una piattaforma opensource che ogni mese presenta qualche nuova sorpresa e qualche nuova possibilità. Tutto questo permette di apprezzare la magia dell’hardware e del software Amiga, che funzionano ancora perfettamente anche con hardware nato 30 anni dopo di loro!

Andrea.

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Brusaporto Retrocomputing 2021: i Nerdoni in pellegrinaggio a “BrusaRetro”

Non è un segreto che noi Nerdoni siamo dei fan sfegatati di Brusaporto Retrocomputing e non nascondiamo che l’aver saltato l’edizione 2020 ci ha addolorati come il vedere un tir di commodore boxati andare al macero…

Uno slogan essenziale, ma carico di significato

In attesa di ripartire, in questi due anni di chiusura forzata abbiamo lavorato nei nostri laboratori, garage, cucine, cantine, mansarde, per riportare al loro splendore originale le nostre macchine. Abbiamo parlato a tutti della nostra passione, abbiamo salvato dall’oblio o peggio, dalla distruzione, tanti esemplari, belli e brutti, rari e comuni, senza fare distinzioni.

Dai primi di settembre 2021, con la certezza che il mitico Daniele Lena & Co. (santi subito) avevano avviato la macchina organizzativa, eravamo con i nostri browser preferiti sul sito http://www.brusaretro.it/, facendo costantemente CTRL+F5 per vedere apparire la form delle iscrizioni, fino a quando, un giorno:

Nico, come un falco, arriva prima di tutti…

Subito ci assicuriamo di prenotare e comunicare il nome degli espositori e le macchine coinvolte. Daniele ci risponde con molta disponibilità e la cosa è fatta.

Il nostro augurio è di incontrarvi dal vivo per potervi mostrare le nostre macchine e per scambiare due chiacchiere sulla nostra passione, ma come si sa, non tutti potranno essere presenti fisicamente.
Vogliamo presentare in questo post, come in una mostra virtuale, ciò che esporremo a Brusaporto Retrocomputing 2021.

Commodore CBM 8032-SK

Se la tira perché sa di essere bello…

E’ difficile trovare parole originali ed inedite per questo computer fantastico, siccome tante ne sono già state spese. Ogni sua curva è da accarezzare col dorso della mano, un vero e proprio pezzo di design.
Proprio questo design è avvolto da aneddoti mitici che riguardano Porsche Design, Ira Velinsky ed il marketing Commodore. Di queste curiosità e di altre ne parleremo a Brusaporto… a proposito… sapete per cosa sta SK?

VIC 1001 (tastiera PET style)

(Immagine di repertorio fonte: www.vic-20.it)

La versione “nippona” che fece da apripista al VIC-20 “nostrano”. Come non ricordare la famosa frase coniata da Jack Tramiel per aggredire (è proprio il caso di dirlo) il mercato giapponese: “I giapponesi stanno arrivando, quindi dobbiamo diventare giapponesi”. Tramiel si riferiva al fatto che l’invasione di home computer giapponesi a basso costo si sarebbe diffusa inesorabilmente, per cui invece di contrastare questo trend, Commodore avrebbe dovuto cavalcarlo con una proposta propria ancora più aggressiva in termini di prezzo e di soluzione tecnica.

EDS C64

Plastikonen indistruttibilen tetesken!

Probabilmente dopo un’oktober fest finita male, i tedeschi di EDS ebbero l’idea di progettare un case “aftermarket” che contenesse un intero sistema Commodore 64 + 2 drive 1541 + 1 datassette 1530. La tastiera originale portata fuori risultava minuscola rispetto al resto, per cui ci aggiunsero un comodo tastierino esadecimale, per non farsi mancare niente. Perchè poi accontentarsi di un banalissimo kernal originale, quando con un deviatore ne potevi avere quattro? Nacque quindi questo panzer teutonico da 30Kg, sgraziato, enorme, al quale serve una scrivania apposita, ma che è diventato uno dei sacri graal del collezionismo Commodore. Altra cosa banale: è bellissimo.
(Sconsigliato per chi soffre di ernia al disco)

Commodore SX-64 Executive Computer

(fonte wikipedia.it)

Un altro pezzo “da 90” della Commodore, lo sterminatore delle diottrie, la gioia degli oculisti, ma a COLORI!!! Portarlo con il suo maniglione rassicura e ricorda costantemente il peso di essere Executive! Un grande incentivo a venire a Brusaporto: quello che vedrete in mostra ha delle peculiarità tecniche ed estetiche che lo rendono UNICO. Non potete mancare. Piccolo spoiler: dual drive, ma non solo.
(Avvertenze: da utilizzare esclusivamente a bordo piscina con camicia sbottonata su abbondante petto villoso)

Commodore C128DCR

Amichevolmente chiamato dai Nerdoni “il computer dello zio ricco” il C128D in versione CR era pensato per i parenti un po’ meno abbienti. Mancava di un case plasticoso con maniglione e porta tastiera e per portarlo ti dovevi organizzare in autonomia… ma hey! Ti portavi appresso 5 computer in 1, e potevi “spistolare” con il CP/M comodamente dalla tua cameretta… Venite a BrusaRetro e vedrete un 128DCR con montato un Basic 8, se non è una chicca questa!

Commodore Amiga 1000

siamo stanchi delle foto da rivista, eccovene una in azione!

Tutti sappiamo quanti errori ha fatto Commodore nella sua storia, ma se dobbiamo citare uno dei maggiori successi a livello di scelte imprenditoriali della suddetta, beh… l’essersi tenuta il progetto Amiga rientra nella Top 3. Se n’è uscita sul mercato con la più bella delle “amighe”, con un computer che offriva prestazioni e delle features che la concorrenza avrebbe raggiunto solo anni dopo. Ci sembrava doveroso portare il migliore, anzi, la Migliore, a Brusaporto.

Commodore Amiga A500 (pimpata)

Questo esemplare farà storcere il naso ai “fighetti” puritani del retrobright/boxato/mint/rare/comenuovo.

Ma è unico perché:

  1. E’ sempre aperta (notare il femminile), cioè le viti sotto non ci sono!
  2. Ha un adesivo apple che non c’entra un caxxo ma sicuramente il suo padrone (Andre!!!), sedicenne all’epoca, pensava che fosse fichissimo
  3. Prima di essere di Andre, era di Batman (o almeno di Alfred)
  4. Ha la scritta Amiga rifatta in nero indelebile e penna Bic e quindi va più forte
  5. Ridi ridi sotto al cofano e sulla sx ha due “chicchine” niente male
  6. Potesse raccontare quello che ha visto e fatto…
  7. E’ a suo agio a fare 3D… si avete capito bene, modellazione 3d su Amiga 500

Commodore Amiga 500 New Art Limited Edition

fonte internet

Vedrete dal vivo queste due Amighe speciali, dal discutibile design teutonico primi anni 90.
Belle come una Golf 2 GTI verde metallizzata con gli adesivi fluo sulle fiancate e impianto stereo Blaupunkt.
Design by Stefanie Tucking, famosa deejay radio e televisiva tedesca che purtroppo è venuta a mancare improvvisamente il 1° dicembre 2018.
Questi modelli particolari solleticheranno le sinapsi dei collezionisti di serie limitate. Non mancate a Brusaporto per vederle e farvi un selfie insieme!

Commodore Amiga 2000 (pimpata)

a suo agio in mostra, ammicca furbescamente con i suoi 1024 colori

Alla Commodore dopo essersi resi conto di avere fatto una cosa bellissima (A1000), hanno pensato che dovevano progettare anche qualcosa “di sostanza”. Un computer espandibile, indistruttibile ma economico, quindi decisero di mettere un gioiello di motherboard in un cassone da assemblato taiwanese. Quando si suol dire: “è brutta fuori, ma è bella dentro”.
Siccome siamo in vena di modi di dire, sull’aria di “ogni scarrafone è bell’a mamma soja”, Luca ci porta il suo A2000 aka “cassone” della sua adolescenza piuttosto pimpato (cose tipo Picasso, GVP 68030, Guru ROM, bla bla bla) con tutto il materiale con il quale faceva 3D insieme al compare Andrea di cui sopra. Vedrete cose che voi umani…

Bene! la rassegna virtuale ed un po’ scherzosa delle cose che porteremo è finita. Non vediamo l’ora di incontrarvi a Brusaporto Retrocomputing 2021!