Brusaporto Retrocomputing 2024, the ultimate gathering!

Raccontare Brusaporto Retrocomputing 2024 in modo esauriente vorrebbe dire farci una serie composta da millemila puntate su DMAX, infatti ogni singola macchina esposta è pervasa da un’aura di importanza che non lascia indifferenti. Alla base di ogni pezzo esposto c’è sempre l’obiettivo di stupire e interessare, perché si sa, il pubblico di Brusaretro è un “cicinino” esigente.

Se si considera Brusaretro la cartina tornasole della scena dei retrocomputeristi in Italia, beh… devo dire che il livello è alto. In generale, ogni settimana ormai, si registrano in giro per l’Italia eventi legati alle tematiche del retrocomputing, il movimento sta crescendo, ha voglia di fare, si organizza, si aggiungono nuovi appassionati, purtroppo qualcuno magari molla o si prende un periodo sabbatico, ma è fisiologico. Ne consegue che la crescita porta il bello e il brutto al retrocomputing: nascono riviste tematiche (Retrocomputer, Passione Amiga, RetroMagazine e tanti altri), escono tante pubblicazioni e dispositivi nuovi, una rete di youtuber/streamer fa divulgazione su questo tema, sui social i gruppi nascono come funghi e le associazioni tengono conferenze nelle scuole e nei musei, stand a manifestazioni non solo del settore. Di contro purtroppo nascono invidie, incomprensioni di difficile conciliazione, la maggiore richiesta e la sempre più bassa disponibilità fa salire i prezzi, le aziende cercano di fare soldi da questo mercato.

Serve fare una considerazione anche sui visitatori, c’erano tutti i volti e i nomi “noti”, quindi la sensazione che ho avuto è stata proprio quella di essere ad una riunione di famiglia, dove tutti hanno dato il loro meglio, con la massima passione e disponibilità.

D’altro canto questa percezione del “volerci essere tutti” si aveva anche semplicemente guardando la lista degli espositori e leggendo le comunicazioni del webmaster Daniele Lena che chiedeva di adottare un espositore, come Nerdoni abbiamo felicemente adottato Enrico Sartori che si è trovato dopo pochissimi giorni già in lista d’attesa tra gli esclusi.

Un grossissimo plauso all’organizzazione che ha aggiunto un posto a tavola, anzi ha aggiunto addirittura più tavoli per farci stare tutti.

Ognuno che abbia partecipato come espositore e visitatore si è portato a casa qualcosa, magari anche dal tavolo dei regali. Come gruppo dei Nerdoni vogliamo contribuire con il nostro punto di vista e le nostre esperienze che potrebbero coincidere con quelle di altri “colleghi” o invece risultare come delle novità.

Partiamo dai nostri computer esposti, per quanto ogni anno si cerchi di portare pezzi diversi dagli altri, poi succede che le carte in tavola cambino all’ultimo momento sparigliando il mazzo.

Cloni di Apple II e dove trovarli

Il Lemon Il é un clone italiano del computer Apple Il Europlus, noto per la sua compatibilità al 100% con il sistema originale e disponibile in varie edizioni, con differenti case, ROM e anche in versione portatile da varie aziende italiane, la Selcom, Jen, Belton e Lemon Italia, sulla base della scheda madre prodotta da Selcom a partire dal 1981. La piena compatibilità e il costo ridotto, meno della metà di un Apple II originale, determinarono il suo successo commerciale. Sul mercato italiano divenne uno dei doni più diffusi a livello casalingo; inizialmente era venduto solo corna scheda elettronica, tastiera e alimentatore, senza neppure un case. Nel 1983 il Lemon II fu leggermente modificato con l’adozione di una nuova tastiera con tastierino numerico esadecimale. La gamma fu ampliata affiancando al Lemon II con 48 kB di ram (JEN PC 1) una versione con 64 kB di ram (JEN PC 2) ed una con processore aggiuntivo Z80 (JEN PC 3). Quest’ultima versione, denominata “Biprocessor 64”, consentiva l’utilizzo del sistema operativo CP/M, particolarmente apprezzato dall’utenza commerciale. Nel 1984 il Biprocessor 64 fu dotato di un lettore floppy integrato nel case, e prese il nome di Biprocessor 64 C, dove la C sta ad indicare “compatto”. (Credits by Luigi Serrantoni)

L’ITT 2020 é stato il primo clone dell’Apple II, prodotto da ITT nel Regno Unito su licenza di Apple Computer, specificatamente per il mercato europeo. Nel Regno Unito, è stato distribuito da Microsense Computer Limited. Nel Benelux, è stato distribuito da Bell Telephone mfg. company. L’ITT 2020 é stato rilasciato nel 1979, ma é stato prodotto solo per pochi anni. La differenza principale, e il motivo per cui ITT credeva che questo personal computer avrebbe avuto successo, era che il segnale video a colori era conforme allo standard europeo PAL, piuttosto che allo standard americano NTSC. Ciò significava che la grafica a colori poteva essere visualizzata utilizzando un monitor o un televisore europeo standard, anziché dover importare un monitor NTSC dall’America o dal Giappone come nel caso dell’Apple II. L’altro cambiamento più significativo è stata la risoluzione grafica ad alta risoluzione. ITT ha aumentato la risoluzione orizzontale dai 280 pixel utilizzati dall’Apple II Plus a 360 pixel. La risoluzione verticale, tuttavia, è rimasta la stessa. Ciò ha reso molti programmi Apple II incompatibili con questo computer. La risoluzione più alta era una conseguenza necessaria della frequenza più alta delle sottoportante colore PAL. Per fornire abbastanza bit al registro di spostamento video per generare la frequenza più alta della sottoportante PAL, erano necessari 9 bit per posizione di memoria, anziché i 7 bit utilizzati dell’Apple II+. Per ottenere ciò, è stato aggiunto un chip di memoria Hires da 16Kx1 alla scheda madre, che ha aggiunto un 9° bit alle pagine di memoria Hires (da 0x2000 a 0x5FFF). Ciò ha reso necessario modificare le routine grafiche nell’interprete Applesoft Basic di Apple nella ROM. Per sottolineare questa differenza, ITT lo ha chiamato “PALSOFT”. Per fare spazio alle routine grafiche più lunghe (la manipolazione del 9° bit richiedeva codice extra), l’istruzione HPLOT è stata limitata a un singolo parametro, anziché a una stringa di parametri. ITT ha anche fornito un’unità floppy disk identica all’unita disco dell’Apple ll con 13 settori e DOS 3.2. Non hanno mai fornito l’aggiornamento a 16 settori e DOS.

Fondata nei primi anni del 1900, Bell & Howell è sempre stata associata ad apparecchiature audio-video, come telecamere, proiettori e simili. Nel 1979, fornirono un sistema informatico che vendevano principalmente a istituti scolastici: non era possibile acquistarne uno, non era disponibile nel canale di retail computer .
Il “computer Bell & Howell” è in realtà un computer Apple II Plus . Il case normalmente beige è ora nero e vi è stata attaccata un’etichetta Bell & Howell. I sistemi Bell and Howell avevano la stessa tastiera dell’Apple II originale, sebbene fosse nera anziché marrone.
I sistemi successivi avevano un indicatore di alimentazione incassato anziché lo stile rialzato come si vede su questo sistema.
Aprendo il case ed analizzando ed analizzando la parte hardware notiamo che  non c’è differenza: la scheda madre, l’alimentatore e l’elettronica della tastiera sono tutti Apple.
Venne tuttavia modificato con l’introduzione di alcuni accorgimenti poiché era previsto che il  computer fosse posizionato nelle aule con bambini e potenziali neofiti del computer,  per renderlo più facile e sicuro da usare.
L’utilizzatore non poteva  più accedere all’interno del computer quando era  acceso, una vite che teneva  chiuso il coperchio attivava  anche un interblocco elettrico  che bloccava l’alimentazione se la vite veniva rimossa.
Tutti i connettori dell’interfaccia del computer vennero semplificati – niente più fili pendenti dai fori come sull’Apple II originale.
Per ottenere ciò, Bell & Howell ha aggiunto  un grande modulo di interfaccia sul retro del sistema che i computer Apple non avevano. Questo modulo includeva :
Una maniglia di trasporto integrata. Il cavo elettrico si avvolge anche per lo stoccaggio.
Connettori per registratore di cassette audio per l’archiviazione dei dati.
Uscita audio e video, nonché ingressi audio aggiuntivi con controlli del mixer.
Uscite per cuffie e altoparlanti. Tre jack di alimentazione da 110 V CA con un interruttore ON/OFF separato per collegare apparecchiature aggiuntive.
Anche le unità floppy Bell & Howell erano nere, ma erano comunque solo unità floppy Apple II “ribrandizzate”.

Apple IIe Platinum
Nel 1987, l’Apple II esisteva da dieci anni. Aveva abilmente portato Apple attraverso la drammatica ascesa della rivoluzione del personal computer . A metà degli anni ’80, Apple sospettava che la fine fosse vicina, ma i fedeli dell’Apple II, con montagne  di software, non erano pronti a lasciar andare. In risposta, Apple lanciò l’Apple IIe Platinum, fornendo un IIe “migliorato” con una tastiera espansa e un nuovo case di colore grigiastro.
L’Apple IIe Platinum era un seguito dell’Apple IIe macchina di grande successo. Originariamente rilasciato nel 1983, l’IIe gareggiava con computer come IBM PC e PCjr e impressionanti sistemi a basso costo come Commodore 64, Tandy Color Computer e Atari XL. L’IIe migliorò l’II e l’II Plus originali semplificando la scheda logica e rivedendo leggermente il case e la tastiera. Il suo miglioramento più grande fu la fornitura di testo incorporato a 80 colonne e caratteri minuscoli. Nel 1985, Apple “migliorò” ulteriormente l’IIe aumentando la RAM da 64k a 128k, aggiungendo una ROM da 32k e sostituendo il processore 6502 con il 65C02 utilizzato nell’Apple IIc.
Nell’87, il modello Platinum mantenne tutti quei miglioramenti ma semplificò ulteriormente la scheda logica e adottò il layout della tastiera utilizzato nell’Apple IIGS, incluso un tastierino numerico separato. Questa configurazione fu venduta per oltre sei anni, essendo l’ultima della linea Apple II interrotta alla fine del 1993.

La famiglia Olivetti Prodest al pranzo della domenica

Con il marchio “Olivetti Prodest” la famosa azienda italiana voleva guadagnare la sua fetta di mercato nel settore degli home computer. Correva l’anno 1986 e il mercato dei computer domestici, quelli nella cameretta con la TV dismessa dalla cucina, o attaccati alla TV del salotto, era un mercato affermato in velocissima evoluzione. Negli uffici esistevano già i personal computer facilmente distinguibili per l’elevato costo, la scarsa grafica e l’hardware modulare ed espandibile. Gli home invece erano prodotti “out of the box”, ed il software venduto aveva copertine colorate ed evocative.
Il PC128 è il primo della gamma Prodest. Olivetti creò un clone del MO6 della francese Thomson, “ribrandizzando” la scocca e le ROM. La famiglia dei Thomson MO* e TO* avevano l’obiettivo di alfabetizzare informaticamente la gioventù francese, con un progetto organizzato a livello statale nelle scuole ed in TV come era stato per gli Acorn BBC in UK. Per questo in Francia ci fu una base solida e consolidata di HW e SW, che in Italia Olivetti diffuse praticamente “cambiando solo l’etichetta”. Ne consegue che il parco software molto spesso è in francese o ha riferimenti alla cultura francese.
A mio parere il segnale RGB portato via SCART è un pregio enorme in questo computer.
La grafica ha varie modalità da 640×200 a 2 colori fino a 160×200 a 16 colori, con purtroppo un suono carente ad un canale a 5 ottave (Wikipedia su questo dà i numeri, diffidate).
Il pubblico ha apprezzato l’uso della penna ottica con ColorPaint utilizzabili durante la giornata.


Gioco in foto: Creepy Carrots by Paolo Cattaneo / March 2024 / Developed with ugBasic
In questo esemplare si può apprezzare la BIGROM di Dino Florenzi. Per maggiori info e per altri progetti interessanti guardate il progetto su GitHub

Il PC128S è il secondo della gamma Prodest Olivetti, e, per mio gusto personale, il più interessante della famiglia.
L’azienda italiana avendo quote societarie di ACORN, prese il progetto BBC Master 128 e scelse la versione “compact“ con unità computer separata da unità disco (e power supply).
A parte l’espandibilità che veniva “persa”, la versione italiana prendeva il meglio degli inglesi, ad esempio ADFS, un file system piuttosto sofisticato per un 8 bit, e sicuramente un design più raffinato.
Inoltre il computer per essere un 8 bit aveva  tutte le caratteristiche più avanzate di quella generazione: floppy disk da 3,5 ad alta capienza (640K), 128Kb di RAM, grafica avanzata, chip sonoro a più canali, una CPU a 2MHz, segnale RGB ed una tastiera di qualità professionale.
La grafica varia da 640×256 a 2 colori fino a 160×256 a 8 colori, con un suono molto interessante a 4 canali a 7 ottave.
In questo esemplare si può apprezzare la modifica con firmware FLASH FLOPPY basato su hardware GOTEK, display OLED ambra.
Espanso per supportare anche le immagini DFS del BBC Micro e Master.
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A PROTEUS075@gmail.com
Grazie al suo prezioso aiuto abbiamo potuto apprezzare le demo del team bitshifters e lo slideshow pensato ad hoc per Brusaporto retrocomputing 2024

Principalmente pensato come home computer ma con uno sguardo al professionale, puntava a rilanciare il marchio Prodest, da sempre home computer in versione compatta (tastiera + motherboard + floppy + power supply) già uscito nelle versioni PC128 (rebrand del Thomson MO6) e PC128S (rebrand dell’Acorn BBC Master compact), con un progetto ORIGINALE su piattaforma IBM compatibile.
Purtroppo, essendo nell’88 la coppia CPU+GRAFICA, risultava carente rispetto a capolavori come AMIGA o ATARI ST (e ACORN ARCHIMEDES…) e nemmeno il prezzo riusciva ad essere competitivo.
Si noti però la cura di Olivetti per il design, sia in termini estetici, sia da un punto di vista ergonomico. Ad esempio i floppy da 3,5” da 720Kb sono frontali e facilmente accessibili, rispetto ad altri compatti dove bisogna andare a “centrare il buco” nascosto sul fianco 😉

Altre caratteristiche:

· Ram 640 KByte

· Grafica CGA 320×200 4 colori, ma come?! Nel gioco in foto ce ne sono 16!

· Suono: PC buzzer

· Storage: 1 o 2 Floppy 3,5” a 720KB / Floppy esterno da 5,25” a 360Kb

· Supporto di massa: HDD Conner 2034 (30Mb)

L’esemplare esposto è stato modificato per utilizzare memorie Compact Flash, in base all’ottima guida scritta da Simone Riminucci per TheOnePage (TI99iuc.it).
Degni di nota sono anche il floppy esterno da 5,25”, ed il monitor a colori con apposito supporto, entrambi inusuali da vedere.
Per poter utilizzare tutti i 512Mb della compact flash in una sola partizione è stato installato Compaq DOS.
In foto si vede la demo di “Monte Preyer” (spero di ricordare il nome), gioco pensato e sviluppato da Davide Ottonelli e Massimiliano Pascuzzi sfruttando la “misteriosa” modalità con palette a 16 colori del chip video del PC1

L’Amiga A500 per il CAD 3D di Andrea

Se durante la manifestazione avete visto un personaggio perso nei suoi pensieri mentre spippolava con Imagine 2.0 attorno ad un modello 3d, beh quello era Andrea, il nostro nerdone amighista, mentre usava la sua Amiga 500 della sua adolescenza potenziata con HARDITAL BigBang 030 che faceva viaggiare l’amiga con un CPU 68030 + FPU 68882. I tempi di rendering più complessi richiedevano comunque diverse ore… altroché quel fulmine di caricamento da datassette!!

Enrico, sei stato adottato… 😉

Come Nerdoni abbiamo a cuore anche le cause umanitarie, per cui rispondiamo all’appello di Daniele di adottare un espositore in lista d’attesa. Per il secondo anno accogliamo nei nostri tavoli Enrico Sartori che con il suo prezioso contributo ci aiuta ad arricchire l’esposizione.

Quest’anno ci ha portato un MSX2 (NMS 8280) brandizzato Phonola, acquistato da poco al mercatino di Marzaglia e subito valorizzato in mostra.

I puritani dell’arcade perfect invece si sono potuti cimentare con la vera ed ineguagliabile console SNK NEO-GEO (AES), unico esemplare esposto in tutta la mostra, collegata ad un CRT dalle dimensioni generose.

I nostri amici

Postiamo un po’ di foto ed un po’ di ricordi a mo’ di roba buttata sul tavolo regali:
GiuSimo che senza dire niente, parte con la ripresa del suo video con un inconsapevole Luca e la sera stessa lo mette online:
https://youtu.be/UL9KDxctfZM?t=1346
Il “Dottore dei Mac” Alessandro che, la sera dopo Brusa, si rimette subito in sella e ripara un Mac Plus, dato per irrecuperabile, a Davis Quirico e lui incredulo gli lascia uno sticker con Alle che spiega a Steve Jobs come si aggiusta un Mac:

Mirco “Retrofixer” che viene da “in culo ai lupi” ma comunque è carico a molla e solare come non pochi, con a seguito moglie (santa donna), figli e anche i cani! Vestito da Kraftwerk, e in più porta anche un casino di roba bella.
Nico Avanzi su di giri che sprizza simpatia e arringa le folle con la sua sapienza, e poi ride meno quando gli tocca sparecchiare lo stand di RetroCampus col solito Gianluca Palladini, compagno di mille “sparecchiate”.
Andrea Matteucci, genio indiscusso delle riparazioni impossibili, che nell’uso della penna ottica, prende paga dalla bimba.
Stampante C= appoggiata sul tavolo regali e durata 5 secondi, tipo anziani ai buffet delle inaugurazioni.
Tutti spaesati perchè Luca non ha portato il suo Amiga 2000 con case trasparente.
Dario/Pellicus un coder / demoscene da paura tuttora attivo simpaticissimo che ci racconta aneddoti spaziali!
https://www.pouet.net/prod.php?which=96598
https://www.pouet.net/prod.php?which=98132
Il Cusani che intervista il Righi a tradimento: https://youtu.be/g6w4js7TE0s?t=536
I nerdoni che come dei bimbi timidi vogliono farsi la foto con la loro eroina Eleonora Sayaka
Matteo che si sacrifica e al ristorante ripete l’aneddoto della pizza (Enrico ci sei mancato) beccandosi due diti medi ed espulsione diretta!


Il pranzo con gli amici di ogni Brusaporto: Lo “zio” Tiziano, Camillo e Carlo Piacentini.

E infine la soddisfazione di incontrare persone dal vivo, che di solito sono solo nomi o volti nei social e nei forum, con molti purtroppo non si è nemmeno fatto in tempo a scambiare due battute, perché sembra che la giornata non finisca mai, ma arrivati a sera, ci si rende conto di aver fatto a malapena un giro!

Un po’ di video pubblicati da:
Luke74 Channel https://youtu.be/g6w4js7TE0s
LoAnMiLu https://www.youtube.com/watch?v=N_ycspZGlWI
The Lost C https://youtu.be/f-JsP_7u1xg
Lamer house https://youtu.be/cGVzlSPqxRQ?t=76 https://youtu.be/CMWH1JitNY0
Ezio Bagnis / TV Bergamo: https://www.facebook.com/eziobagnis/videos/832527515477193?idorvanity=178614995751
proteus075 https://youtu.be/0i0gYv1Qm6o
Il Commodorista https://youtu.be/5aiCbiD_LZo
Davide Mallus https://youtu.be/JBemRqAhgx4?t=119

Per altre foto e gallery fate riferimento alla pagina FB ufficiale di Brusaporto Retrocomputing

NB: se avete altri video di Brusaporto Retrocomputing 2024 mettete il link nei commenti e li riporterò volentieri in questa lista!!!

Brusaretro 2024 Gallery

Brusaporto Retrocomputing 2023, l’invasione dei Nerdoni

Anche quest’anno il collettivo nerdone era presente a Brusaporto Retrocomputing 2023 come espositore con addirittura sei tavoli e 20 macchine!
Essendo l’espositore con più tavoli della manifestazione, abbiamo esagerato? Forse si, ma anche no… quando Daniele mi ha comunicato che poteva soddisfare tutte le nostre richieste di spazio mi sono domandato se saremmo riusciti ad essere all’altezza di così tanta fiducia.
Arrivati al momento della disposizione, abbiamo capito che lo spazio era appena sufficiente, e che tutte quelle macchine accese, reggevano la scena più che dignitosamente!
Mettetevi comodi, ecco cosa abbiamo mostrato agli appassionati giunti da ogni dove a BrusaRetro 2023!

AMIGA 2000 con BlueSCSI V2

Ormai l’Amiga 2000 di Luca è una superstar: seppur già esposta in più occasioni, suscita sempre molto interesse.
Stavolta è stata apprezzata da Luigi “The Lost C” su youtube (https://youtu.be/bupGWqg-KYY) ed è presente in diverse gallery di chi ha partecipato.
Quest’anno era equipaggiata con una BlueSCSI V2 appena sfornata dal nostro Alessandro. La novità del progetto BlueSCSI in questa seconda incarnazione, oltre alla sorprendente velocità, sta nella sua ottima compatibilità con architetture AMIGA e non solo: basti pensare alle SUN, alle SGI e a tutti i computer di fascia alta che usavano dischi meccanici SCSI 50 pin che oggi, più che mai, tendono a “morire” come mosche.
Questa interessante scheda era in bella mostra sotto ad un guscio in plexiglass che permetteva ai curiosi di vedere al suo interno l’A2000 pompata e di ammirare il transfer rate a quota 3.6 MB al secondo… mica bruscolini.
Nel frattempo, scorrevano vecchie pubblicità della Commodore anni 80, foto delle locandine di Brusaporto Retrocomputing, divertenti video di MVVblog / Luk74 Channel ed altri video musicali e non, alcuni dei quali addirittura a 30 fps in HAM, della serie: facciamo vedere di che pasta è fatta questa macchina!
Come già scritto, l’Amiga 2000 trova la sua massima bellezza nella scheda madre farcita di schede d’espansione che, ahinoi, sono normalmente imprigionate in un anonimo “cassone” metallico. Il lucente plexiglass ha finalmente dato la possibilità di svelare l’interno ai visitatori, che hanno apprezzato e fotografato: ad esempio, Davide Gatti “Survival Hacking” si è soffermato con Luca e, come ben sappiamo dai suoi video, adora sempre indagare com’è fatto e funziona tutto ciò che fa rima con elettronica.

Amiga 500 PiStorm con digitalizzatore Videon III

Per il nostro Andrea, poter utilizzare Lightwave, Sculpt Animate 4D, Imagine 2.0 con tempi di rendering decenti, giustifica il “compromesso” d’installare sulla propria A500 un PiStorm.
L’adottare il PiStorm su Amiga raccoglie pareri discordanti: infatti, c’è chi ama espandere le proprie macchine solo con schede dell’epoca ritenendo PiStorm un “barare”, c’è chi invece apprezza le novità e ama testarle.
Grazie a BrusaRetro abbiamo conosciuto appassionati che hanno fatto della grafica su Amiga una professione, sfociata poi su altre piattaforme.
Ed infine, quest’anno completava la postazione anche un digitalizzatore Videon III dell’epoca che acquisiva e digitalizzava su Amiga (riga per riga) l’immagine acquisita da una macchina fotografica reflex con uscita analogica.

AMIGA 1200 black edition & pimped

Sobrietà e stile per questa A1200 con case nero custom, keycaps di un CDTV e tanta potenza sotto al cofano: OS 3.9, 2Mb chip RAM, 128 Mb fast RAM, ROM Kickstart 3.1.4, Disco Compact flash da 32Gb, FlickerFixer Indivision MK3 + uscita VGA, Blizzard Phase 5 modello 1230 MK IV @50MHz + FPU.
E’ stato un piacere prestarci come beta tester per le demo dei videogame che sta sviluppando Fabrizio Radica!

Quadra 700 con Roland SC-50

Al giorno d’oggi la multimedialità è data per scontata, ma nel 1991 non era così, con le VGA, i floppy e gli hard disk da 40Mb. Sentire suonare un midi con un sequencer midi Roland SC-50 “come fossero strumenti veri”, è davvero stupefacente. Un esempio? Avete ascoltato il midi di DOOM con una Roland?
Il Quadra in esposizione era aggiornato con BlueSCSI v2 che conteneva un volume per il boot ed uno per i dati e le immagini dei programmi e giochi. La dimostrazione principale riguardava le avventure grafiche della Sierra che sfruttavano il general midi ed in particolare gli strumenti dì Roland SC-50 e SC-55.
Era collegata anche una Roland sc-88st pro con 16 tracce che erano utilizzate per ascoltare le musiche di Final Fantasy VII.

Macintosh SE/30 con BlueSCSI

La BlueSCSI ha la praticità di avere una schedina SD sulla quale c’è l’immagine del disco. Cambiare interi dischi diventa semplice come swappare una schedina di memoria o come copiarci sopra dei file. L’SE/30 era il più veloce ed espandibile della serie senza perdere la caratteristica di portabilità, grazie al monitor compatto a 9″. dotato di coprocessore matematico, poteva essere dotato di HDD, floppy superdrive da 3.5, porte ADB, seriale, SCSI esterno. Supportava la grafica a colori con monitor esterno.

I portatili degli anni 80

L’obiettivo era quello di mostrare in ordine cronologico l’evoluzione dei computer progettati per lavorare in mobilità. Si parla di mobilità perché negli 80 la corsa all’evoluzione ha visto nascere i trasportabili (detti luggable), i portatili (laptop), i palmari (handheld). Insomma, negli 80, come cantava Baglioni, “tra la California e il Giappone c’è chi inventerà il futuro” ed i computer esposti volevano mostrare proprio questo.
Partendo dall’Osborne, il primo trasportabile, fino ad arrivare al primo palmare IBM compatibile, l’Atari Portolio (PC Folio), abbiamo voluto mostrare le diverse filosofie di lavoro in mobilità.
Segue una carrellata degli esemplari che abbiamo esposto, quattordici in tutto.

Vectrex

Il Vectrex, grazie alla sua originalità, vanta un’elevata schiera di ammiratori, e così è stato anche a Brusaporto. Se ci aggiungiamo anche che continuano ad uscire giochi sviluppati dalla stessa comunità di appassionati, e che questi sono visibili su hardware originale solo in occasioni limitate come BrusaRetro, allora capiamo perché alla postazione c’era sempre qualcuno alle prese con questa splendida console.
Essendo un sistema compatto all-in-one, col suo display 9×11″, ha il primato di console “portabile”. Aveva degli “overlay” trasparenti decorati a tema per ogni gioco che fanno tutt’ora sbavare i collezionisti. Fu il primo sistema ad offrire una periferica 3D.

Ed ora un po’ di Brusaporto Retrocomputing 2023

Come sempre, saluti e ringraziamenti

Un grazie ed un saluto ad Enrico Sartori, “nerdone per un giorno”, per aver partecipato all’esposizione con le sue macchine. Un saluto a Camillo, a Carlo Piacentini che ci hanno omaggiati della loro presenza al ristorante dove, per la precisione, dopo accurato interrogatorio alla malcapitata cameriera da parte di Nevio, non fanno la pizza a pranzo, nemmeno una di straforo per lui, proprio no, anche se Nevio l’anno scorso sostiene che gliela fecero, e comunque, anche la pinsa romana è molto buona.
All’organizzazione di Brusasporto Retrocomputing, il comune, Daniele Lena, Manuel Manenti, Beppe Frigerio e tutta la banda che li ha aiutati e sostenuti.
A tutti gli amici ed espositori, Cristiano “Dr Slump” Rosandini, Fabrizio “Fabbroz” Radica, i dirimpettai di Retrocampus (Claudio Parmigiani, Francesco Sblendorio, Nico Avanzi, Giuliano Palladini, Carlo Santagostino, Roberto Tomaiuolo), Antonio Bonanno di Retròcity, quei matti di Gerundo Retrogaming, Davide Morgana, Paolo Borzini, Eleonora Sayaka Chialva, Alessandro “xadhoom” Bolgia, e tutti gli altri che non ho esplicitamente citato, dei quali abbiamo apprezzato ogni singola macchina esposta ma con i quali magari non siamo riusciti a scambiare due parole.
A chi ha partecipato, specialmente! Grazie per i racconti, anche semplicemente gli sguardi, i sorrisi.
Un arrivederci al prossimo anno da Alessandro, Andrea, Antonio, Demis, Enrico, Luca e Matteo

The Brusaporto Retrocomputing 2022 Chronicles

Narra la frase di presentazione del sito di BrusaRetro: “Brusaporto Retrocomputing, raduno per appassionati di storia informatica con libera esposizione di computer, console e videogiochi obsoleti”. Letta così suona come una frase generica e vuota, vissuta da dentro si rivela come uno dei ritrovi più divertenti ed interessanti, tra i migliori che capita di vivere in Italia.
Forse addirittura il migliore evento, se si valutano la qualità dei pezzi esposti ed il valore degli appassionati che lo frequentano.

Per degli appassionati come noi nerdoni, essere li tra tanti nostri simili, lontani dagli eventi “mainstream”, tipo “NomeCittaCheVuoi Nerd”, ci stampa il sorriso sulla faccia e ci fa strabuzzare gli occhi. Dentro al Salone Polifunzionale è un’esperienza sensoriale integrale, si respira autentica “puzza” di nerd, di monitor roventi, di rifa scoppiati, si odono suoni e musiche emessi da chip sonori, buzzer stonati e accenti da tutta Italia, si vedono cose che svegliano parti addormentate del cervello, e si mettono le mani, a volte chiedendo il permesso, su esemplari visti solo in foto.
Direte voi, manca il senso del gusto, e invece no! Ovviamente non si leccano gli angoli dei monitor, ma testimoni oculari narrano di avere visto banchi abusivi con l’eccellenza gastro-enologica Piemontese e non solo!

Come collettivo Nerdone.it, anche quest’anno per la terza volta abbiamo voluto partecipare ed esporre alcune macchine della nostra collezione. Le vicissitudini personali di ognuno quest’anno ci hanno costretti ad arrivare all’esposizione per un pelo con tutto pronto! La nostra esposizione quest’anno si sarebbe potuta intitolare “Pimped and Rare”. Passiamo a vedere cosa abbiamo portato!

Commodore 64 con REU 1764

Inizio col botto! O meglio con Sonic! Il biscottone lo conosciamo tutti, ma quella cosa bianca che esce da dietro? E quell’alimentatore maggiorato? Ed il demo disk originale? Beh quest’anno con il recente rilascio di Sonic per REU non potevamo non presentarlo. Quindi Demis ha scelto di presentarci la REU 1764. Occhi attenti l’hanno visto da metri di distanza! Una menzione d’onore alla ragazza che ha piantato le radici davanti a Sonic!

I Nerdoni, ma specialmente Sonic, sono la sua passione!

Amiga 2000 pimped

Facciamo un Amiga 500 ma più espandibile, dissero gli ingegneri Commodore, ma finirono la genialità tutta sulla motherboard e il design non era ancora pronto. Luca, ma vogliamo riempirli questi slot Zorro? E allora scheda acceleratrice GVP G-Force 68030/68882@50MHz con 32Mb di RAM e controller SCSI 4Mb/s + scheda grafica Village Tronic Picasso II 2Mb + flicker-fixer A2320. Infine GURU Rom, HD SCSI interno da 1Gb ed esterno da 9Gb, CD-ROM Plextor SCSI e Floppy HD.
Un Amiga da far impallidire i presentatori di Pimp My Amiga!

Amiga 500 PiStorm

Le soluzioni dell’epoca e moderne per velocizzare ed aggiornare gli A500 non finiscono di stupire. Per un disegnatore 3D come Andrea che da sedicenne ha mosso i suoi primi passi sul (o sulla) A500 con Imagine, i benchmark di PiStorm non l’hanno lasciato indifferente. In esposizione c’erano gli stessi modelli 3d che utilizzava all’epoca, i quali pompati da PiStorm impiegavano pochi minuti a renderizzare, rispetto alle 8 ore dell’epoca! Se volete saperne di più, Andrea ha scritto un articolo più dettagliato: https://www.nerdone.it/2022/09/20/pistorm/

Amiga 1000 + Sidecar pimped

Enrico ha una passione speciale per Amiga e Sensible Soccer, e quindi avendo aggiunto una A1000 alla sua collezione, voleva che l’esperienza di gioco fosse come dire… fluida, e allora perché non pompare all’inverosimile la vecchia Lorraine? E quindi: dual Kickstart 1.3/3.1 con Relocator, 1Mb di chipRAM, 8Mb di fastRAM, 68000@16MHz, Blizzard 500, A590 dentro al case sidecar con HDD SCSI+DVD slot-in+SCSI esterna. Ora Sensible Soccer non lagga 😉

Commodore SFD 1001 con meccanica modificata

Tempo fa Enrico recuperò un particolare drive SFD-1001 con meccanica KO, per cui ingaggiò il nostro Antonio per indagare se fosse possibile montare la meccanica di un disk drive MFM per PC. Penserete che Antonio sia un valido ingegnere elettronico, e che quindi i suoi studi possano averlo aiutato, ma in realtà Antonio fa il cuoco, ma è tanto tanto tanto fottutamente tenace e capace. E quindi rintuzzato e sostenuto da Enrico, dopo giorni di ricerche e prove è giunto al risultato. Meriterebbe una laurea honoris causa per il lavoro che ha fatto! In foto mentre mostra il suo lavoro a qualcuno che aveva “nasato” l’alto livello di nerdaggine che quel drive sprigionava…

CDTV con controller SCSI selfmade

Quando la comunità di appassionati di retrocomputer mondiale non si era ancora organizzata sul web, era molto complicato riuscire a trovare progetti “precotti” per i nostri beneamati, nel senso che github e i servizi di pcbway/jlcpcb erano li li per nascere, anche youtube era ancora spoglio di tanti contenuti. Insomma eravamo già in tanti molto probabilmente, ma non lo sapevamo. In questo contesto, al nostro chef Antonio, venne l’idea di creare un controller SCSI per CDTV, d’altro canto se c’era per amiga 500 perché non farlo per il “gemello da salotto”? Confrontando schemi di controller scsi con quelli dell’ A570, si accorse che i componenti in gioco erano sempre quelli, quindi individuato il pin out del CDTV, si mise al lavoro con carta e penna e schedine millefori. Dopo diverse prove e tentativi, con il timore di bruciare qualcosa… Eureka! Il Controller era fatto! Prodotto in tiratura limitata, è presente su 3 CDTV dei nerdoni.
Ora il suo progetto è confrontabile con altri presenti in rete, ma possiamo vantare la nostra personale “Nerdone edition”.

Olivetti PC1HD con modifica compact flash

Il progetto era in cantiere da quasi due anni, con tutti i componenti necessari appoggiati in una scatoletta pronti per essere montati, ma diverse vicissitudini tra cui un corposo recupero che aveva impegnato Matteo in altre attività, aveva fatto slittare questo lavoro. In sostanza il lavoro è consistito nell’applicare, con un po’ di licenze poetiche, il lavoro di ricerca di Simone Riminucci, poi trascritto in una guida ed ospitato dal sito Ti99iuc nella pagina TheOnePage dedicata al PC1.
La scelta è stata fatta perché qualsiasi tentativo di riportare in vita il Conner originale era risultato vano. Il progetto in termini pratici e semplicistici consiste nel modificare un flat 40 pin e nel catturare dei segnali dal chip etichettato come 2P20, infine sostituire il bios originale con il famosissimo bios XT-IDE.
Se non fosse stato per il lettore di compact flash che si è rivelato essere rotto, la modifica avrebbe funzionato al primo colpo!
Superato questo inghippo, immaginate la soddisfazione di Matteo nel vedersi riconosciuto il disco una volta lanciato fdisk.
La scelta è ricaduta su Compaq Dos 3.31 perchè occupa poca memoria e riesce a gestire le partizioni fino a 512MB, esattamente la dimensione della compact flash montata. Una dimensione spropositata in confronto ai dischi dell’epoca. Si fosse usato MS-DOS 3.3 si sarebbero dovute creare 16 partizioni oppure si sarebbe dovuto utilizzare un DOS più aggiornato con conseguente maggiore occupazione di memoria.
La giornata ha dato a Matteo la possibilità di conoscere Ciro Barile, entusiasta nell’avere visto la modifica realizzata e i ragazzi di RetroCampus Davide e Massimiliano, due mostri di sapienza del PC1 con tanti progetti nel cassetto che speriamo vedranno la luce.
L’esemplare esposto era equipaggiato con un interessante monitor a colori con una base specifica per il PC1, in modo da poterlo inserire nell’alloggiamento sottostante, dando quasi l’impressione di avere un compatto. Inoltre c’era collegato un floppy drive esterno da 5,25″, bello quanto inutile.

Amstrad PCW 8256

Definito il brutto anatroccolo da Stefano Paganini di Retrocampus, con il quale abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere, in effetti la definizione risulta appropriata, siccome questo modello di computer da ufficio, venduto tra il 1985 e il 1998, ha raggiunto il numero di 8 milioni di esemplari venduti (contando tutte evoluzioni della serie PCW). In Italia è meno consueto vederlo rispetto a mercati dove Amstrad era più radicata come USA o UK.

Era particolarmente apprezzato per il prezzo veramente economico e per la semplicità di utilizzo, equipaggiato con uno Z80 @3,4MHz e 256 o 512KB di RAM. Non aveva dischi fissi ma solamente uno o due floppy drive stranissimi da 3″. Ne consegue che a livello hardware aveva molto in comune con la serie CPC, ma con un taglio specifico per la produttività da ufficio, infatti non ha chip sonori e grafica a colori, ma vanta più memoria, un monitor fosfori verdi ad alta risoluzione, una stampante in bundle ed un vero e proprio sistema operativo CP/M Plus.
Ne consegue che molte software house hanno convertito il proprio codice per questa macchina, visto l’hardware abbastanza comune, non solo sw per la produttività aziendale ma anche giochi! Anche i creatori di SymbOS ( SYmbiosis Multitasking Based Operating System) ne hanno creato una distribuzione per questa piattaforma con risultati sbalorditivi. Detta tra parentesi, SymbOS meriterebbe un approfondimento a parte, ne parleremo in un altra occasione.
Per poter mostrare tutto questo software e considerata la penuria di floppy 3″, ho provveduto a montare un emulatore di floppy basato sull’hardware gotek e firmware FlashFloppy. La guida è consultabile dal blog di Fabrizio di Vittorio il quale poi si è mostrato disponibile nella fase di configurazione finale. Effettivamente, un brutto anatroccolo, diventato infine cigno.

Macintosh 128K Drexel University

Una vera chicca per i collezionisti, questa versione proveniente da oltreoceano, con questa D stampigliata sul frontale, ricorda la fornitura che Steve Jobs procurò alla Drexel University facendola diventare il primo istituto scolastico al mondo ad avere un Macintosh, il primo Macintosh, in aula d’informatica. Era il gennaio 1984, e gli studenti di ritorno dalla pausa invernale, trovarono una bella sorpresa!

Apple IIe Platinum con modem “luci e suoni”

Versione super lusso dell’ Apple II contiene tutti i miglioramenti e potenziamenti accumulati nell’evoluzione degli anni. Fu l’ultimo tipo di Apple II venduto fino a fine 1993! Vanta 128KB di RAM, un 65C02, caratteri più piccoli e 80 colonne integrate, una tastiera estesa presa dal Apple IIGS.
Collegato via seriale troviamo un modem che di vintage conserva solo l’aspetto, simpaticamente nominato “luci e suoni”, creato dal nostro amico Nicola Avanzi, che dentro monta un ESP32, un amplificatore audio ed un adattatore RS232, in grado di pilotare i led sul frontale del modem e di generare il suono rassicurante dell’handshake dei modem analogici, senza rinunciare alla comodità del wi-fi per poter navigare ad esempio… la BBS di RetroCampus!

Apple IIGS Woz Limited Edition

Si può definire l’evoluzione della piattaforma Apple II da cui eredita il nome, per il passaggio ad un processore a 16 bit (65C816) e una grafica e sonoro di qualità superiore, infatti GS sta per Graphics and Sound.
L’ Apple II GS esposto era in versione Woz Limited Edition, vera chicca dei collezionisti, serie limitata ai primi 50000 esemplari prodotti in onore del papà dell’Apple II (e I), Steve Wozniak detto appunto Woz

Apple III

Macchina molto interessante, specialmente dal punto di vista storico, il suo nome infatti viene associato al primo buco nell’acqua commerciale di Apple, vuoi perché non ci lavorò un genio come Woz, bensì un team di normali ingegneri? Questo forse è ciò che pensano i fan dello Steve con la W. La verità è che per mantenere l’elettronica fanless (si dice che Steve Jobs avesse questa fissazione), i componenti interni essendo sottoposti a troppo stress termico, si danneggiassero, quindi furono richiamate 14000 schede madri per essere sistemate con dissipatori più efficienti… il primo reballing di massa! Questo fece calare sul povero Apple III un alone di inaffidabilità, che portava anche le aziende a preferire l’home computer Apple II alla sua evoluzione aziendale. Lo sfortunato III della serie finì di essere prodotto nell’aprile 1984, dopo soli due anni mezzo dal lancio.


Il tempo paradossalmente si ferma e scorre velocissimo allo stesso modo, accelera e frena senza avvertire. Si vorrebbe parlare con tutti, si vorrebbe spiegare a tutti ciò che che si espone, chiedere di ogni cosa esposta, sapere la storia delle persone e delle macchine esposte, siccome un cartello è poco per dire tutto ciò che c’è dietro.

Aspettando il prossimo Brusaporto Retrocomputing 2023, lustriamo le nostre macchine e prepariamo qualcosa di interessante (speriamo) anche per il prossimo anno!


E poi tutti gli altri

Per tutti gli altri ci sarebbe da fare una serie a puntate con tanto di interviste, ogni banco meritava un approfondimento e quattro chiacchiere con gli espositori. Ci limitiamo a pubblicare un po’ di foto scattate da noi, che si vanno ad aggiungere a tutte quelle che stanno impazzando sui gruppi di retrocomputing ed affini.

Brusaporto Retrocomputing 2021: i Nerdoni in pellegrinaggio a “BrusaRetro”

Non è un segreto che noi Nerdoni siamo dei fan sfegatati di Brusaporto Retrocomputing e non nascondiamo che l’aver saltato l’edizione 2020 ci ha addolorati come il vedere un tir di commodore boxati andare al macero…

Uno slogan essenziale, ma carico di significato

In attesa di ripartire, in questi due anni di chiusura forzata abbiamo lavorato nei nostri laboratori, garage, cucine, cantine, mansarde, per riportare al loro splendore originale le nostre macchine. Abbiamo parlato a tutti della nostra passione, abbiamo salvato dall’oblio o peggio, dalla distruzione, tanti esemplari, belli e brutti, rari e comuni, senza fare distinzioni.

Dai primi di settembre 2021, con la certezza che il mitico Daniele Lena & Co. (santi subito) avevano avviato la macchina organizzativa, eravamo con i nostri browser preferiti sul sito http://www.brusaretro.it/, facendo costantemente CTRL+F5 per vedere apparire la form delle iscrizioni, fino a quando, un giorno:

Nico, come un falco, arriva prima di tutti…

Subito ci assicuriamo di prenotare e comunicare il nome degli espositori e le macchine coinvolte. Daniele ci risponde con molta disponibilità e la cosa è fatta.

Il nostro augurio è di incontrarvi dal vivo per potervi mostrare le nostre macchine e per scambiare due chiacchiere sulla nostra passione, ma come si sa, non tutti potranno essere presenti fisicamente.
Vogliamo presentare in questo post, come in una mostra virtuale, ciò che esporremo a Brusaporto Retrocomputing 2021.

Commodore CBM 8032-SK

Se la tira perché sa di essere bello…

E’ difficile trovare parole originali ed inedite per questo computer fantastico, siccome tante ne sono già state spese. Ogni sua curva è da accarezzare col dorso della mano, un vero e proprio pezzo di design.
Proprio questo design è avvolto da aneddoti mitici che riguardano Porsche Design, Ira Velinsky ed il marketing Commodore. Di queste curiosità e di altre ne parleremo a Brusaporto… a proposito… sapete per cosa sta SK?

VIC 1001 (tastiera PET style)

(Immagine di repertorio fonte: www.vic-20.it)

La versione “nippona” che fece da apripista al VIC-20 “nostrano”. Come non ricordare la famosa frase coniata da Jack Tramiel per aggredire (è proprio il caso di dirlo) il mercato giapponese: “I giapponesi stanno arrivando, quindi dobbiamo diventare giapponesi”. Tramiel si riferiva al fatto che l’invasione di home computer giapponesi a basso costo si sarebbe diffusa inesorabilmente, per cui invece di contrastare questo trend, Commodore avrebbe dovuto cavalcarlo con una proposta propria ancora più aggressiva in termini di prezzo e di soluzione tecnica.

EDS C64

Plastikonen indistruttibilen tetesken!

Probabilmente dopo un’oktober fest finita male, i tedeschi di EDS ebbero l’idea di progettare un case “aftermarket” che contenesse un intero sistema Commodore 64 + 2 drive 1541 + 1 datassette 1530. La tastiera originale portata fuori risultava minuscola rispetto al resto, per cui ci aggiunsero un comodo tastierino esadecimale, per non farsi mancare niente. Perchè poi accontentarsi di un banalissimo kernal originale, quando con un deviatore ne potevi avere quattro? Nacque quindi questo panzer teutonico da 30Kg, sgraziato, enorme, al quale serve una scrivania apposita, ma che è diventato uno dei sacri graal del collezionismo Commodore. Altra cosa banale: è bellissimo.
(Sconsigliato per chi soffre di ernia al disco)

Commodore SX-64 Executive Computer

(fonte wikipedia.it)

Un altro pezzo “da 90” della Commodore, lo sterminatore delle diottrie, la gioia degli oculisti, ma a COLORI!!! Portarlo con il suo maniglione rassicura e ricorda costantemente il peso di essere Executive! Un grande incentivo a venire a Brusaporto: quello che vedrete in mostra ha delle peculiarità tecniche ed estetiche che lo rendono UNICO. Non potete mancare. Piccolo spoiler: dual drive, ma non solo.
(Avvertenze: da utilizzare esclusivamente a bordo piscina con camicia sbottonata su abbondante petto villoso)

Commodore C128DCR

Amichevolmente chiamato dai Nerdoni “il computer dello zio ricco” il C128D in versione CR era pensato per i parenti un po’ meno abbienti. Mancava di un case plasticoso con maniglione e porta tastiera e per portarlo ti dovevi organizzare in autonomia… ma hey! Ti portavi appresso 5 computer in 1, e potevi “spistolare” con il CP/M comodamente dalla tua cameretta… Venite a BrusaRetro e vedrete un 128DCR con montato un Basic 8, se non è una chicca questa!

Commodore Amiga 1000

siamo stanchi delle foto da rivista, eccovene una in azione!

Tutti sappiamo quanti errori ha fatto Commodore nella sua storia, ma se dobbiamo citare uno dei maggiori successi a livello di scelte imprenditoriali della suddetta, beh… l’essersi tenuta il progetto Amiga rientra nella Top 3. Se n’è uscita sul mercato con la più bella delle “amighe”, con un computer che offriva prestazioni e delle features che la concorrenza avrebbe raggiunto solo anni dopo. Ci sembrava doveroso portare il migliore, anzi, la Migliore, a Brusaporto.

Commodore Amiga A500 (pimpata)

Questo esemplare farà storcere il naso ai “fighetti” puritani del retrobright/boxato/mint/rare/comenuovo.

Ma è unico perché:

  1. E’ sempre aperta (notare il femminile), cioè le viti sotto non ci sono!
  2. Ha un adesivo apple che non c’entra un caxxo ma sicuramente il suo padrone (Andre!!!), sedicenne all’epoca, pensava che fosse fichissimo
  3. Prima di essere di Andre, era di Batman (o almeno di Alfred)
  4. Ha la scritta Amiga rifatta in nero indelebile e penna Bic e quindi va più forte
  5. Ridi ridi sotto al cofano e sulla sx ha due “chicchine” niente male
  6. Potesse raccontare quello che ha visto e fatto…
  7. E’ a suo agio a fare 3D… si avete capito bene, modellazione 3d su Amiga 500

Commodore Amiga 500 New Art Limited Edition

fonte internet

Vedrete dal vivo queste due Amighe speciali, dal discutibile design teutonico primi anni 90.
Belle come una Golf 2 GTI verde metallizzata con gli adesivi fluo sulle fiancate e impianto stereo Blaupunkt.
Design by Stefanie Tucking, famosa deejay radio e televisiva tedesca che purtroppo è venuta a mancare improvvisamente il 1° dicembre 2018.
Questi modelli particolari solleticheranno le sinapsi dei collezionisti di serie limitate. Non mancate a Brusaporto per vederle e farvi un selfie insieme!

Commodore Amiga 2000 (pimpata)

a suo agio in mostra, ammicca furbescamente con i suoi 1024 colori

Alla Commodore dopo essersi resi conto di avere fatto una cosa bellissima (A1000), hanno pensato che dovevano progettare anche qualcosa “di sostanza”. Un computer espandibile, indistruttibile ma economico, quindi decisero di mettere un gioiello di motherboard in un cassone da assemblato taiwanese. Quando si suol dire: “è brutta fuori, ma è bella dentro”.
Siccome siamo in vena di modi di dire, sull’aria di “ogni scarrafone è bell’a mamma soja”, Luca ci porta il suo A2000 aka “cassone” della sua adolescenza piuttosto pimpato (cose tipo Picasso, GVP 68030, Guru ROM, bla bla bla) con tutto il materiale con il quale faceva 3D insieme al compare Andrea di cui sopra. Vedrete cose che voi umani…

Bene! la rassegna virtuale ed un po’ scherzosa delle cose che porteremo è finita. Non vediamo l’ora di incontrarvi a Brusaporto Retrocomputing 2021!

Presenti a Brusaporto Retrocomputing 2019!!!

Esistono tanti eventi più o meno conosciuti, dove poter vedere, eventualmente utilizzare i nostri amati “retrocosi”. Uno di questi momenti, lo aspetto con molta trepidazione, come un bambino in fila alla biglietteria di Gardaland che aspetta di antrare, ed è Brusaporto Retrocomputing, detto anche Brusaretro.

Foto di gruppo degli espositori e dei simpatizzanti del 2019!

Per l’edizione 2019 abbiamo anche deciso di partecipare attivamente fermando un tavolo per esporre un po’ di cose assortite, tutte prodotte da Commodore.

In realtà oltre alle bellissime macchine, console e prototipi esposti, il vero valore di Brusaporto sono le persone che si incontrano, le storie che si sentono e l’interesse e la curiosità che si respira.

Come in una “fiera di settore” ci si può confrontare con persone che nel panorama italiano hanno partecipato anche da protagonisti a quei fantastici anni 80 dove l’home computer è nato, maturato ed invecchiato (non deceduto).

Partecipando a Brusaretro si sperimenta come la scena del retrocomputing sia attiva non solamente nel ricordare quant’era bello quando si faceva così tanto con così poco, ma anche nel creare continuamente accessori, schedine, software di ogni tipo: basti pensare ai giochi che vengono rilasciati ogni mese, ai contest di programmazione che spuntano qua e la, addirittura alle BBS in petscii!

A Brusaporto a noi “nerdoni” non manca nulla: appassionati, computer, videogame e novità stupefacenti si trovano tutte insieme nello stesso luogo e nello stesso giorno!

Ed ora un po’ di foto del nostro banchetto! Grazie a Daniele Lena, organizzatore e webmaster e a tutti quelli che si fanno in quattro per offrici questa bella giornata.

Nelle foto: commodore Plus4 (versione giochi invernali tenuti in Canada), commodore drean 64 (argentino), commodore 16 sigma (messicano), Amiga 2000 (espansa con scheda PICASSO), Amiga 3000 (questa è bella già così). (Eravamo così presi che ci siamo dimenticati di farci una foto di gruppo!)